E ora nelle piazze e nell’arena mediatica c’è un nuovo personaggio:
il tribuno del popolo
Pronto a urlare più forte e a scavalcare i popolarissimi demagoghi del governo
Nel suo primo, sanguigno discorso da segretario generale della Cgil, Maurizio Landini ha arringato la platea dei delegati del congresso di Bari con parole d’ordine immaginifiche («siamo il sindacato di strada»), con battute semplici e taglienti contro il governo, come quando ha detto:
«Il problema di questo Paese è avere due vice premier che non hanno mai lavorato:
pensano di occuparsi di povertà e lavoro senza essere mai stati poveri e senza aver mai lavorato!»
In maglioncino rosso, parlando a braccio, Landini è stato sfottente e strafottente anche nell’attacco a Salvini:
«Il ministro è stato eletto in Calabria, dove mi è capitato di visitare la baraccopoli di San Ferdinando
Lì ci sono condizioni inaccettabili, ma come si fa, quando uno vede queste cose, ad alzarsi la mattina, mettere la Nutella sulla fetta biscottata, poi dire due cavolate, fare un tweet e non porsi il problema che c’è un sistema economico e del lavoro fondato su forme di sfruttamento?»
La platea dei delegati, abituati al lessico privo di pathos di Susanna Camusso, si sono alzati in piedi, in eloquenti standing ovation
È la prima volta, da quando esiste l’esecutivo giallo-verde, che appare sulla scena pubblica una personalità che abbia la tempra per fare la voce più grossa di quella del governo, di impegnarsi a fare quel “più uno”, che rappresenta una collaudata tecnica politica e sindacale
Una tecnica non da tutti:
da mesi Pd e Forza Italia ogni sera ai Tg fanno la voce grossa ma senza risultati a guardare le intenzioni di voto, mentre Maurizio Landini ritiene di aver il “fisico” per essere credibile e per essere creduto
E lo ha dimostrato nel suo discorso di insediamento, giocando su quello slang imperfetto e popolaresco che di solito gli viene naturale
Ad un certo punto ha detto:
«Il problema in... quel Paese qui non è solo cercare lavoro»
Molti hanno pensato ad una gaffe casuale, ma pochi minuti dopo Landini ha ripetuto: «in quel Paese qui...»
Ma stavolta si è fermato:
«Era una scommessa con Ivana, l’ho ridetto...».
Non deve essere una cosa studiata, ma proprio come Di Maio, con i suoi congiuntivi sbagliati, ha consentito a tanti giovani di identificarsi con un trentenne che ce l’ha fatta, ora anche Landini sembra non disdegnare lo stesso “transfert”, da suscitare in tutti quei giovani che però puntano a lavorare rivendicando la dignità dei diritti e delle regole contrattuali
Pur essendo Landini un sindacalista che ha sempre vagheggiato il primato del sindacato sul partito, i suoi primi gesti pubblici sono stati politici
Ha annunciato al congresso di aver partecipato ad un’assemblea dell’Anpi per «dire che la Resistenza contro il fascismo non è finita e deve continuare» e che si sarebbe recato al Cara di Bari-Palese, per dire che «la politica di accoglienza del governo è sbagliata, Salvini e la Lega ci stanno portando indietro»
E quell’idea di occupare anche uno spazio politico, Landini l’ha espressa in uno dei passaggi più applauditi:
«Noi siamo il sindacato del cambiamento!
Noi siamo quelli che vogliono cambiare il Paese»
Certo, sinora Landini ha sempre esercitato il proprio carisma nella raccogliere e canalizzare il dissenso, ora si troverà a governare un’organizzazione complessa come la Cgil
Da questo punto di vista la giornata finale del congresso di Bari ha dimostrato quanto difficile sia il distacco di Susanna Camusso
Dopo 9 anni di guida, la segretaria uscente aveva fatto organizzare una coreografia ad hoc per il suo commiato:
due personaggi dello spettacolo a duettare con lei - Dario Vergassola e Neri Marcorè - una grande scritta stampata sul fondo azzurro «grazie Susanna» e ad un certo punto sono spuntati anche quattro signore con un pacchettino col fiocco rosso
Il nuovo leader ha chiesto a Camusso di restare in Cgil assumendo due deleghe, quella internazionale e quella di genere
Anche se ora i compagni più vicini a Landini sperano che il nuovo segretario possa esercitare pienamente il ruolo che ha ottenuto con una percentuale bulgara, quasi il 93% di consensi
https://www.lastampa.it/2019/01/26/italia/landini-schiera-la-cgil-salvini-e-di-maio-non-hanno-mai-lavorato-AqEzgin72vPKbqYquzNZ0H/pagina.html
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