CENTO attivisti genovesi sono pronti a lasciare il Movimento Cinque Stelle e a mandare in crisi la compagine grillina proprio alla vigilia delle elezioni amministrative. “Le procedure per scegliere sindaco e consiglieri comunali vìolano il Regolamento stesso del Movimento”, hanno denunciato a Beppe Grillo e allo Staff. La risposta però è stata categorica: “Il metodo Genova è ok”. E ha fatto saltare quel sottile ormeggio che ancora teneva legati il centinaio di attivisti, tutti membri dei gruppi territoriali.
Faranno il passo fuori appena dopo le “comunarie”, ovvero al termine delle procedure per l’indicazione del candidato sindaco grillino per Palazzo Tursi. Il M5S sta per perdere il suo esercito silenzioso di attivisti sui territori, quelli che hanno costruito le vertebre del Movimento nei quartieri, nei Municipi. E il cielo delle elezioni comunali a Genova, per il M5S si fa scuro: non soltanto il gruppo di fuoriusciti sta per diventare sempre più numeroso, nel solco del primo a strappare, l’ex capogruppo in consiglio comunale, Paolo Putti, ma comincia ad organizzare le truppe
E gli attivisti sulla soglia sono certi: «Dopo questa risposta, ennesima chiusura ad ogni tentativo di riportare la partecipazione all’interno del M5S, siamo pronti a sostenere qualsiasi lista civica che possa frenarlo». Insomma se Paolo Putti, come continua a ribadire, non si ripresenterà alle comunali, tutto il suo sempre più ampio gruppo potrebbe diventare il più pericoloso nemico sulla strada sempre più in salita per Palazzo Tursi.
Nei giorni scorsi, gli attivisti avevano scritto una lettera a Beppe Grillo e allo Staff, per cercare con un ultimo tentativo, metodologico, di «salvare la democrazia» nel Movimento: "Il metodo Genova vìola il Regolamento", hanno firmato la lettera in ottanta, aggregati in un solo giorno e mezzo, e le firme continuano ad arrivare. Nel mirino finisce quello che probabilmente accadrà: che ci sia un unico candidato sindaco, Luca Pirondini, che sarà in corsa perché sostenuto da almeno 27 candidati consiglieri comunali, mentre gli altri candidati sindaco non raggiungeranno la "quota" minima di candidati consiglieri e saranno esclusi. Come sta accadendo a Marika Cassimatis, che potrebbe non raggiungere il numero sufficiente di "sostenitori" consiglieri comunali.
"Il metodo Genova prevede o nessuna votazione, o al massimo che si possa votare il candidato sindaco", denunciano gli Ottanta, saranno infatti i candidati consiglieri comunali a "scegliere" il proprio candidato sindaco: il nome di chi sarà scelto si tirerà dietro la lista "bloccata" di consiglieri, che nessuno ha votato
E pure il sindaco potrebbe non passare dalle maglie della Rete: solo chi avrà un sufficiente numero di consiglieri potrà candidarsi e, appunto, a Genova, l'unico che certamente ce la farà è, guarda caso, sibilano gli Ottanta, il favorito Luca Pirondini. "Le votazioni così saranno inficiate", denunciano i militanti nel documento rivolto a Grillo, chiedendogli di sanare la situazione, prima della fine delle procedure. E attaccano: "Il metodo sta creando legami di convenienza invece che di trasparenza, tra i candidati sindaci e i candidati consiglieri", denunciano, ancora più pesantemente i grillini che invocano Grillo e lo Staff: "Rivedete il metodo per non disgregare ulteriormente la comunità degli attivisti, già fortemente sfibrata"
A firmare la lettera, partita la scorsa settimana, prima che anche il consigliere regionale Francesco Battistini uscisse dal M5S, è pure il suo collega, Gabriele Pisani, consigliere regionale grillino. Pisani, con l'altro consigliere regionale Andrea Melis, vivrebbe con riservato disagio la permanenza nel gruppo grillino in Regione. Per ora, però, hanno deciso di non fare alcun passo verso Battistini che martedì ha abbandonato il Movimento e che ieri, per la prima volta, si è seduto tre seggi più in là, rispetto agli altri portavoce grillini, unico esponente del neonato Gruppo Misto- LiberaMente.
