sabato 23 febbraio 2019

“Sistema Siracusa”: PM che pilotavano i processi a suon di corruzione, coinvolta l'Eni


È stato arrestato questa mattina su provvedimento della Procura di Messina Ezio Bigotti, 54 anni, imprenditore pinerolese già coinvolto nello scandalo Consip Bigotti è accusato di corruzione in atti giudiziari e falso ideologico commesso da pubblico ufficiale
 Bigotti adesso è ai domiciliari
Con lui in carcere è finito anche Massimo Gaboardi
 L’inchiesta che ha di nuovo travolto il titolare della Sti di Pinerolo riguarda una maxi organizzazione che negli ultimi mesi ha portato in carcere già 13 persone

 I pm della Procura parlano di “Sistema Siracusa” ovvero dell’esistenza di un comitato d’affari in grado di pilotare procedimenti giudiziari a suon di corruzione

Bigotti, che è il compagno dell’ex assessore regionale ai trasporti Barbara Bonino, era già stato travolto dallo scandalo Consip: 
era stato arrestato il 6 febbraio dello scorso anno ed era già finito allora ai domiciliari

 Dove è rimasto fino a poche settimane fa
La sua azienda la STI, nel frattempo, è stata in parte già ceduta

L’arresto di stamane è legato all’inchiesta di mesi fa che sulla base delle dichiarazioni rese dai principali indagati (i legali Piero Amara e Giuseppe Calafiore) ha portato a sviluppi investigativi

 Nel provvedimento cautelare di oggi, spiegano gli inquirenti, sono state ricostruite le modalità illecite dei legali, con l’ausilio del ex sostituto procuratore di Siracusa Giancarlo Longo e di alcuni consulenti della procura nominati da quest’ultimo, per favorire Bigotti nell’ambito degli accertamenti condotti a carico delle imprese a lui riconducibili presso le procure di Torino, Roma e Siracusa nonché in sede tributaria (all’esito della richiesta di voluntary disclosure avanzata da una società del gruppo Bigotti anche in relazione ad accertamenti all’epoca dei fatti in corso da parte dell’Agenzia delle entrate)

Perquisizioni delle fiamme gialle sono state disposte nei confronti degli indagati nelle Province di Roma, Milano e Torino


MESSINA
 Grazie all’intervento dell’ex pm di Siracusa Giancarlo Longo, già arrestato per corruzione, l'imprenditore piemontese Ezio Bigotti avrebbe ottenuto l'archiviazione di un’indagine per reati tributari aperta a suo carico

 L’inchiesta, inizialmente nata a Torino, venne prima spostata a Roma e poi a Siracusa
 E’ quanto emerge dalle indagini della Finanza di Messina che oggi ha arrestato per corruzione in atti giudiziari Ezio Bigotti, noto imprenditore piemontese, presidente del gruppo STI aggiudicatario di numerose e importanti commesse della Centrale acquisti del Tesoro

A raccontare la vicenda ai pm messinesi titolari del procedimento sono stati gli avvocati Piero Amara e Giuseppe Calafiore che, dopo essere stati arrestati nell’ambito di una indagine che ha svelato un comitato di affari che pilotava le indagini alla procura di Siracusa con la complicità di Longo, stanno collaborando con gli inquirenti

 I due legali hanno, con le loro rivelazioni, consentito di svelare una serie di corruzioni giudiziarie al Consiglio di Stato e al Consiglio di Giustizia Amministrativa della Sicilia

L’avvocato Amara avrebbe comunicato a Longo che il fascicolo stava arrivando al suo ufficio
 I due avrebbero concordato la nomina di consulenti ad hoc che avrebbero «aiutato», con perizie di favore, il magistrato ad archiviare l’indagine

Bigotti, ex titolare del gruppo STI e legale rappresentante della Exitone, era stato presentato da Amara a Calafiore come uno dei suoi migliori clienti
 Secondo un metodo consolidato i legali si erano messi a disposizione dell’imprenditore per «sistemare» le inchieste a suo carico

Calafiore ha raccontato ai pm che per la vicenda Bigotti aveva ricevuto da Amara 20mila euro da dare al pm Longo in quattro mazzette da 5mila euro con banconote da cinquanta euro

L'ex magistrato, che nel frattempo ha patteggiato una condanna a 5 anni per corruzione, avrebbe ritirato il denaro, messo in una busta, nel suo bagno privato in Procura

Nel provvedimento odierno, in sintesi, evidenziano le Fiamme gialle, «sono state ricostruite plurime modalità illecite poste in essere» dagli avvocati Amara e Calafiore con l’ausilio del ex sostituto procuratore della Repubblica di Siracusa, Giancarlo Longo e di alcuni consulenti della Procura nominati da quest’ultimo, «per favorire Bigotti nell’ambito degli accertamenti condotti a carico di imprese a lui riconducibili presso le Procure di Torino, Roma e Siracusa nonchè in sede tributaria (all’esito della richiesta di voluntary disclosure avanzata da una società del gruppo Bigotti anche in relazione ad accertamenti all’epoca dei fatti in corso da parte dell’Agenzia delle Entrate

L'indagine, che questa mattina ha portato agli arresti domiciliari anche Massimo Gaboardi, ex tecnico petrolifero Eni, ha fatto piena luce anche «su una complessa operazione giudiziaria ordita da Amara realizzatasi grazie all’asservimento del pm Longo, al fine di ostacolare l’attività di indagine svolta dalla Procura di Milano nei confronti dei vertici dell’Eni»

Le Fiamme Gialle hanno eseguito perquisizioni nei confronti degli indagati nelle Province di Roma, Milano e Torino





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