venerdì 29 settembre 2017

Referendum Catalogna: governo spagnolo ordina di presidiare e sigillare i seggi E DI MAIO ZITTO

Il governo spagnolo cerca in tutti i modi di impedire la consultazione sull'indipendenza di domenica prossima




Diventa sempre più difficile immaginare che cosa accadrà in Catalogna domenica prossima, il primo ottobre, quando è convocato il referendum sull'autodeterminazione contestato dal governo centrale di Madrid

 La procura generale spagnola ha fatto due passi decisivi per impedirlo
 Prima ha ordinato ai Mossos d'Esquadra, la polizia autonoma regionale catalana, di identificare e interrogare tutti i responsabili pubblici di istituzioni, come scuole o locali comunali, coinvolti nella preparazione del voto, e di notificare che si tratta di un'azione illegale per la quale rischiano una denuncia per sedizione
 Poi, nella serata, ha stabilito che i luoghi previsti come seggi per le urne del referendum dovranno essere sigillati nella giornata di sabato e che la polizia dovrà controllare che sia impossibile per qualsiasi cittadino catalano esprimere il proprio voto




 L'ordinanza del procuratore capo, José Maria Romero de Tejada, dice anche che deve essere proibita la collocazione di urne "volanti" nel giro di cento metri dai locali indicati dal governo di Carles Puigdemont come seggi elettorali

Messe così le cose è veramente difficile che il referendum possa svolgersi. Ma quello della procura è solo un altro passo che contribuirà a aumentare la tensione




 Ora nel fronte secessionista c'è chi pensa di occupare i seggi per impedire che la polizia li possa chiudere. E chi, come l'assemblea dei contadini catalani, invita a usare i trattori per difendere i seggi

 Decisivo sarà anche l'atteggiamento della polizia regionale che contesta l'ordine di sottoporsi all'autorità del ministero degli Interni - il suo capo diserta le riunioni di coordinamento - e potrebbe adempiere molto malvolentieri alle direttive della Procura costringendola a mettere in campo gli agenti della Guardia civile, una polizia che i nazionalisti catalani considerano "forze d'occupazione"



Nel governo catalano è scoppiata la polemica su cosa fare dopo il primo ottobre. Il partito del presidente Puigdemont, il PDeCat, erede di Jordi Pujol e Artur Mas, si oppone alla possibilità di una dichiarazione unilaterale di indipendenza e propone, nel caso si riesca comunque a fare il referendum, un periodo di transizione "per aprire un dialogo con Madrid e con l'Europa", mentre sia l'altra metà del governo, ossia Esquerra Repubblicana, e soprattutto gli anticapitalisti della Cup, che lo appoggia dall'esterno, vorrebbero passare subito alle vie di fatto.

Il premier spagnolo Mariano Rajoy, che a Washington ha incontrato Trump, e molti suoi consiglieri alla Moncloa, temono una pericolosa accelerazione della crisi all'inizio della prossima settimana




 Il 6 ottobre per gli indipendentisti catalani è un'altra data storica. Quel giorno nel 1934 un predecessore di Puigdemont, Lluís Companys, aprì il balcone del palazzo della Generalitat, sede del governo regionale, nella bellissima plaça Sant Jaume, a Barcellona, per dichiarare l'indipendenza della Catalogna. Allora durò appena un giorno

Per la crisi che ormai sembra avvitarsi sempre di piú, con il governo catalano che insiste nello svolgere il referendum e il governo centrale che vuole impedirlo a tutti i costi, Rajoy ha deciso di rinunciare al vertice europeo di Tallin in Estonia previsto per il 28 e 29 settembre. Il primo ministro resterà a Madrid a coordinare tutte le azioni anti-referendum catalano





http://www.repubblica.it/esteri/2017/09/26/news/spagna_catalogna_referendum-176591935/

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