L'origine e l'evoluzione delle mele
La storia sull'origine delle mele è molto controversa, chi denigra il fruttarismo, sostiene che questo frutto , come del resto tutta la frutta in generale , è in origine piccolo, fibroso, aspro , e poco appetibile, cosicchè l'uomo primitivo non avrebbe potuto cibarsene. Tutto questo viene detto col recondito scopo di dimostrare che la frutta non è il cibo designato alla specie umana
.
Alcuni affermano: “basta fare una passeggiata nei boschi per
rendersi conto di come si presenti la frutta allo stato selvatico”.
È giunto il momento di fare chiarezza su un argomento che
rischia di mettere in crisi qualsiasi persona di fronte a questa obiezione .
abbiamo precedentemente discusso sull'assoluta importanza delle mele nella
nostra alimentazione, ma tuttavia è
lecito chiarire l'origine e l'evoluzione di questo frutto in modo da
indirizzarci sulle giuste varietà da considerare in una alimetazione
crudista-fruttariana.
L'origine delle mele
domestiche, antiche e recenti
Il Malus
Communis, appartiene alla
famiglia delle rosacee, precisamente alla sottofamiglia
delle Maloideae, da alcuni
è considerata come famiglia distinta: le Pomacee; questa pianta non è solo un albero da frutto, ma
appartengono specie ornamentali
molto decorative, che garantiscono bellissime fioriture in primavera, solo in
Italia sono presenti nominalmente circa 2000 varietà di meli.
Le Pomacee hanno una particolarità unica:
rispetto agli altri frutti posseggono 17 cromosomi, mentre altri frutti della
stessa specie, come la pesca, il lampone e la fragola, hanno tra 7 e 9
cromosomi. Appartengono alle seguente specie: melo, pero, nashi e nespolo.
I ricercatori stimano che questa duplicazione del genoma risale
tra i 50 e i 65 milioni di anni e sarebbe una reazione di sopravvivenza ad un
avvenimento che ha causato la distruzione massiccia di altre specie,
particolarmente dei dinosauri.
Esitono circa una trentina di specie primarie del genere Malus ,
gran parte originarie
dell'Asia centrale e Orientale, alcune delle Americhe, ed una soltanto (Malus
Sylvestris) nativa dell'Europa centrale.
Il problema della commestibilità della mela selvatica sorge principalmente da questo, da una concezione eurocentrica sull'origine
del melo.
Pensiamo che il melo selvatico europeo, il Malus
Sylvestris, sia da riferimento a tutte
le mele domestiche attualmente in commercio, ma in realtà le cose stanno in
maniera assai differente.
Questa è l'unica specie di melo europeo selvatico , il
peggior melo tra le specie selvatiche al mondo, ed è anche l'unica specie di
melo che presenta delle spine sui rami, chiaro avvertimento della natura, che
si tratta di una specie selvatica dalle mele non commestibili .
La Malus Sylvestris è conosciuta anche con il nome Malus
Acerba Merat o Pyrus Malus.
Il nome dice tutto , il frutto piccolo e aspro, come se
fosse sempre acerbo, contiene circa 1300
mg di acido malico che gli conferisce un ph che si aggira intorno a 3.
L'albero non è molto longevo e vive fino ad 80 anni circa.
Tutte le altre specie, paragonate con il Sylvestris , sono
più commestibili, come ad esempio il Malus Dasyphylla (la madre delle renette
piccole e dall'aroma particolarmente gradevole) le Malus Orientalis e la Malus
Baccata per citarne alcuni.
Delle Malus asiatiche, il Malus Pumila e il Malus Sieversii,
sono le specie selvatiche che producono le migliori mele in assoluto, molto
dolci e apprezzabili, le uniche a produrre frutti di diametro superiore ai
4cm. Allo stato naturale e selvatico le
mele di queste specie presentano una limitata presenza di acido malico, non
superiore ai 250 mg e sono come vedremo presto , le vere discendenti delle mele
domestiche.
Recentemente , la Malus Sieversii, Originaria del
Kazakistan. è stata riconosciuta come
madre di tutte le mele , dalle analisi degli esperti questa specie è la mela
più antica del mondo, la progenitrice di tutte le specie attualmente esistenti.
