venerdì 14 agosto 2015

Cursus publicus

Il cursus publicus era il servizio imperiale di posta che assicurava gli scambi all'interno dell'Impero romano. L'organizzazione del servizio iniziò sotto Augusto:
« Affinché si potesse facilmente e più rapidamente annunciargli e portare a sua conoscenza ciò che succedeva in ciascuna provincia, fece piazzare, di distanza in distanza, sulle strade strategiche, dapprima dei giovani a piccoli intervalli, poi delle vetture. Il secondo procedimento gli parve più pratico, perché lo stesso portatore del dispaccio faceva tutto il tragitto e si poteva, inoltre, interrogarlo in caso di bisogno. »
(Svetonio, Augusto, 49.)

Il cursus publicus funzionava grazie a una serie di alloggi di tappa (mansiones) e delle poste di scambio intermedie (mutationes) lungo il percorso delle strade romane. La mansio era un edificio dove ci si poteva rifocillare e passare la notte; la mutatio (letteralmente: scambio) era un edificio più importante dove era possibile trovare delle cavalcature fresche. La gestione di entrambe le stazioni era a carico della municipalità in cui erano ubicate. L'esercizio era concesso per contratto a dei privati o a del personale precettato; nel II e III secolo queste strutture potevano essere dirette da militari, come i "beneficiari" (soldati graduati incaricati di missione). Lo stato romano si serviva di imposte per finanziare il materiale, la sostituzione delle bestie e i funzionari incaricati della gestione dell'insieme.
Strategico per i collegamenti all'interno dell'impero, l'amministrazione delle province romane e le unità militari, il servizio crebbe rapidamente d'importanza e assicurò la circolazione della corrispondenza di stato, delle personalità ufficiali e delle imposte esatte. I privati non potevano usufruirne, se non dietro autorizzazione scritta, peraltro raramente accordata.
Solo ai vescovi in epoca tarda era concesso per decisione imperiale.
Per poter beneficiare delle prestazioni disponibili sulla rete, come l'alloggio e la rimonta dei cavalli, i militari e i funzionari inviati in missione ricevevano dall'imperatore un "attestato" o "ordine di missione". Gli imperatori dovettero regolarmente legiferare contro il traffico di falsi diplomi o attestati e contro gli abusi, come i diplomi rilasciati da governatori di provincia in maniera totalmente illegale.
L'imperatore Nerva nel 96 o 97 d.C. sollevò le città italiane dall'onere dei costi di gestione delle stazioni di posta, e li mise in conto alle finanze imperiali.
L'imperatore Adriano (117-138) affidò la gestione del cursus publicus a un funzionario imperiale speciale, il praefectus vehiculorum, o a vehiculis, di rango equestre, agli ordini del prefetto del pretorio.
All'inizio del II secolo d.C., l'imperatore Settimio Severo ne ampliò l'attività includendovi il convogliamento dell'annona militare, vale a dire l'approvvigionamento degli eserciti. Il personale per il trasporto e gli animali dei tratti supplementari venivano mobilitati secondo il bisogno mediante requisizioni o corvées.
Nel IV secolo, la riorganizzazione amministrativa di Diocleziano e Costantino ricollegò la gestione del cursus publicus al Magister officiorum e ai suoi agentes in rebus. I testi dell'epoca evocano frodi e abusi nelle requisizioni e la disorganizzazione dell'economia quotidiana che essi generavano, così come le lamentele delle municipalità provinciali sui pesanti carichi che dovevano sostenere. I successori di Costantino tentarono di porvi rimedio con misure specifiche (limitazione del numero degli ordini di missione accordati, soppressione delle requisizioni arbitrarie). La Notitia Dignitatum (intorno al 400) precisa anche, per ciascuna posizione di altro funzionario, il numero massimo di ordini di missione ai quali si aveva diritto con l'acquisizione della carica.
Malgrado le vicissitudini, il cursus publicus assicurò i suoi servizi fino al VI secolo. Nel 414, il buon funzionamento dell'annona militare permise così al patrizio Costanzo III di fermare i Visigoti in Aquitania, in cambio della consegna di approvvigionamenti. Il cursus publicus scomparso in Occidente, sopravvisse nella prima metà del VI secolo nell'Impero Bizantino, quando fu smantellato per iniziativa di Giustiniano, ad esclusione degli itinerari verso la frontiera sassanide.

Fonti
Svetonio, Vite dei dodici Cesari
Paul Petit, La paix romaine, PUF, collection nouvelle Clio, 1971
Paul Petit, Histoire générale de l'Empire romain, Seuil, 1974

https://it.wikipedia.org/wiki/Cursus_publicus

Nessun commento:

Posta un commento