lunedì 18 marzo 2019

Fruitarian Gigolò: melarismo transizione al carnismo

Nel caravanserraglio del fruttarismo (nella variante improponibile) e della sua gioventù bruciata

Pape Satàn, pape Satàn aleppe
Dante Alighieri, "Divina Commedia" (Paradiso: VII, 1-6)

Questo è un articolo che non avrei mai voluto scrivere, dato che mi tocca scriverlo con lingua biforcuta pronunciando
 parole al vetriolo
 Ma questo articolo contro il fruttarismo (nella variante insostenibile) è scritto per il bene del fruttarismo stesso
Non ci occuperemo di persone, non pronunceremo nomi, ma ci limiteremo ai fatti, ovvero alle cose dette ed alle cose fatte
Il fruttarismo insostenibile è un caravanserraglio dove confluiscono tutti i falliti ed tutti i fallimenti di un fruttarismo senza via d’uscita
 Il campionario umano, da cui è composto, è vario come una boutique di bigiotteria,
 vi troviamo: 
semifruttariani, pseudo-fruttariani (con i pommes de terre e frutti di mare annessi)[1], post-fruttariani, post-igienisti (dediti ormai all’igiene innaturale), fruttaliani, neo-fruttisti (esistenti solo nella fantasia tardo - ma molto tardo -  igienista), narco-frut-tanye; liquidariani, MALONISTI pentecostali della Val di Non, perettiani (amanti della peretta), pranici dal lunedì al venerdì e chi più ne ha più ne metta

Va subito detta una cosa fondamentale, chiunque ha parlato a favore del fruttarismo, a qualunque titolo lo abbia fatto ed in qualunque modo lo abbia portato avanti, ha dalla sua compiuto un' azione meritoria di ogni lode, visto che ha contribuito comunque a far aprire gli occhi su un argomento largamente ignorato dalla maggior parte delle persone, nonostante sia così vitale per la nostra esistenza

Se oggi il fruttarismo è una tematica conosciuta da sempre più gente, è merito di tutti quelli che nel tempo ne hanno divulgato e diffuso la pratica (si pensi all’igienismo), a prescindere delle debolezze teoriche e dagli errori pratici che si possono essere commessi
Fatta questa premessa doverosa, però va anche detto che quelli che hanno contribuito alla espansione della coscienza di chi si è accostato alle tematiche di una alimentazione e di uno stile di vita naturali, hanno purtroppo contribuito anche a diffondere un immagine fragile della pratica fruttariana, con non sempre adeguate basi scientifiche e storiche, spesso sconfinanti solo in uno spiritualismo newage approssimativo
 Inoltre, spesso la pratica fallimentare di molte esperienze ha portato alla mancata diffusione del fruttarismo in più ampi strati della popolazione civilizzata

Molti di questi praticanti il fruttarismo insostenibile (contra naturam) hanno finito per mollare il fruttarismo, spesso anche abiurandolo e ricadendo, in alcuni casi, nella pratica e nell’affermazione del qualunquismo onnariano e nell'ematofagia senile

Il fruttarismo insostenibile ha tanti volti e tante cause di fallimento, che si ritrovano nel abbecedario fruttarolo buono per ogni stagione:

 digiuni, respirarismo con nutella e pollo al forno nel weekend; dolciariani (solo frutta dolce) per i quali il melone è un frutto mentre la zucca (sua cugina) è un non si sa che cosa; acidariani (arancisti, pompelmisti, limonisti..) che confondano il proprio corpo per un sanitario da scrostare; quelli fedeli alla peretta; gli starkivori; i simbionti da supermercato; e via scivolando nell’immaginario derelitto postmoderno

Purtroppo questa eletta schiera, addestrati dalle litanie e dalle elucubrazioni dei tanti profeti che pullulano su fessbook o idiotube una volta terminato malamente l’esperimento, finisce per pontificare sul fruttarismo in un modo che spesso rasenta lo sproloquio risentito per il mal riuscito tentativo (il risentimento, questo male oscuro, inclinazione congenita della piccola borghesia), spaventando ed allontanando i curiosi, ammoniti dalle loro infruttuose gesta
E così, mestamente e sommessamente, ci tocca ritrovarceli a nutrirsi nuovamente di cadaveri, quando va bene vegetali ( a botta di krauti, kartofen e pannocchie), se non addirittura animali intinti nel sacro olio di Re David;
 ce li ritroviamo a mangiare insetti ed argilla finissima; a vendere purganti (naturali, ovviamente), magiche pozioni per la depurazione, acque alcaline o previsioni astrologiche;  oppure che vagano da una moda alimentare all’altra, che sia la paleodieta, la mesodieta o la neorincodieta

 Oppure te li ritrovi semplicemente ad essere degli onnariani qualunque
 In ogni caso intortando l’ignaro, con discorsi degni di un cicap(pino) senza speranza, o da esperto porno-dietologo osceno (o-scemo)

Spesso alieni da ogni gradualità o transizione soppesata, anche dal punto di vista sociale e psicologico, i fruitarian gigolò erano e sono quelli protesi a partire con voli pindarici verso il paradiso terrestre,
 magari nella villeta di quartiere con wifi assicurato, per poi ritrovarsi poco dopo semplicemente nelle file della gioventù frutarian bruciata

Tra un digiuno, un succo d’arancia e un po’ di bicarbonato per via rettale, giù via così a disdegnare qualsiasi contatto con la realtà, e li vediamo prima schizzinosi verso qualsiasi concessione ad un fruttarismo sostenibile anche sul piano sociale e psicologico, magari fatto di frutta cotta e manipolata, e che vuole essere ecumenico in un mondo artificiale ed artefatto; e così dopo aver disdegnato la carpotecnia, la cucina fruttariana, in nome del simbiotismo del frutto raccolto dall’albero vicino al bidone della spazzatura, dopo te li ritrovi a diventare loro stessi il bidone della spazzatura della coprotecnia universale e a brindare con sperma
 juice equina
Vorremmo, con questo piccolissimo pamphlet, che chiunque si avvicini al fruttarismo lo faccia con il cuore e con la ragione, sia esigente con se stessi per esserlo poi, magari, anche con gli altri;
 non abbandoni la questio centralis della civiltà alla sconclusionata improvvisazione dell’improponibile fruttarismo postmoderno, dove la salute (cioè salus, la salvezza) è consegnata al collage delle proprie paranoie psichedeliche, sorseggiando
 una limonata, tra un
 respiro pranico e l’altro, in attesa del MALONE D'ORO

Che nessuno ne abbia male, di questo sarcasmo doloroso della mia penna, non era polemòs, ma solo pathos, affinché ci si possa tutti ritrovare uniti, in questo percorso fondamentale per la vita eterna

Scusate, il mio sfogo, ora che ho finito vi aspetto però tra le mie braccia; cari fratelli, vi porgo un abbraccio affettuoso, succoso e sincero

Firmato, Mr. Stark

P.S. Mr stark è nato sulla montagna al tempo in cui le montagne erano alberi


[1] Nel fruttarismo postmoderno, tutto è consentito;

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