lunedì 29 giugno 2015

Spotify, Deezer, Google Play e Beats Music: come scegliere la musica in streaming

Tutto è cambiato nell’industria musicale e i servizi in abbonamento iniziano a fiorire in qualità
e numero: ecco quali sono i portali, come funzionano e quanto costano. Una guida all’ascolto

di Martina Pennisi


Google Play Music

Botta e risposta: a pochi giorni dal debutto di Apple Music arriva la nuova versione di Google Play Music, disponibile per ora solo negli Stati Uniti.

A differenza della rivale, Mountain View punta sull’ascolto gratuito inframmezzato da messaggi pubblicitari. Cupertino, invece, dopo i 3 mesi di prova senza alcun costo richiede l’abbonamento mensile da 10 dollari. Con la novità Google sfida anche (e soprattutto) Spotify, anche se il nuovo servizio è basato su stazioni radiofoniche o liste di brani divise per genere, artista, album o attività compiuta durante l’ascolto. La selezione delle canzoni, nonché l’idea stessa del servizio, arriva dagli esperti di Songza, startup acquistata da BigG nel luglio del 2014. Si parte, come detto, questa settimana negli Usa via web e a cavallo delle app per iOs e Android. I brani disponibili sono 30 milioni e la versione a pagamento, senza pubblicità, comporta un esborso di 10 euro al mese.

Jay-Z vuole rilanciare l’anti-Spotify Tidal


Come il collega Dr.Dre, il marito di Beyoncé prova a farsi strada nella musica in streaming e punta sulla Svezia.

Rapper, imprenditore e protagonista del gossip con la moglie Beyoncé, Jay-Z si candida a diventare uno dei prossimi protagonisti del mercato della musica in streaming. La società Project Panther Bidco del 45enne artista statunitense ha presentato un’offerta di 464 milioni di corone svedesi, circa 64 milioni di euro, per acquistare Aspiro , società svedese che gestisce i servizi di musica in streaming Wimp Music e Tidal (il servizio che debutta in Italia). Un’alternativa Spotify, germogliata nella stessa zona, che copre parte dell’Europa del Nord con Wimp e in Regno Unito e Stati Uniti con Tidal. L’abbonamento costa 20 dollari al mese e mette a disposizione un archivio da 25 milioni di brani e 75mila video musicali in Hd, audio ad alta qualità anche su piattaforme mobili, sia iOs sia Android, e l’ormai immancabile selezione editoriale delle liste di canzoni. Jay-Z è stato senza dubbio solleticato dall’esperienza del collega Dr. Dre, capace di vendere la sua Beats ad Apple per di 3 miliardi di dollari. La stretta di mano con il principale azionista di Aspiro, la casa norvegese Schibsted, e la piattaforma stessa è sostanzialmente fatta, con le due realtà che si sono dette interessate e le azioni che hanno già festeggiato con un +59%. Una volta avvenuta sarà interessante come si muoverà Jay-Z per rendere appetibile il servizio rispetto a quelli già in circolazione.

Spotify

Il portale (svedese) per eccellenza rilancia con un accordo con Sony e si prepara alla quotazione in Borsa.

Il primo rivale di Aspiro è senza dubbio Spotify, non solo per questioni geografiche. Alla metà del prezzo, 10 euro al mese, concede l’accesso a 30 milioni di brani tramite l’applicazione Web e quelle mobili per tutti i sistemi operativi. Le canzoni si possono ascoltare gratuitamente accettando la presenza dei messaggi pubblicitari e, da smartphone, una serie di limitazioni come l’impossibilità di scegliere le singole canzoni. Dalla prossima primavera i 64 milioni di utenti di Playstation Network di 41 Paesi (Italia compresa) potranno abbonarsi da una sezione speciale nata in seguito alla chiusura di Music Unlimited da parte di Sony e pensata per far ascoltare i brani durante le sessioni di gioco. Proprio mentre Jay-Z manifestava interesse per Aspiro, inoltre, Spotify si affidava a Goldman Sachs per raccogliere 500 milioni di dollari di fondi che porterebbero il suo valore a più di 7 miliardi. Il tutto in vista della quotazione in Borsa.

Deezer

I francesi fanno shopping negli Stati Uniti.

L’altra protagonista del mercato è la francese Deezer, che ha aperto il 2015 con l’acquisto di Muve, servizio di streaming di proprietà della controllata di At&t Cricket, per aumentare la propria presenza nel mercato statunitense e diventando di fatto il secondo portale a stelle e strisce. Il catalogo è da 35 milioni di brani e, come Spotify, il canone mensile per accedere sia da postazione fissa sia dispositivo mobile senza limitazioni e pubblicità è di 10 euro al mese.

Beats Music (Apple Music)

Il meglio deve ancora venire per il servizio di musica in streaming acquistato da Apple per 3 miliardi.

Apple sta ancora preparando il fiocco da mettere sul pacco acquistato da Dr. Dre e Jimmy Iovine, si parla di un taglio del prezzo a 5 dollari al mese e di un’integrazione del servizio di analisi dei dati Musicmetric. Per ora Beats offre negli Stati Uniti un catalogo da 20 milioni di canzoni e un accesso esclusivamente su abbonamento a 10 dollari al mese. La caratteristica distintiva è la particolare attenzione alla selezione editoriale dei contenuti da consigliare agli utenti.

Napster

A volte ritornano, a qualche centesimo in meno dei rivali.

Lo storico marchio ha messo la testa a posto dopo anni di diffusione pirata ed è tornato nel 2013 con una versione legale. Disponibile anche in Italia, mette sul piatto 25 milioni di canzoni a 10 euro al mese (a dire il vero 9,95 a fronte dei 9,99 dei già citati rivali).

Rdio

I fondatori di Skype prevedono prezzi diversi per fisso e mobile.

Creato dai fondatori di Skype Janus Friis e Niklas Zennström, conta 32 milioni di brani e si differenzia dai rivali per il modo in cui varia l’esperienza fissa da quella mobile. Per limitarsi al pc l’abbonamento costa 5 euro al mese, mentre per ascoltare la musica anche con lo smartphone si torna ai soliti 10 euro. C’è anche la possibilità di usufruire della versione gratuita con pubblicità.

Xbox Music

La versione gratuita non è più disponibile, ma Microsoft prepara qualche sorpresa con Windows 10.

Se Sony chiude, Microsoft socchiude. Gli oltre 30 milioni di brani di Xbox Music non sono più accessibili gratuitamente ma solo nella versione a 10 euro al mese. Nel giro di un paio di mesi, come annunciato durante la presentazione di Windows 10, ogni operazione sarà salvata in OneDrive e sincronizzata su tutti i dispositivi che girano con il nuovo sistema operativo di Redmond.

Pandora

Il servizio di radio in streaming ha 81,5 milioni di utenti attivi nonostante la diffusione limitata a Stati Uniti, Australia e Nuova Zelanda.

Pandora non è un portale di musica in streaming su abbonamento in senso stretto, ma piuttosto l’antenato di quella selezione personalizzata dei brani che ormai va per la maggiore su tutte le piattaforme. Disponibile solo in Stati Uniti, Australia e Nuova Zelanda, consente di costruire radio online basate sui propri gusti e su determinati artisti o canzoni. Si può scegliere fra la versione gratuita con pubblicità e quella a 5 dollari al mese priva di annunci.

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