mercoledì 18 marzo 2015

1971: il famoso dirottamento di D.B. Cooper


Dan Cooper, meglio conosciuto come D.B. Cooper (...), è un criminale statunitense famoso per aver dirottato un Boeing 727 nel 1971 dal quale si è lanciato in volo dopo aver intascato un riscatto di 200 mila dollari. Il nome Dan Cooper è lo pseudonimo usato dall'uomo durante la rapina, probabilmente ispirato all'omonimo personaggio dei fumetti degli anni '50, protagonista di avventure aeree che vanno dallo spionaggio alla fantascienza.
Nonostante un'estesa caccia all'uomo e una continua indagine da parte dell'FBI, l'autore non è mai stato localizzato o identificato con certezza e pur considerando l'eventualità che non potesse essere sopravvissuto ad un lancio così rischioso, il caso è rimasto aperto. Questo episodio di pirateria aerea (nome in codice presso l'FBI: "Norjak") rimane l'unico irrisolto nella storia dell'aviazione statunitense.

La vicenda ebbe inizio nel tardo pomeriggio del 24 novembre 1971, la vigilia del Giorno del ringraziamento, quando all'aeroporto Internazionale di Portland nell'Oregon, un uomo che portava una valigetta nera, identificandosi col nome di "Dan Cooper" (in seguito, a causa di un errore di comunicazione dei mass-media, è diventato noto come "DB Cooper") acquistò al banco della Northwest Orient Airlines un biglietto di sola andata per Seattle (Washington), un volo da 30 minuti. Cooper si imbarcò sull'aereo, un Boeing
727-100 (registrazione FAA N467US) al posto 18C, nella parte posteriore. Si accese una sigaretta e ordinò bourbon e soda. Testimoni oculari a bordo del velivolo lo ricordarono come un uomo sui 45 anni, alto circa un metro e ottanta, con un impermeabile nero leggero, mocassini, un abito scuro, una camicia bianca ben stirata, una cravatta nera e un fermacravatta di madreperla.
Il volo 305, con altri 36 passeggeri, approssimativamente pieno per un terzo, più 6 membri dell'equipaggio, decollò alle 14:50 ora locale. Cooper passò un biglietto all'assistente di volo Florence Schaffner, seduta vicino a lui. La Schaffner, pensando che fosse il numero di telefono di un uomo d'affari solitario, lo mise nella sua borsetta ma Cooper si chinò verso di lei sussurrando: "Signorina, farebbe meglio a dare un'occhiata a quel biglietto. Ho una bomba."
Nel foglio, scritto in lettere maiuscole con un pennarello, diceva: "Ho una bomba nella mia valigetta. La userò, se necessario. Voglio che si sieda accanto a me. State per essere dirottati". La Schaffner accolse la richiesta, poi tranquillamente chiese di vedere la bomba. Cooper aprì la valigetta quel tanto da poter intravedere otto cilindri rossi con dei fili collegati a una batteria. Dopo la chiusura della valigetta, dettò le sue richieste: 200.000 dollari in "valuta americana negoziabile", quattro paracadute (due primari e due di riserva), e un'autobotte pronta a Seattle per il rifornimento dell'aereo all'arrivo. La hostess portò le istruzioni in cabina di pilotaggio.
Il pilota del volo 305, William Scott, contattò il controllo del traffico aereo dell'aeroporto di Seattle-Tacoma, che informò le autorità locali e federali. I 36 passeggeri vennero informati che il loro arrivo a Seattle sarebbe stato ritardato a causa di un "problema meccanico minore". Il presidente della Northwest Orient, Donald Nyrop, autorizzò il pagamento del riscatto, e ordinò a tutti i dipendenti di collaborare pienamente con il dirottatore. L'aereo sorvolò l'area dello stretto di Puget per circa due ore, in modo da consentire alla polizia di Seattle a all'FBI di raccogliere i soldi del riscatto, di reperire i quattro paracadute e mobilitare il personale d'emergenza.
Florence Schaffner ricordò che Cooper sembrava avere familiarità con il territorio locale, osservando ad un certo punto: "Sembra Tacoma laggiù", proprio quando l'aereo la sorvolava. Disse anche, correttamente, che la base aerea militare di McChord era a soli 20 minuti di auto dall'aeroporto Seattle-Tacoma. La Schaffner lo descrisse come tranquillo, educato nei modi e nel parlare, non affatto assimilabile agli stereotipi popolarmente associati alla pirateria aerea. Tina Mucklow, un'altra assistente di volo, era d'accordo. "Non era nervoso", disse poi agli investigatori, "sembrava piuttosto gentile, non è mai stato crudele o cattivo, è stato premuroso e tranquillo per tutto il tempo". Ordinò un secondo bourbon, pagando regolarmente e insistendo per lasciare il resto e si offrì per richiedere il pasto per tutto l'equipaggio durante la sosta a Seattle.
Gli agenti dell'FBI raccolsero i soldi del riscatto da diverse banche della zona di Seattle, 10 000 banconote da 20 dollari, non segnate, ma molte delle quali con numeri di serie che iniziavano con la lettera di emissione "L", che indica dalla Federal Reserve Bank di San Francisco e la maggior parte di una "Serie 1969-C "; venne anche fatto un microfilm di ciascuna di esse. Cooper respinse i paracadute militari ad apertura vincolata offerti dalle autorità, chiedendo invece dei paracadute civili con sistema di apertura manuale che la polizia di Seattle ottenne da una scuola di paracadutismo locale.
Alle 17:24 Cooper venne informato che le sue richieste erano state soddisfatte, e alle 17:39 l'aereo atterrò a Seattle-Tacoma. Cooper ordinò al comandante Scott di far rullare l'aereo in una pista isolata e di spegnere le luci in cabina per scoraggiare i cecchini della polizia. Al Lee, Operations Manager della Northwest Orient di Seattle, si avvicinò al velivolo in abiti civili (per evitare la possibilità che Cooper potesse scambiare la sua uniforme della compagnia aerea per quella di un agente di polizia) e consegnò alla Mucklow uno zaino con il denaro e i paracadute attraverso la scaletta di poppa. Una volta completata la consegna, Cooper consentì a tutti i passeggeri, alla Schaffner e all'assistente di volo senior Alice Hancock di lasciare l'aereo.
Durante il rifornimento Cooper spiegò il suo piano di volo all'equipaggio: una rotta da sud-est verso Città del Messico alla velocità minima possibile (circa 100 nodi, 190 km/h) senza far andare in stallo l'aereo e ad un massimo di 10 000 piedi (3.000 m) di altitudine. Per garantire una velocità minima specificò che il carrello dovesse rimanere esteso e gli ipersostentatori alari essere abbassati di 15 gradi. Per garantire una bassa quota ordinò che la cabina rimanesse depressurizzata. Il copilota William Rataczak informò Cooper che con quella configurazione di volo l'autonomia del velivolo sarebbe stata di circa 1.000 miglia (1.600 chilometri), il che significava che avrebbero dovuto rifornire ancora una volta prima di entrare Messico. Cooper e l'equipaggio discussero le opzioni e concordarono per Reno (Nevada) come fermata di rifornimento. Infine, Cooper dispose che l'aereo doveva decollare con la porta d'uscita posteriore aperta e la scaletta estesa. La Northwest si oppose perché era pericoloso decollare con la scala di poppa abbassata e Cooper replicò che invece era sicuro, ma non volle discutere la questione, la avrebbe abbassata da solo una volta in volo.