Questa pianta ha origini che si perdono nel tempo, nel 1929
il biologo sovietico Nikolai Vavilov discusse con scarso successo del suo
ritrovamento e solo nel 2010 è stato accertato scientificamente che è la specie
progenitrice, delle nostre recenti mele in commercio, ed è stata definita la
" mela di Eva " e si trova ai piedi delle Montagne Celesti del Tian
Shan, ai confini con la Cina.
Gli Alberi del Malus
Sieversii sono longevi diversi secoli , possono raggiungere anche i 20-30 metri
di altezza e producono mele particolarmente grosse e gustose.
Questo dato, da solo , basta
per dimostrare che in natura non esistono solo mele selvatiche insane, ma anche
mele ottime.
Definire il Malus
Sieversii asiatico come la specie progenitrice delle mele domestiche
recenti non è stato affatto facile, per mettere d'accordo tutti è stato
necessario il più ampio studio sulla genetica del melo da parte dell’Istituto
Agrario di San Michele all'adige. Lo studio nel 2009, ha portato alla
decodifica dell’intera sequenza del genoma della mela
Golden Delicious.
I risultati di questa
indagine sono rassicuranti, dicono
chiaramente che il melo coltivato della tipologia Golden Delicious risulta geneticamente indistinguibile dal
melo selvatico della specie Malus Sieversii, che vive endemico nelle foreste al
confine tra il Kazakistan e la Cina occidentale.
La ricerca inoltre afferma
che questa tipologia di mele è nettamente distinta da altre specie di melo
selvatico, quale il Malus Sylvestris delle foreste europee ed italiane.
Questo dimostra che le mele
selvatiche buone esistono e sono sempre esistite, ma non in Europa purtroppo,
ed è questo particolare a farci credere che le mele in origine non erano
commestibili.
La scelta della tipologia Golden Delicious nel decodificare
il genoma del melo, non è stata affatto
casuale, la Golden Delicious è la varietà più diffusa in Italia e nel mondo. E'
una mela inconfondibile con la sua buccia gialla, più o meno rugginosa, aromatica, dolce e con polpa consistente.
La Malus sieversii sembra appena essere l'antenato della
mela golden, ma chi testimonia di aver mangiato i frutti della specie
Sieversii, dichiara che i frutti sono ulteriormente più delicati delle Golden ,
e che possono essere mangiati anche a metà maturazione senza essere aggrediti
dall'acido malico e che quest'ultimo si concentrato maggiormente sul torsolo.
il Malus Sieversii, contiene probabilmente una scarsa
quantità di acidi organici non superiore ai 100mg e di conseguenza dovrebbe
avere un ph circa a 6 (nota ph*), tale
da renderlo un frutto unico.
Questa specie non è ancora presente sul mercato e rischiava
fino a qualche anno fa di estinguersi.
La giornalista francese Catherine Peix si è recata nella
regione di Almaty, nel sud-est del Kazakistan, e qui, ha scoperto che da
milioni di anni, ai piedi del massiccio del Tian Shan, al confine della Cina,
la mela Sieversii cresce indisturbata. Nota con particolare curiosità che i
frutti diversamente da altre mele
selvatiche, sono grandi e dolcissimi.
Nel suo articolo riporta come il luogo sia ricco di varietà
di meli che l'hanno resa resistente agli
agenti patogeni.
Catherine Peix ha inoltre girato un documentario in
Kazakistan denominato “l'origines de la pomme ou le jardin d’Éden retrouvé”
della durata di circa 45 minuti dove affronta l'origine della mela e
soprattutto il problema della deforestazione ed il pericolo dell'estinzione del
Sieversii. Sembra che già il 70% dei meli siano stati devastati e si rischia di
perdere per sempre questo patrimonio fondamentale.
La mela Golden appartiene alla specie Malus Pumila, il fatto
che sia quasi indistinguibile geneticamente dal Malus Sieversii è perchè il M.
Pumila è nata millenni di anni fa da uno o più incroci spontanei tra la specie
Sieversii dall'Asia centrale e altre specie orientali .
