mercoledì 8 maggio 2019

Carabiniere a capo dello spaccio di marijuana in Sardegna


Chi comprava la droga da loro aveva due possibilità:
 o pagare con i soldi raccolti durante lo spaccio al dettaglio, oppure andare a rubare e recuperare così le somme richieste
 I creditori non aspettavano e facevano sempre valere le loro regole, anche con metodi da film
 I proiettili a casa erano il trattamento più gentile
 Ed è successo che a farne le spese sia stato il padre di uno di quelli che non avevano ancora pagato, che un giorno ha rischiato di essere travolto in pieno da un’auto lanciata a tutta velocità
 Non era un incidente casuale, ma architettato per bene con l’obiettivo di ricordare al figlio dell’anziano di saldare tutti i debiti

 Un’altra volta ha rischiato di passarci una donna, una signora che neanche sapeva dei rapporti del figlio con i narcotrafficanti arrestati oggi in Sardegna

Anche lui aveva da versare una cifra ingente per una partita di marijuana e visto che non riusciva a mettere insieme tutto il denaro, la proposta - che di fatto era un’ordine - ha lasciato senza parole anche gli investigatori che intercettavano la banda:
 «Adesso mandi tua madre a prostituirsi, così porta a casa tutto ciò che ci devi»

Quella finita nella rete degli investigatori (che oggi hanno fatto scattare 14 arresti) era certamente una delle imprese che in Sardegna maturava più utili:

 quasi 3 milioni di euro nel corso dei cinque mesi in cui i produttori e gli spacciatori sono stati tenuti sotto controllo dai carabinieri della compagnia e del comando provinciale di Oristano

 Fin da quando si sono messi sulle tracce di questa organizzazione gli uomini dell’Arma si sono trovati a seguire gli spostamenti e gli affari anche di un loro collega:

 un militare, ora sospeso dal servizio e da oggi in carcere, che era praticamente il capo di una cellula organizzata come una piccola multinazionale

 Era uno dei più temuti dai clienti, perché - dice la procura - usava metodi spietatissimi e qualche volta utilizzava anche la pistola di ordinanza per andare a riscuotere il denaro

 La droga che veniva venduta in tutta la Sardegna era tutta prodotta in loco:
 marijuana a chilometro zero, coltivava all’interno di tante piantagioni, molte delle quali non sono state neanche identificate

 L’isola, si sa, è una delle più grandi piattaforme italiane per la produzione di marijuana e i 13 arrestati oggi avevano costruito una filiera capace di arrivare ovunque

La droga veniva trasportata come se fosse un carico di gioielli: scorta lungo la strada, staffetta per verificare che non ci fossero pattuglie lungo il percorso e uomini armati di fucile e pistola per portare a compimento ogni missione

 «Operavano con metodo imprenditoriale, dimostrando con chiarezza che questo era il loro vero lavoro - racconta il comandante provinciale dei carabinieri, Domenico Cristaldi - Non erano spinti dallo stato di necessità o dalla loro tossicodipendenza

 Anzi, si vantavano di non aver mai fatto uso di stupefacenti e di non aver neanche mai fumato uno spinello»

Il personaggio che ha stupido di più gli investigatori è di certo il più giovane della banda:
 un diciannovenne che si occupava soprattutto di far arrivare la droga nelle scuole superiori

 Ancora studente all’istituto magistrale, ma già espertissimo nella valutazione degli stupefacenti

 Andava a trattare in prima persona con i grossi fornitori ed era riuscito persino a farsi restituire tutti i soldi per una partita che considerava non eccellente

 L’addetto al controllo qualità era lui




https://www.lastampa.it/2019/05/07/italia/piantagioni-di-droga-e-spaccio-in-sardegna-arresti-il-capo-della-banda-era-un-carabiniere-ffi8tudb4YcsCPYVO5YrqN/pagina.html

1 commento:

  1. SONO VITTIMA DI MAFIA CON LA MIA BAMBINA PIÙ VOLTE ABUSATA,DELLE FORZE DELL'ORDINE DI SALERNO E PROVINCIA, TORINO E ITALIA, DA SERVIZI SEGRETI MA SO CHE ANCHE VOI IGNORERETE QUESTO ENNESIMO APPELLO.

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