venerdì 11 gennaio 2019

Senatrice M5S Taverna: tribunale di Roma sfratta la madre dalla casa popolare

La sesta sezione del Tribunale Civile di Roma ha respinto il ricorso di Graziella Bartolucci - l'anziana madre della vice presidente del Senato Paola Taverna, del Movimento 5 Stelle - contro l'Ater di Roma ed il Campidoglio che avevano dichiarato decaduto il suo diritto a risiedere nella casa popolare che le era stata assegnata nel 1994 in zona Quarticciolo
La sentenza condanna la donna anche al pagamento delle spese legali
La verifica dell'Ater, partita nel 2014, si era conclusa a fine 2017 con l'avvio delle procedure per la decadenza del titolo a risiedere nell'appartamento
Il reddito della famiglia Taverna infatti - con la figlia Paola risultata intestataria di diverse proprietà immobiliari tra Roma e Olbia- sarebbe stato ritenuto sproporzionato alla permanenza in una casa popolare con affitto a canone calmierato


 Ora l'Ater potrà procedere al decreto che chiede il rilascio dell'appartamento, poi sarà il Campidoglio a dover eseguire lo sfratto qualora la signora Bartolucci non volesse abbandonare la casa

A ottobre la senatrice grillina era intervenuta prendendo le difese della madre: "Credo che mia madre stia agendo bene", aveva spiegato Taverna
L’abitazione è entrata nel gorgo del dibattito politico quando, a ottobre, Repubblica aveva scovato che la signora Bartolucci non sarebbe in possesso dei requisiti per abitare nella casa popolare, di cui si configurerebbe quindi come un’occupante abusiva

Il 10 gennaio il Tar ha pubblicato la sentenza con cui ha rigettato il ricorso della familiare della Taverna, che dovrà pagare le spese legali e lasciare l’abitazione che, secondo il Tribunale, occupa abusivamente

 A procedere con lo sfratto della donna, oggi ottantenne, dovrebbe – nei fatti – essere il Campidoglio di Virginia Raggi

La storia della casa
Nel 1994 l’assegnazione dell’appartamento era stata perfettamente regolare, ma secondo gli accertamenti portati avanti dall’Ater, l’agenzia che gestisce e assegna le case popolari nel Lazio, la mamma di Paola Taverna avrebbe perso già da alcuni anni il diritto ad abitare quella casa, per cui paga un canone di circa 100-150 euro al mese (stando alle tariffe medie)

Il complesso dei beni di proprietà del suo nucleo familiare, infatti, supera di molto i limiti previsti dal regolamento per l’assegnazione degli alloggi

I giudici del Tar non sono dunque d’accordo con la linea difensiva tenuta nei mesi scorsi dalla più importante senatrice grillina: “Mia madre percepisce una pensione minima e vive in una casa popolare dove ho vissuto anch’io per anni, credo abbia il diritto di morire nella stessa casa dove è vissuta“

Cosa pensava la Taverna delle case popolari
Paola Taverna era stata, nel 2016, una delle protagoniste delle proteste del Movimento durante lo scandalo Affittopoli a Roma, quando si era scoperto che diverse dimore del Campidoglio, anche in pieno centro storico, erano locate a canoni irrisori

All’epoca – in un’intervista a Radio Cusano – si lamentava dei privilegi di quei politici romani che “da trent’anni distribuiscono ingiustamente case popolari ad amici e parenti


Appena saranno note le motivazioni della sentenza,
 l'Ater emetterà un'altra ordinanza di sfratto e il Comune guidato da Virginia Raggi (M5S) dovrà eseguire lo sgombero

La donna vive nella casa comunale dal 1994 dove paga un affitto di circa 150 euro, ma da anni ha perso il diritto a vivere nell'immobile

Questo perché la figlia, Paola Taverna è proprietaria di 4/6 di un immobile a Olbia, «partecipato» con delle quote anche dalla stessa madre, nonché di un locale commerciale su via Prenestina e, soprattutto, di un appartamento a Torre Angela

E proprio qui, secondo gli ispettori Ater che hanno concluso l'indagine nel 2014, potrebbe tranquillamente portare sua madre

Da quel momento sono passati 4 anni, tra controdeduzioni e carteggi
 E alla diatriba legale si sovrappone quella tra palazzi sulle rispettive competenze
Ater ha messo nero su bianco che, da parte loro l'iter si è concluso con l'emissione del decreto di rilascio, impugnato dalla famiglia presso il Tribunale di Roma 

Quando scoppiò il caso lo scorso ottobre la sindaca Virginia Raggi,  in prima linea per gli sgomberi nella Capitale, disse: «Sicuramente gli uffici - spiega la sindaca - faranno tutte le indagini e si seguirà la legge esattamente come per tutte le altre persone»

«Ricordate quando la vice-presidente del Senato Paola Taverna è stata beccata a occupare abusivamente una casa popolare alla quale la famiglia non ha diritto
 Che ha fatto?
 L'ha subito liberata per metterla a disposizione di chi ha davvero bisogno in una città devastata dall'emergenza casa? 
Macché
Ha fatto ricorso al Tar! 
E ha perso! 
Cosa aspetta Virginia Raggi a cacciarla? 
Ormai quelli del M5S di popolare hanno solo la casa»
Lo dichiara Luciano Nobili, deputato del Partito democratico










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