La specie Pumila essendo la diretta discendente della specie
più commestibile in natura(Sieversii), contiene acidi organici tuttavia bassi,
infatti le Delicious sono le mele al momento con il ph più alto in assoluto ,
che li conferiscono un sapore molto dolce e poco aspro, con un contenuto di
acido malico che si abbassa dai 500 fino a 270 mg in piena maturazione e ph 4,5
( oltre 5 per le mele Stark se lasciate maturare bene).
Purtroppo, nel neolitico la specie Pumila dell'Asia
occidentale venne importata in Europa ed qui è stata incrociata con il Malus
Sylvestris , dando vita al Malus Domestico. Questo incrocio di melo ha poi
colonizzato l'Egitto ed è arrivata in tutta Europa passando per la Grecia. Se
da un lato ha permesso agli europei di usufruire di mele molto più dolci ,
delle loro mele selvatiche Sylvestris,
dall’altro lato si è persa la dolcezza dell’ originale Malus Pumila. I
frutti hanno una forte influenza dell'insano e aspro Malus Acerba Merat, molte
cultivar , sono infatti adatte per ottenere il sidro.
Nel Malus Domestico si è persa molta della dolcezza
originale delle Malus Pumila . Le mele antiche piemontesi, le calvilla ,le
runsè , abbondanza , limoncella, Piana e tante altre sono solo alcuni dei
frutti del Malus Domestico passato che ci hanno accompagnato in questi lunghi
millenni . Le uniche ancora a resistere sono probabilmente le Annurche.
L'acido malico di queste mele si aggira intorno agli 800mg e
ph 3,5, (tutto è matematicamente verificabile sommando l'acido malico delle
sylvestris con quello delle Pumila ed infine divedendo per due (1300mg + 300mg) /2 ) . sono state molto apprezzate per millenni , ma
sono ancora troppo aspre per essere oggi considerate in una dieta fruttariana.
Se già il Malus Pumila è una prima lieve alterazione del Sieversii, il Malus
Communis o Domestico è ulteriormente e nettamente inferiore a entrambi.
Stesso discorso di riscontra anche in tutti
gli altri frutti mediterranei, ma ci concentreremo sulle mele.
L'acido malico: acido volatile
L’acido malico o acido idrossisuccinico è l’acido più
diffuso nel regno vegetale. Noto anche come acido di mela o acido fruttico, è
un acido organico di media forza (HOOC-CHOH-CH2-COOH) che a temperatura
ambiente si presenta come un cristallo solido, dall’odore tenue e facilmente
solubile in acqua e alcool. Viene isolato per la prima volta nel succo di mela
da Carl Wilhelm Scheele nel 1785 mentre il suo nome, nasce due anni più tardi
dalla fantasia di Antoine Lavoisier. In natura l’acido malico si trova nella
verdura e, soprattutto se acerba, nella frutta, in particolar modo nell’uva e
nella mela, ma anche nell'uomo.
Nell'organismo umano infatti grandi quantità di acido malico
sono prodotte giornalmente nelle cellule,
l’acido malico fa parte dei processi metabolici ossido-riduttivi di
degradazione del glucosio; nei mitocondri delle cellule è nel principale ciclo
di produzione di energia cellulare noto come ciclo di Krebs (o ciclo dell’acido
citrico) dove si origina dall’acido fumarico e a sua volta si trasforma in
acido ossalacetico, prima di essere definitivamente scomposto come prodotto
finale in CO2 (acido volatile).
Il processo di tamponamento
Prima di arrivare alle cellule , l'acido malico viene
tamponato dai bicarbonati presenti nella frutta oppure ceduti in previsto dal
sangue attraverso l'osmosi intestinale che passando nell'intestino trasformano
l'acido malico in malati. Questo processo è fondamentale affinchè l'acido
malico possa essere immesso nella corrente sanguigna senza altererare il ph
fiosiologico che staziona a 7,4. Una volta nelle cellule , viene recuperato il tampone bicarbonato nel
ciclo metabolico dellla cellula sopradescritto ovvero l'acido scomposto fino alla formazione di Co2, che
viene facilmente eliminato dai polmoni.