Il processo di rifornimento venne ritardato, adducendo la causa ad un problema di un vapor lock nel meccanismo di pompaggio dell'autobotte e Cooper si insospettì. Tuttavia permise ad un altro camion cisterna di continuare il rifornimento e anche un terzo quando il secondo rimase a secco. Mentre il rifornimento veniva completato Cooper finì di controllare i soldi del riscatto e ispezionare i paracadute.
Verso le 19:40 il 727 decollò con a bordo solo Cooper, il pilota Scott, il copilota Rataczak, l'ingegnere di volo H.E. Anderson e l'assistente di volo Mucklow. Due caccia F-106, decollati dalla vicina base di McChord, seguirono l'aereo, uno sopra e uno sotto, fuori dalla vista di Cooper. Dopo il decollo, Cooper disse alla Mucklow di unirsi al resto dell'equipaggio nella cabina e di rimanere lì con la porta chiusa. Verso le 20:00 una spia luminosa si accese nella cabina di pilotaggio, a indicare che l'apparato della scaletta di poppa era stato attivato. L'offerta di assistenza tramite l'interfono del velivolo venne seccamente respinta. L'equipaggio presto notò un cambiamento di pressione dell'aria, segno che il portello di poppa era ormai aperto.
Alle 20:13 la sezione di coda del velivolo subì un movimento improvviso verso l'alto, sufficientemente significativo da richiedere un riassetto dell'aereo in volo livellato. Alle 22:15 il 727 atterrò, con la scaletta di poppa ancora abbassata, all'aeroporto di Reno. Agenti dell'FBI, della polizia di stato e uomini dello sceriffo circondarono il velivolo, in quanto non era ancora stato determinato con certezza se Cooper fosse ancora a bordo, ma un'accurata ricerca confermò presto che se ne era andato

