lunedì 18 marzo 2019

Non bastava il cancerogeno 5G? In Cina e Finlandia già progettano il mortale 6G


 Mentre il 5G si prepara al suo debutto globale, nel nord della Finlandia, precisamente ad Oulu, si pensa già al futuro e si studia la nuova generazione
 delle reti: il 6G
 Sebbene il biondissimo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, lo con sideri già “reatà” le reti in 6G sono ancora allo stadio embrionale, creature che hanno ancora bisogno di studi per crescere
 I ricercatori hanno previsto il 2030 come scadenza per affinare ed utilizzare la nuova rete veloce

Il progetto 6Genesis, spinto dal governo finlandese e sostenuto ancge dall’Accademia delle scienze di Helsinki, è guidato dall’università di Oulu
 Dal suo lancio, nel 2018, ha già raccolto, tra provviste pubbliche, finanziamenti europei e investimenti di persone private ben 251 milioni di euro
 Non certo pochi spicci per dare alla luce la nuova rete dopo il 5G Al momento una ventina di ricercatori è impegnata sul 6G, ma l’obiettivo è quello di avere 300 persone a lavoro entro 4-5 anni, questo perché, come è già successo per il 5G, gli studi sulle telecomunicazioni si evolvono in ambiti complementari, toccando vari ambiti di interesse, così da dar luogo alla necessità di avere molte persone impegnate per il raggiungimento dell’obiettivo

 “Aggiungiamo livelli di studio di anno in anno”, spiega Pouttu, dopo che il programma ha mosso i primi passi dallo scorso settembre

 “Entro il 2020, per esempio, consideriamo di coinvolgere la ricerca in cybersecurity”, spiega il vicedirettore
 Una delle priorità per l’evoluzione delle tecnologie di connessione riguarda i materiali
 “Con gli attuali ci fermiamo appena sotto i terahertz”, 
osserva Pouttu
Per surclassare al gradino successivo e superare il 5G, la ricerca dovrà sviluppare nuovi materiali che permettano di aumentare lo spettro di banda, permettendo di trasportare
 ancora più dati

  “Il 6G consentirà di raccogliere, processare, elaborare e adoperare i dati in maniera automatica quasi in simultaneità”,
 precisa Pouttu

L’università Finlandese di Oulu è stato uno dei primi centri ad avviare un programma sul 6G

 Nokia ha aderito al piano ed anche altre importanti aziende come Qualcomm ed Intel stanno iniziando a prestare attenzione alla faccenda

 Inoltre, dopo l’annuncio della Finlandia, anche la Cina ha comunicato che impegnerà le sue risorse per una 
ricerca sul 6G

 Studi sull’evoluzione delle reti rientrano anche nel programma europeo sul grafene, attualmente applicato alla telecomunicazioni, e le società Ericsson e Nokia stanno lavorando per un proficuo e rapido futuro delle reti insieme al Consorzio nazionale interuniversitario per le telecomunicazioni in Italia


Posto che sarà dalla fine di questo 2019 che cominceremo ad avere smartphone che supportano il 5G, il 6G è un progetto ad uno stato poco più che embrionale

Il paese che sta attualmente lavorando a questo progetto è la Finlandia, precisamente l’università di Oulu, con il benestare del governo finlandese e dell’Accademia delle 
scienze di Helsinki
Il progetto si chiama 6Genesis e dal 2018 quando è partito ha già collezionato circa 251 milioni di euro di finanziamenti

Ari Pouttu, il vicedirettore del programma, afferma infatti al Mobile World Congress a Barcellona, di stare brevettando attrezzature e materiali utili per toccare le
 frequenze teraherz


 Continua Pouttu: “Entro il 2020 contiamo di coinvolgere la ricerca in cybersecurity”.
Nella progettazione del 6G sembra che le infrastrutture e i materiali siano
 fondamentali per la riuscita
 Il 5G che, lo ricordiamo, ancora deve essere implementato, sfrutta frequenze nei blocchi 3.4-3.8 gigahertz e 24-25 Ghz

Se si vuole aumentare lo spettro di banda allora si dovrà investire su nuovi materiale che possano permettere il vero salto di qualità, liberando così capacità per trasportare a una latenza ancora più bassa maggiori
 quantità di dati

Sembra che la Finlandia non sia l’unico paese interessato a scoprire l’era post 5G, anche la Cina pare abbia cominciato a fare ricerca a questo proposito, come riporta Su Xin, il capo del gruppo di lavoro sulla tecnologia 5G al Ministero dell’Industria e IT cinese

Si tratta di standard di comunicazione e tra questi tre le differenze principali passano attraverso la velocità di connessione e la latenza, per cui si intende la il gap temporale che passa fra l’invio di uno specifico comando e la sua esecuzione

Il 5G, le cui implementazioni cominceranno a fine anno, avrà una velocità media di circa 1000 volte maggiore del 4G


Il 6G invece porterà la velocità di scaricamento fino
 a 1TB al secondo











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