L’acido malico, in dose moderata e fiosiologicamente non
aggressiva come nelle Delicious, permette un consumo elevato di frutta tale da
poter sostenere un fruttarianismo senza sbavature, l'acido malico in dosi
fisiologico-compatibile non aggredisce i
denti e le mucose, ma velocizza la digestione, aiuta a prevenire gonfiore
addominale e mantiene costante l’acidità dello stomaco, favorendo l’attività
epatica.
stesso discorso va estese a tutti gli altri acidi della
frutta.
Le nuove cultivar, cioè le nuove varietà che non derivano piu' dal Malus Sylvestris, sono costituiti da miglioramenti genetici, nutrizionali, morfologici e fisiologici, piu' idonee alla specia umana, simili alla mela di origine Malus Sylvestri. Queste varietà presentano un complesso di acidi
organici inferiori e favorevoli ad una dieta fruttariana, siamo passati dai
1300mg del melastro , agli 800 mg del vecchie cultivar, per poi arrivare ai 550
mg delle nuove cultivar derivate dagli incroci con le delicious che ne
contengono solo 270mg .
L'acido citrico è diminuito da 70 mg delle vecchie
cultivar ai 16 mg delle nuove, mentre le delicious ne contengono 5 mg.
L'acido Ascorbico dai 30mg ai 7 delle nuove cultivar ,
stark Delicious solo 4.
variazioni significative sono anche avvenute nell'acido
tartarico e successivi.
Frutti che non vengono riconosciuti nella dieta
fruttariana di base melariana sono gli agrumi, che sono stati notati come causa
di erosioni dello smalto dentale, (da non confondere con le carie ), questi
presentano un'elevatissima presenza di acidi organici , tra cui l'acido citrico
980mg, acido malico 100mg , acido tartarico e acido ossalico 24mg, quest'ultimo
non esente da problematiche sulla fissazione del calcio nelle ossa.
Nelle mele antiche tutti gli acidi organici sono presenti
in dose massicce, possono erodere i denti e aggredire le pareti intestinali,
oltre che impegnare particolarmente il processo di smaltimento dell'organismo.
Il ritrovamento
delle Delicious e la svolta favorevole nelle mele , l'introduzione di
nuove cultivar.
Del Malus Pumila è come se si fossero perse le tracce per
millenni, fino a che un bel giorno venne rinvenuta in America.
La scoperta è stata fatta abbastanza casualmente da Anderson
H.Mullins nella sua fattoria di Clay West in Virginia (USA) attorno al 1890. si
trattava di una nuova tipologia e nel 1914 Mullins decise di spedire un piccolo
campione di queste belle mele gialle ai grandi vivai Stark, in Louisiana,
mettendo in rilievo le grandi capacità produttive della pianta, la bontà, la
bellezza e la facile conservazione dei frutti.
I vivai Stark erano, all’epoca, i celebri produttori di una
grande e già avviata varietà di mele, la Stark Delicius, dal rosso lucido
intenso, il semenzale della stark è di origine sconosciuta, isolata nel 1861
negli Stati Uniti e diffusa all'estero partire dal 1895. Così Stark comprò per
5.000 dollari la pianta originale di Mullins denominandola Golden Delicious.
Le Delicious, presentavano delle caratteristiche superiori
che fino a quel tempo non si erano mai riscontrate, sono caratterizzate soltanto da 300mg di acido
malico e ciò li rende particolarmente dolci. Grazie a queste caratteristiche
nel giro di un secolo sono state incrociate con le vecchie mele domestiche
europee, allo scopo di creare nuove
cultivar dal sapore meno aspro e renderle sensibilmente più alcaline e quindi
maggiormente più apprezzabili.
Le mele ottenute sono ad esempio Le Fuji, le Royal Gala , le
Ruben, le Elstar, le Pink Lady, le Pinova, le Ambrosia, con un acido malico
intorno ai 550mg e ph 4.
queste mele sono tutte recenti, non hanno più di cent'anni e
sono derivanti dall'incrocio delle vecchie cultivar europee del Malus Communis
con la specie Malus pumila della varietà Delicious . Queste nuove varietà vengono classificate
come Malus Communis xPumila.
Le vecchie varietà sono state quasi tutte rimpiazzate ,
eccezion fatta per le Annurca, mentre le poche varietà aspre seppur, hanno un
ruolo marginale nella produzione, comprese le McIntoch, Braeburn e le Stayman.
