Con tanto di buco nella parete della cella e fantocci al posto dei detenuti sotto alle coperte
WASHINGTON
Un’evasione studiata nei minimi particolari, una beffa che ricorda, per certi aspetti, quella messa in atto per fuggire da Alcatraz nel giugno 1962. Protagonisti due criminali condannati per omicidio e scappati dal penitenziario di massima sicurezza di Clinton Correctional Facility a Dannemora, a 300 chilometri a nord di Albany e vicino al confine canadese. Ora centinaia di agenti sono in caccia nello stato di New York e in quelli più vicini.
La fuga attraverso le condutture dell’aria
Richard Matt e David Sweat – questi i nomi dei protagonisti – hanno prima bucato la parete rinforzata della loro celle, quindi sono entrati in camminamenti e condotte d’aria fino a sbucare all’esterno in corrispondenza di un tombino. Detenuti abili e sfrontati: hanno lasciato un biglietto augurando “buona giornata” a tutti. Per fare tutto questo non hanno usato certo una forchetta ma bensì una serie di attrezzi, compresi dei trapani. Inoltre hanno ingannato le guardie piazzando sotto le coperte dei manichini realizzati con cuscini e magliette. Vecchio trucco perfettamente riuscito. Gli agenti si sono accorti della fuga solo alle 5.30 di sabato, all’ora della conta
.
L’evasione ha creato grande imbarazzo e molte domande. Non è chiaro come i due detenuti siano riusciti ad entrare in possesso del materiale per tagliare e forare. L’indagine interna, ordinata dal governatore Cuomo, è alla ricerca di eventuali complicità. Inoltre c’è da capire come sia stato possibile che le guardie non abbiano notato cosa stessero combinando i prigionieri dentro le loro celle. Il terzo interrogativo riguarda come gli evasi sapessero della particolare struttura del penitenziario e degli spazi percorribili. Qualcuno gli ha passato una planimetria del complesso? Il passato dei due criminali è feroce.
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