Il destino degli Ottanta - che hanno già superato il centinaio - è stato segnato dalla risposta dello Staff alla loro lettera. Domenica, infatti, è arrivata, perentoria, la risposta dello Staff: "Il Metodo Genova non costituisce alcuna violazione del Regolamento e del Non Statuto difatti tale metodo è stato presentato e promosso dagli organi di garanzia del Movimento stesso sul sito www.movimento5stelle.it, il solo organo deputato a indicare le modalità di selezione delle candidature". Insomma, solo perché è stato pubblicato sul sito, chiosano gli Ottanta, il Metodo allora rispetta il Regolamento
Lo Staff risponde citando l'articolo 7 del Non Statuto, in cui si sottolinea che "le regole relative al procedimento di candidatura e designazione a consultazioni elettorali e locali potranno essere meglio determinate in funzione della tipologia della consultazione ed in ragione dell'esperienza che verrà maturata nel frattempo". «Cosa vuol dire? - commentano gli attivisti - che il Regolamento si deve adattare alle diverse occasioni? Che le regole valgono, ma anche possono cambiare in base alle "tipologie di consultazione"?».
Lo Staff, soprattutto, rispedisce al mittente l'accusa di "convenienza" che potrebbe animare i candidati: "Il Metodo Genova incoraggia i partecipanti a fare una scelta meritocratica che va in una direzione diametralmente opposta rispetto alle paventate logiche di convenienza". Non solo, ribadisce che collegare il nome del sindaco a una fila di candidati consiglieri comunali "uscirà una squadra costruita intorno alla figura del sindaco, con un criterio naturale meritocratico".
«Irricevibile - stabiliscono gli attivisti - abbiamo provato ad entrare nel merito, lavorare concretamente, al di là di polemiche. Nulla. Questo "metodo" per noi non è valido, travisa lo spirito e le regole del Movimento stesso». E sono pronti ad uscire. E soprattutto, cosa ben più preoccupante per la portavoce regionale Alice Salvatore che sta portando avanti tutte le procedure per le selezioni dei candidati, sono pronti a combattere, alle urne, quello che definiscono «il Movimento tradito»
http://genova.repubblica.it/cronaca/2017/03/01/news/cinque_stelle_schiaffo_dallo_staff_di_beppe_grillo_cento_pronti_a_lasciare-159546471/
Faranno il passo fuori appena dopo le “comunarie”, ovvero al termine delle procedure per l’indicazione del candidato sindaco grillino per Palazzo Tursi. Il M5S sta per perdere il suo esercito silenzioso di attivisti sui territori, quelli che hanno costruito le vertebre del Movimento nei quartieri, nei Municipi. E il cielo delle elezioni comunali a Genova, per il M5S si fa scuro: non soltanto il gruppo di fuoriusciti sta per diventare sempre più numeroso, nel solco del primo a strappare, l’ex capogruppo in consiglio comunale, Paolo Putti, ma comincia ad organizzare le truppe
E gli attivisti sulla soglia sono certi: «Dopo questa risposta, ennesima chiusura ad ogni tentativo di riportare la partecipazione all’interno del M5S, siamo pronti a sostenere qualsiasi lista civica che possa frenarlo». Insomma se Paolo Putti, come continua a ribadire, non si ripresenterà alle comunali, tutto il suo sempre più ampio gruppo potrebbe diventare il più pericoloso nemico sulla strada sempre più in salita per Palazzo Tursi.
Nei giorni scorsi, gli attivisti avevano scritto una lettera a Beppe Grillo e allo Staff, per cercare con un ultimo tentativo, metodologico, di «salvare la democrazia» nel Movimento: "Il metodo Genova vìola il Regolamento", hanno firmato la lettera in ottanta, aggregati in un solo giorno e mezzo, e le firme continuano ad arrivare. Nel mirino finisce quello che probabilmente accadrà: che ci sia un unico candidato sindaco, Luca Pirondini, che sarà in corsa perché sostenuto da almeno 27 candidati consiglieri comunali, mentre gli altri candidati sindaco non raggiungeranno la "quota" minima di candidati consiglieri e saranno esclusi. Come sta accadendo a Marika Cassimatis, che potrebbe non raggiungere il numero sufficiente di "sostenitori" consiglieri comunali.