Queste mele sono ancora apprezzate dagli amanti delle mele aspro-dolci e dei
fabbricanti di sidro, ma non sono adatte in un regime fruttariano, ed è per
questo che la passata corrente fruttariana degli anni '80 ha fallito, tornando
su regimi vegani o onnivori.
La frutta è stata profondamente alterata millenni fa, e le
varietà aspre hanno prevalso su quelle dolci per via degli incroci sfavorevoli
che hanno coinvolto direttamente la Malus Sylvestris, il peggior melo
selvatico.
Oggi , le Delicious e i gli incroci generati da essi che ho
elencato prima ricoprono oltre il 90% della distribuzione e stanno sostituendo
moltissime mele che hanno cominciato a far parte del consorzio “mele antiche” .
Le mele di una volta sono caratteristiche per il loro sapore
aspro e molti le apprezzano perchè nella loro dieta standard ne mangiano al
massimo una al giorno, mentre un giorno di melarismo normocalorico (1800 cal) ,
prevede il consumo di 4kg di mele, (circa 14 mele stark , di taglia grande) , e
sarebbe insopportabile oltre che dannoso , provare a mangiare 4 kg di mele
delle vecchie cultivar.
Per quanto se ne possa dire, le mele antiche hanno caratteristiche
organolettiche inferiori rispetto alle nuove cultivar, anche se si sente dire
spesso il contrario, e stanno assumendo un ruolo sempre più marginale nella
produzione.
L'approccio futtariano di base Melariana, indica come
una condizione sfavorevole al benessere fisico l'elevata presenza di terpeni ed
acidi organici nella frutta.
C'è da constatare che questi acidi, primariamente hanno
uno scopo di difesa nei confronti della struttura del frutto che ripara i semi,
piuttosto che considerarli benefici per l'organismo.
È vero che una volta nell'organismo si trovano a
svolgere un'azione benevola, la stessa che svolgevano nel frutto, tuttavia ,
quest'azione favorevole è transitoria, in quanto l'organismo , alla fine del
ciclo metabolico, gli elimina, come del resto viene eliminata anche la vitamina
C.
Personalmente ritengo che le associazioni che mirano allo
studio e alla valorizzazione delle vecchie qualità di mele , costituiscano un
freno all'avanzata delle mele che si avvicinino alla nostra mela d'origine
Malus sieversii.
Devo constatare che vengono portare avanti iniziative sulla
salvaguardia della frutta antica, portandola come esempio di frutta originale e
non manipolata, si denigra le varietà moderne come se fossero frutto di
bioingegneria.
In molti settori è vero che la drammatica diminuzione
della biodiversità delle specie coltivate è un fenomeno sempre più allarmante e
rischia di prendere una china irreversibile, come ad esempio le colture
geneticamente modificate, ma per quanto riguarda le mele , si tratta di
semplici incroci che hanno migliorato le qualità delle mele precedenti.
Quando si parla di varietà antiche , si parla di frutti che
se messi a confronto come le Delicious sono nettamente inferiori.
Non importa se le vecchie qualità possono presentare
maggiori concentrazioni di sostanze antiossidanti, la loro concentrazione è
correlata alla concentrazione di acidi organici che sono maggiormente presenti
nelle specie di Malus che sono state costrette ad adattarsi in climi più
freddi.
L'arancia mediterranea ad esempio è più acida di quella
prodotta negli USA, in Brasile , a Cuba ed in Australia.
Come accennato prima,
lo scopo di molti fitonutrieni e polifenoli sono stati previsti per la
difesa del frutto, non importa se nelle vecchie cultivar sono maggiormente
presenti, sono più che sufficienti per il corpo umano i polifenoli e i
micronutrienti presenti nelle nuove cultivar, soprattutto risulta molto più
favorevole una condizione di bassa presenza di acidi organici delle specie che
si sono voluti in climi più caldi.
Non è assolutamente vero che la frutta mediterranea non
possa crescere ai tropici, anzi qui probabilmente crescevano le varietà meno
aspre, il fatto che alcuni frutti necessitano di periodi freddi per la loro
futura fruttificazione è vera solo se consideriamo il fatto che tutta la frutta
moderna deriva da incroci passati con le specie selvatiche europee , che come
abbiamo visto sono tutte specie selvatiche non idonee al consumo e che hanno
sviluppato un complesso di acidi in relazione ad un clima europeo molto più
freddo e sfavorevole .
