giovedì 23 maggio 2013

"ADDIO AL DEBITO": capitolo 1 del libro di Salvatore Tamburro

di Salvatore Tamburro




Capitolo primo

Cos'è il debito pubblico?

Prima di parlare di “debito detestabile”, chiariamo cosa sia il debito pubblico e come esso si sia formato nel corso di questi anni, analizzando proprio la struttura del debito italiano.


Il debito pubblico rappresenta il debito di uno Stato nei confronti di altri soggetti, individui, imprese, banche o stati esteri, che hanno sottoscritto un credito allo Stato sotto forma di obbligazioni o titoli di stato (esempio BOT, BTP, CCT) destinato a coprire il disavanzo del fabbisogno finanziario statale, ovvero coprire l'eventuale deficit nel bilancio dello Stato.Il debito pubblico è rappresentato dalla somma di tutti i deficit calcolati anno per anno.Il deficit pubblico, o disavanzo pubblico, è l'ammontare della spesa pubblica non coperta dalle entrate.
La presenza di un debito nei conti pubblici statali ha sempre imposto (oggi più che mai a causa del feroce e assurdo vincolo del pareggio di bilancio)1 allo Stato, una politica economica che ne garantisse la copertura finanziaria per evitare rischi di insolvenza (e dunque
di fallimento).
Ma vediamo come e perché si forma un debito pubblico.
Uno degli elementi fondanti dello Stato, che gli permette di guidare l'economia e soddisfare i bisogni del popolo è il potere di emettere moneta. 
L'Italia, ma non solo l'Italia, è stata privata di questo potere importantissimo, potere che è passato banche centrali, istituzioni spacciate come enti di diritto pubblico mente in realtà altro non sono che società per azioni, governate da privati cittadini, i quali non rispondono a nessuno del loro operato, né sono (ovviamente) democraticamente eletti.Lo Stato ha demandato a privati l'organizzazione della sua politica monetaria trasformandoci di fatto in schiavi del sistema bancario.
Cosa succede, in questa situazione, quando lo Stato necessita di denaro per finanziare la spesa pubblica (costruire scuole, ospedali,strade, pagare lo stipendio ai dipendenti pubblici, finanziare le forze dell'ordine)? Lo Stato non può far altro che chiedere alla Banca Centrale (privata), detentrice del potere monetario, di emettere moneta e chiederla a propria volta in prestito.Se quindi lo Stato ha bisogno di denaro per la spesa pubblica, concede l'equivalente della somma in Titoli di Stato (bot, cct, a scadenza) alla Banca Centrale, la quale a sua volta emette e presta il denaro richiesto dallo Stato. I Titoli di Stato altro non sono che delle promesse di pagamento future, e sono gravate di un tasso di interesse da pagare.
(Per la cronaca, l’Italia paga in media 80-90 miliardi l’anno solo di interessi sul debito pubblico e la cifra è in costante aumento).
Come farà quindi lo Stato a ripagare il debito?
Ha due opzioni: o riduce la spesa pubblica (quindi meno beni e servizi per alla collettività) ed aumenta la pressione fiscale sui cittadini (quindi ci saranno più tasse da pagare), oppure chiede alla Banca Centrale di elargire un nuovo prestito in grado di estinguere il vecchio debito e far fronte ad una nuova spesa pubblica, ma conseguendo in tal modo un aumento del debito.
Spesso attua entrambe le cose contemporaneamente. Si dà vita così ad un circolo vizioso che genera un debito eterno Ecco perché il debito è diventato un grosso problema per chi governa e siede in parlamento, privato della possibilità di scegliere in materia di politica economica, e obbligato a sottostare ai diktat di autorità come la cosiddetta troika (Unione Europea, Banca Centrale Europea e Fondo Monetario Internazionale), ma soprattutto per i cittadini, i quali sono costretti a subire le misure di austerità, riduzione dei salari, aumento dell'età di pensionamento, tagli della spesa pubblica) che conducono inevitabilmente alla recessione economica: imprese che chiudono i battenti e conseguente disoccupazione

prefazione di Alessandro De Angelis


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