sabato 26 gennaio 2019

Scandalo a Torino: Burger King dentro la PUBBLICA università


All’ora di punta per il pranzo il Burger King appena aperto al piano terra della futura sede del dipartimento di Lingue dell’Università di Torino è immerso in una scena da assedio medievale
Dentro sono rimasti in pochi a mangiare i loro panini e per di più devono fare attenzione a non finire tra gli spintoni che si stanno dando i militanti e agenti della Digos


Fuori, impossibilitati ad accedere al fast food dallo schieramento di carabinieri in assetto anti-sommossa che presidiano tutti gli ingressi, ci sono un centinaio di studenti chiamati a raccolta dal movimento «Noi Restiamo», sigla di sinistra che da qualche mese ha giurato battaglia contro l’apertura del ristorante che ha trovato la sua nuova sede proprio dentro all’Ateneo

L’assedio del Burger King si consuma nel primo pomeriggio e termina a pochi metri da lì, sotto al rettorato, con cariche contro gli studenti che tentano di raggiungere il rettore per chiedere conto delle politiche di gestione degli spazi dell’ateneo

Per gli scontri tre manifestanti sono stati identificati dalla polizia

È una «battaglia» iniziata qualche settimana fa e che ha visto schierarsi studenti sia di destra che di sinistra contro il fast food

 Ma ci sono anche alcuni docenti dell’Ateneo che non hanno digerito questa convivenza determinata da vecchi accordi economici già chiusi

Questa storia ha inizio nove anni fa, quando gli organi accademici votarono un progetto per la costruzione della palazzina Aldo Moro e lo fecero pensando a un Project financing tra pubblico e privato

Il privato - l’U.s.p. University Service Project - si fa carico della costruzione dell’edificio e dei lavori di gestione della struttura per 29 anni;
 l’Università paga tutto (50 milioni di euro) in 30 anni senza interessi e alla fine diventa proprietaria dell’intera struttura

I locali al piano terra, che per 30 anni sono in gestione esclusiva della società che costruisce l’edificio, vengono destinati a uso commerciale ma l’Ateneo, dopo la firma del contratto, non ha più voce in capitolo su cosa sarà aperto al loro interno

 Ed è qui che nascono i problemi, perché nel locale che si trova proprio davanti a Palazzo Nuovo, la storica sede delle Facoltà umanistiche,
compare l’insegna del Burger King

«Una scelta intollerabile che va contro la nostra missione di educatori e non tiene conto del fatto che nella zona ci sono anche molti studenti minorenni», tuonano alcuni docenti dell’Università

«L’ennesima intromissione dei privati che si prendono una fetta di spazzi che dovevano essere destinati a noi»,
 commentano gli studenti che hanno aderito alla manifestazione

L’Ateneo, da parte sua, spiega più volte che non ci può più fare nulla, l’accordo è vecchio di nove anni

Eppure, da un certo punto di vista, le proteste contro questa apertura iniziarono proprio in quei giorni, quando i collettivi di sinistra presenti con i loro eletti negli organi accademici, al grido di: 
«Fuori i privati dall’Università», votarono contro l’ipotesi del progetto

Ma la guerra del fast food non è finita
 Per il 31 gennaio gli studenti si sono dati appuntamento per colpire un nuovo bersaglio che aprirà a breve nella stessa zona, in una vecchia residenza dell’ente per il diritto allo studio

Questa volta non si tratta di un Burger King ma di McDonald’s

 Anche per questa manifestazione il rischio è che il clima si surriscaldi ancora





https://www.lastampa.it/2019/01/25/italia/linedita-alleanza-profstudenti-contro-burger-king-allateneo-gM36FAhybSP6YEVfn9jyAM/pagina.html

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