Persino nella rift valley è stata documentata la presenza di
mele, e moltissime persone stanno coltivando i frutti mediterranei anche ai
tropici con largo successo.
Credo che si può sempre apprezzare una mela antica dal sapore aspro in una dieta onnivora, ma con la riscoperta del frugivorismo, in una popolazione tendente ad un'alimentazione fisiologica crudista-fruttariana , tentare di tenere in vita varietà di mele aspre, dal ph acido, sia uno sforzo controproducente per la salute. È vero che gli acidi della frutta sono acidi volatili, ma questo non vuol dire che non impegnano comunque l'organismo per la loro eliminazione, e soprattutto sono una vera minaccia per lo smalto e la salute dei nostri denti, che rischiano di essere corrosi.
Per chiunque si approcci alla dieta naturale che prevede un
consumo considerevole della frutta , è auspicabile che vengano evitate le
varietà di frutta dal ph acido, quest'ultime vanno bene in una qualsiasi dieta
onnivora o vegana, ma non in una dieta fruttariana.
Istintivamente siamo tentati ad inseguire il dolce e non
l'aspro, se non in piccole quantità, lo dimostra la storia recente delle mele,
le varietà più dolci hanno sostituito quelle antiche più aspre, e sono stati i
consumatori a influire su tutto ciò.
l’Istituto agrario San Michele all’Adige ha redatto uno
specifico test su 200 persone allo scopo di valutare statisticamente su quali
mele siamo istintivamente attratti, ed hanno vinto le Delicious.
La problematica associata
alla nascita di mele selvatiche da seme
Se l'uomo nasce frugivoro,
avrà dovuto sfamarsi in qualche modo di frutti selvatici buoni e
appetitosi, il nostro corpo e soprattutto i nostri denti sono molto sensibili
agli acidi, per questo , la tipologia Delicious (Stark e Golden) sono le
migliori in assoluto al momento.
dal 1900 sono re iniziati gli incroci che hanno tentato di
normalizzare i frutti Nel loro ph ottimale,
e le Delicious sono state utilizzate a tale scopo, per abbassare l'acido malico delle vecchie
cultivar M.Communis, ottenendo discreti risultati.
gli incroci che abbiamo elencato prime tra cui le Fuji,
hanno un contenuto malico intorno ai 550 mg, migliori se paragonati agli 800 mg
delle Annurca e costituiscono una valida seconda scelta.
Abbiamo prima chiarito che in natura ci sono specie di meli
selvatici commestibili ed altri no, ma che
in Europa non è presente nessun albero selvatico commestibile, e questo
ci ha portato a dedurre erroneamente , che tutte le mele non sono commestibili
in natura, pensavamo che questo gruppo alimentare(la frutta) ci è stato
possibile inserirla solo recentemente grazie all'ibridazione e la selezione, e
non ci rendiamo ci rendiamo conto che
invece la frutta è il nostro cibo primordiale ed era dolce e appetitosa ,
almeno nelle zone asiatiche ed americane.
Tuttavia , esiste un altro
fattore importante di cui non abbiamo discusso:
se piantiamo un seme di mela Golden o di qualsiasi altra tipologia, non
ci darà mai un nuovo albero della medesima varietà, ma un frutto meno
commestibile, perché ?
Perché se piantiamo un seme , nasce un albero di mele
selvatico , diverso e poco commestibile?
Ci siamo mai chiesti perche le mele selvatiche da seme non
sono molto commestibili?
I semi dei frutti ricevono il 50% del patrimonio genetico
dell'albero madre su cui crescono e il 50% del patrimonio genetico dell'albero
paterno ( l'albero che impollina, con la collaborazione del vento e delle api).
Per cui, per mantenere una qualità standard della frutta è
essenziale che nelle vicinanze ci siano alberi di specie simili, altrimenti si
rischia di ritrovarsi con dei semi che contengono informazioni genetiche di due
specie assai differenti, causando la nascita di nuove varietà inaspettate,
magari aspre, come avvenne in Australia
con la Granny Smith.