"Il metodo Genova prevede o nessuna votazione, o al massimo che si possa votare il candidato sindaco", denunciano gli Ottanta, saranno infatti i candidati consiglieri comunali a "scegliere" il proprio candidato sindaco: il nome di chi sarà scelto si tirerà dietro la lista "bloccata" di consiglieri, che nessuno ha votato
E pure il sindaco potrebbe non passare dalle maglie della Rete: solo chi avrà un sufficiente numero di consiglieri potrà candidarsi e, appunto, a Genova, l'unico che certamente ce la farà è, guarda caso, sibilano gli Ottanta, il favorito Luca Pirondini. "Le votazioni così saranno inficiate", denunciano i militanti nel documento rivolto a Grillo, chiedendogli di sanare la situazione, prima della fine delle procedure. E attaccano: "Il metodo sta creando legami di convenienza invece che di trasparenza, tra i candidati sindaci e i candidati consiglieri", denunciano, ancora più pesantemente i grillini che invocano Grillo e lo Staff: "Rivedete il metodo per non disgregare ulteriormente la comunità degli attivisti, già fortemente sfibrata"
A firmare la lettera, partita la scorsa settimana, prima che anche il consigliere regionale Francesco Battistini uscisse dal M5S, è pure il suo collega, Gabriele Pisani, consigliere regionale grillino. Pisani, con l'altro consigliere regionale Andrea Melis, vivrebbe con riservato disagio la permanenza nel gruppo grillino in Regione. Per ora, però, hanno deciso di non fare alcun passo verso Battistini che martedì ha abbandonato il Movimento e che ieri, per la prima volta, si è seduto tre seggi più in là, rispetto agli altri portavoce grillini, unico esponente del neonato Gruppo Misto- LiberaMente.
Il destino degli Ottanta - che hanno già superato il centinaio - è stato segnato dalla risposta dello Staff alla loro lettera. Domenica, infatti, è arrivata, perentoria, la risposta dello Staff: "Il Metodo Genova non costituisce alcuna violazione del Regolamento e del Non Statuto difatti tale metodo è stato presentato e promosso dagli organi di garanzia del Movimento stesso sul sito www.movimento5stelle.it, il solo organo deputato a indicare le modalità di selezione delle candidature". Insomma, solo perché è stato pubblicato sul sito, chiosano gli Ottanta, il Metodo allora rispetta il Regolamento
Lo Staff risponde citando l'articolo 7 del Non Statuto, in cui si sottolinea che "le regole relative al procedimento di candidatura e designazione a consultazioni elettorali e locali potranno essere meglio determinate in funzione della tipologia della consultazione ed in ragione dell'esperienza che verrà maturata nel frattempo". «Cosa vuol dire? - commentano gli attivisti - che il Regolamento si deve adattare alle diverse occasioni? Che le regole valgono, ma anche possono cambiare in base alle "tipologie di consultazione"?».
Lo Staff, soprattutto, rispedisce al mittente l'accusa di "convenienza" che potrebbe animare i candidati: "Il Metodo Genova incoraggia i partecipanti a fare una scelta meritocratica che va in una direzione diametralmente opposta rispetto alle paventate logiche di convenienza". Non solo, ribadisce che collegare il nome del sindaco a una fila di candidati consiglieri comunali "uscirà una squadra costruita intorno alla figura del sindaco, con un criterio naturale meritocratico".
«Irricevibile - stabiliscono gli attivisti - abbiamo provato ad entrare nel merito, lavorare concretamente, al di là di polemiche. Nulla. Questo "metodo" per noi non è valido, travisa lo spirito e le regole del Movimento stesso». E sono pronti ad uscire. E soprattutto, cosa ben più preoccupante per la portavoce regionale Alice Salvatore che sta portando avanti tutte le procedure per le selezioni dei candidati, sono pronti a combattere, alle urne, quello che definiscono «il Movimento tradito»
http://genova.repubblica.it/cronaca/2017/03/01/news/cinque_stelle_schiaffo_dallo_staff_di_beppe_grillo_cento_pronti_a_lasciare-159546471/
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