La successiva analisi del volo mise in discussione l'originale stima della zona di atterraggio di Cooper. Scott, che stava pilotando l'aereo manualmente a causa delle richieste di velocità e di altitudine, stabilì in seguito che la traiettoria di volo era significativamente più a est di quanto inizialmente assunto. Ulteriori dati da varie fonti, in particolare del pilota Tom Bohan della Continental Airlines, che stava volando quattro minuti dietro il Volo 305, indicò che la direzione del vento presa in considerazione nel calcolo della zona di caduta era sbagliata, forse di ben 80 gradi. Questo e altri dati supplementari hanno suggerito che la zona effettiva fu probabilmente a sud-sud-est della stima originale, nella zona del fiume Washougal, affluente del Columbia nello Stato di Washington. Negli anni successivi, la Washougal Valley e i suoi dintorni sono stati setacciati anche da molteplici gruppi privati ma non è stato trovato nulla che fosse direttamente riconducibile al dirottamento


Nessuna prova conclusiva è emersa a svelare la sorte di Cooper, e numerose teorie si sono succedute in proposito. Tre indizi tuttavia sono venuti alla luce in periodi successivi. Il primo riguarda un bambino, Brian Ingram, all'epoca dei fatti di 8 anni, che nel 1980 trovò sulle sponde del fiume Columbia circa 5.800 $ in tre pacchetti di banconote da 20, notevolmente deteriorate.

I tecnici dell'FBI confermarono che il denaro era effettivamente una parte del riscatto, due pacchetti da 100 banconote ciascuno e un terzo pacchetto di 90, tutte disposte nello stesso ordine di quando furono consegnate a Cooper. La seconda prova invece riguarda un foglio di istruzioni trovato alla fine del 1978 a poca distanza dalla zona ipotetica di lancio di Cooper, contenente dettagli sulla scala di accesso di un Boeing 727.
Il mistero sembra risolversi nel 2007. Lyle Christiansen, fratello di tale Kenneth Christiansen, messosi in contatto con gli investigatori dell'FBI, rivela che il fratello scomparso anni fa potrebbe essere il famoso pirata aereo. La hostess del Boeing dirottato ha riconosciuto Kenneth dalle foto fornite dal fratello, inoltre l'FBI ha verificato che Christiansen prestò servizio militare nei paracadutisti e nei giorni del dirottamento mancò dal lavoro. Lavorò a lungo come meccanico alla Northwest Airlines, fatto che ha forse consentito a Christiansen di conoscere approfonditamente l'aereo sequestrato.
Il 27 marzo 2008, mentre alcuni bambini giocano in una fattoria nel sud-ovest dello Stato di Washington rinvengono un paracadute. Viene avvertita l'FBI che stabilisce che la zona è compatibile con il percorso del Boeing e l'eventuale traiettoria del lancio di Cooper considerando il vento che tirava nell'area la sera del 24 novembre 1971; dopo 37 anni si è potuto quindi supporre che "D.B. Cooper" fosse sopravvissuto al lancio.

Nella cultura di massa
Nelle serie televisive Prison break, Renegade, Numb3rs, e Leverage compare un personaggio chiamato D.B. Cooper che (nella finzione) corrisponde al famoso ricercato.
D.B. Cooper viene citato nell'episodio 2x08 di Breaking Bad.
D.B. Cooper viene citato nell'episodio 5x08 di White Collar.
Alla vicenda è ispirato il film del 2004 Without a paddle.
D.B. Cooper viene citato nel romanzo Pioggia Nera di Dennis Lehane.


http://it.wikipedia.org/wiki/D.B._Cooper

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