Ogni volta che volge lo sguardo verso Nord il sindaco di Cherasco Claudio Bogetti cerca di non farlo scivolare troppo in basso, giù dalle colline dove nascono vini pregiati, germogliano resort di lusso e in certi ristoranti bisogna prenotare con mesi d’anticipo per trovare posto «Cerco di non guardare
Sono passati troppi anni e quando le persone mi chiedono dell’autostrada mi viene il magone perché non so che cosa rispondere»
Sulla Salerno-Reggio Calabria del Nord non si vede un operaio dal 2012
«Si farà in cinque anni», dicevano nel 1989 quando fu fondata la società per azioni Raccordi autostradali cuneesi, anche con l’obiettivo di realizzare i 90 chilometri tra Asti e Cuneo, Monferrato e Langhe, le colline oggi patrimonio Unesco
Una delle più ricche terre d’Italia
Trent’anni dopo la fotografia della grande incompiuta è un moncone che finisce nel nulla all’altezza dello svincolo di Cherasco
I sindaci del cuneese dal primo marzo si alternano davanti alla Prefettura: ogni giorno, dalle 8 alle 20, due ore a testa
È una forma di protesta, e di pressione, estrema
Ieri a chiudere la staffetta c’era la sindaca di Marene
Roberta Barbero:
«È doveroso per noi stare in prima linea
Questa terra, come molte province produttive del Nord, e non solo, senza infrastrutture non regge più»
I lavori, cominciati nel 2000, sono fermi dal 2012, l’anno in cui avrebbero dovuto terminare
Sono finiti i soldi e già se n’erano spesi molti
più del previsto:
la A33 doveva costare
circa 980 milioni;
adesso le stime si spingono fino a un miliardo e 800 milioni
Mancano due tratte ancora:
la nuova viabilità intorno a Cuneo e soprattutto i 9 chilometri dal moncone di Cherasco ad Alba
Il progetto, inizialmente, prevedeva un tunnel sotto il fiume Tanaro
Due anni fa si è optato per un’altra soluzione, in superfice Passa proprio sotto le colline patrimonio Unesco ma
costa la metà:
350 milioni
L’ex ministro Graziano Delrio voleva prorogare per quatto anni la concessione sulla Torino-Milano al gruppo Gavio in cambio di investimenti sulla Asti-Cuneo
È la soluzione che Toninelli ha bloccato e vorrebbe ripensare
La considera un regalo immotivato ai privati
La verità è che l’Asti-Cuneo è nata sotto una cattiva stella e con un tracciato che tutti oggi definiscono sbagliato
Sarebbe bastata la superstrada di cui si parlava negli anni 90, innestando sulla rete esistente alcune bretelle per tagliare fuori i centri abitati
Invece Anas decise di realizzare un nuovo tracciato
Il contratto con Satap, la stessa società che gestisce la Torino-Milano, viene
sottoscritto nel 1990
Per dieci anni succede poco o nulla, tanto che nel 1998 il Consiglio di Stato invita il ministero dei Lavori pubblici a valutare eventuali comportamenti illegali del concessionario, l’anno successivo la Corte dei Conti solleva dubbi e quello dopo ancora di nuovo il Consiglio di Stato rileva che la convenzione dovrebbe cadere a causa delle contestazioni di Anas e della richiesta di incrementare i finanziamenti pubblici di 840 miliardi di lire a fronte dei 35 previsti inizialmente
Nel 2000 il gruppo Gavio rinuncia all’Asti-Cuneo in cambio di una proroga di dodici anni sulla Torino-Piacenza
Anas fa partire una nuova gara e impiega ben cinque anni a chiuderla:
il gruppo Gavio partecipa tramite la cordata Salt-Itinera e vince
A distanza di quasi vent’anni sono stati realizzati 56 chilometri
Se ora il governo straccia il “lodo” Del Rio e opta per una soluzione alternativa tocca ripartire da zero
E, come sostiene Chiamparino, si rischia di fermare tutto
per altri due anni
Altrimenti in pochi mesi i lavori possono partire
I sindaci dicono che non c’è più tempo: quest’ angolo d’Italia, nonostante l’autostrada mutilata, esporta beni per 7 miliardi l’anno, ma non regge più
Ogni giorno 5 mila Tir solcano le strade provinciali e
attraversano i paesi
Il direttore dell’associazione trasportatori di Cuneo, Guido Rossi, ha calcolato in 100 milioni l’anno il danno economico Bogetti fra due mesi e mezzo chiuderà il suo secondo (e ultimo) mandato di sindaco a Cherasco:
«Vorrei farlo sapendo che c’è una soluzione
Siamo al collasso
Questa terra è abituata a lavorare senza protestare, ma adesso non ne può davvero più»
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