sabato 15 giugno 2019

Tribunale di Vigo: il calcetto con clienti e colleghi fa parte dell’orario di lavoro, Fantozzi esulta!


Il Tribunale Supremo spagnolo ha stabilito che giocare a calcetto con colleghi e clienti fa parte a tutti gli effetti dell’orario di lavoro
Lo dice una sentenza emessa dalla sezione di Vigo del Tribunale Supremo che è andata a confermare quanto già espresso in questo senso dall’Audiencia Nacional, sulla stessa vicenda

A sollevare il caso è stata Altadis, multinazionale iberica del tabacco che da anni organizza un torneo di calcetto con i tabaccai che rifornisce
Lo sport fa «team building», l’attività ludica alimenta relazioni, è più facile trovare impiego su un campo da gioco che inviando un curriculum a destra e manca, come pure qui da noi non mancava di sottolineare un celeberrimo ministro del Lavoro

In Spagna la faccenda del torneo con la rete vendita è roba seria, faccenda così sentita da finire all’interno del contratto integrativo di Altadis:
 azienda e sindacati avevano infatti stabilito che la partecipazione al torneo è volontaria ma il dipendente che partecipa ha diritto a recuperare il tempo sul terreno di gioco con ore libere o giorni di ponte

I sindacati tuttavia - ricostruisce El Mundo - hanno portato la faccenda in tribunale chiedendo e ottenendo il pieno riconoscimento delle partite come orario di lavoro

 Ergo, la successiva giornata lavorativa non può cominciare se non sono trascorse almeno 12 ore dalla fine del match e qualsiasi incidente ti capiti sulla strada per il rettangolo di gioco deve essere considerato incidente sul lavoro
Sappiamo a cosa state pensando: a una rivincita postuma del ragionier Fantozzi, impiegato dell’ufficio sinistri della Megaditta protagonista di improbabili derby scapoli-ammogliati con i compagni d’ufficio. Se, piuttosto che nell’Italia degli anni Settanta e Ottanta, fossimo stati nella Spagna del Terzo Millennio, probabilmente persino i giochi olimpici aziendali organizzati dal Mega Direttore Naturale che costarono ustioni di primo grado e contusioni multiple al personaggio interpretato da Paolo Villaggio avrebbero avuto dignità di orario lavorativo

Andare a giocare a calcetto con i colleghi e con i propri clienti fa parte a tutti gli effetti dell’orario di lavoro
 Questo dice una sentenza della sezione di Vigo, Galizia, del Tribunale Supremo spagnolo. Sentenza che tra l’altro conferma e rafforza quanto già espresso dall’Audiencia Nacional, sempre sulla stessa questione

Il caso è stato sollevato dai sindacati dell’Altadis, società leader nella produzione di tabacco. Da anni quelli dell’Altadis organizzano un torneo di calcetto con i tabaccai della zona, i loro primi clienti

 La questione è talmente seria che nel contratto di lavoro firmato da Altadis e sindacati si era già stabilito che la partecipazione al torneo fosse si su base volontaria, ma chi gioca avesse poi diritto a recuperare il tempo “investito” nel calcetto con ore libere o giorni di ponte

STOP DI 12 ORE
  I sindacati però volevano di più, e l’hanno ottenuto
 Considerando le partite come “attività sociale da svolgere in comunione con i clienti”, si chiedeva che il calcetto fosse considerato come orario d’ufficio vero e proprio e che quindi la successiva giornata lavorativa non potesse iniziare se non trascorse almeno 12 ore dal fischio finale

 E che qualsiasi problema fisico occorso nel tragitto per e dal campo e durante le partite fosse considerato incidente sul lavoro

LAVORO A TUTTI GLI EFFETTI
  I due gradi di giudizio, Audiencia Nacional e Tribunal Supremo, hanno dato ragione al sindacato considerando che avendo l’azienda già inserito nel contratto firmato il torneo nell’ambito dell’orario di lavoro debba essere considerato tale a tutti gli effetti

 In Galizia il calcio è importante..








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