In Australia appunto, il Melastro impollinò una specie di
Malus domestica e dai semi dei frutti si creò la famosa varietà Granny Smith,
con ben 1100 mg di acido malico, molto conosciuta per il suo sapore aspro che
richiama molto il melastro ma che è
contemporaneamente grossa è succosa come una Pumila. da un punto di
vista del ph , la Smith è la peggior mela in una dieta frugivora , avente come
discendente diretto il Sylvestris.
Per evitare fenomeni spiacevoli e per mantenere la stessa
varietà, il problema è stato risolto alla base con l'innesto, non si piantano
più semi, cioè non si piantano più nuove vite , si usa la pratica dell'innesto
e le piante vengono così clonate .
Ma con l'innesto vengono fuori notevoli problematiche, i semi dei frutti sono soggetti ad una
ulteriore modifica genetica: se un normale seme da frutto contiene il 50% delle
informazioni genetiche dell'albero impollinatore e dell'albero madre,
nell'innesto il seme contiene un ulteriore 50% delle informazioni genetiche
dell'albero innestato , e l'altro 50% dal portainnesto.
Considerato che fino a poco tempo fa l'innesto avveniva sul
malus Sylvestris per quanto riguarda le mele, sull'arancio amaro per gli
agrumi, sul Pyrus Pyraster per le pere, sul Prunus Spinosa per le prugne e sul
Dyospiros Lotus per i kaki , possiamo immaginarci perchè nelle nostre campagne
ogni volta che piantiamo un seme domestico otteniamo il famigerato e aspro
frutto selvatico. La causa è derivata dalla genetica trasmessa dal portainnesto.
ogni frutto mediterraneo, non solo le mele quindi, ha il suo selvatico commestibile asiatico ,
ma purtroppo ha anche il suo selvatico aspro e spinoso albero europeo , che
guarda caso viene utilizzato, come
portainnesto, compromettendo così la genetica dei semi futuri della pianta
innestata, che sarà influenzata
nell'essere portatrice di frutti aspri.
La storia del pero e
degli altri frutti mediterranei e assai simile a quella del melo, il pero
domestico ad esempio nasce come incrocio tra quello europeo il Perastro (o
Pyrus Pyraster , spinoso e insano) con i peri asiatici (paragonabili al Malus
Pumila). solo poche varietà come la pera
kaiser può vantare di incroci più salubri che danno origine a frutti meno carichi
di acidi organici.
Se invece piantiamo un mango ad esempio , non esiste il
fatto che nasca un mango selvatico aspro, seppure anche qui esistono varietà
più adatte all'uomo piuttosto che altre.
Possiamo finalmente sfatare il mito che descrive le mele
selvatiche da seme come mele poco commestibili, estendendolo a tutte le
tipologie di frutta mediterranea,
sottolineando che la causa è dovuta all'uso di portainnesti selvatici
europei dai frutti non commestibili e aspri.
Il portainnesto influisce sulle qualità del frutto, sul suo
sapore e soprattutto sulla sua genetica.
Alla luce di tutto questo, il fruttarismo, non deve essere più soltanto il consumo di
sola frutta, ma il consumo di specifiche varietà di frutta. Le difficoltà
applicative del sistema fruttariano sono tante e molto evidenti , che sarebbe
meglio per molti quello di mantenere un'alimentazione di transizione come il
veganismo tendenzialmente fruttariano, cioè quanto più possibile, nelle
potenzialità di ciascuno.
Personalmente , oltre alle Delicious , ho potuto selezionare
tra i frutti più idonei alla fisiologia umana le varietà dei frutti
mediterranei più alcalini , per evitare le profonde erosioni dei denti e le
ricadute ai vecchi stili alimentari: Le Goden, le Stark, le Renette, la
pera-mela, le pesche Saturnine, i kako vaniglia , l'uva Red Globe e le Guaiave.
Limitare gli acidi organici e favorire il consumo di frutti
maturi , è essenziale, ma favorire i
frutti che si prestano al consumo anche quando non sono perfettamente maturi,
come il kaki vaniglia e la pera-mela e le ancora sconosciute mele Sieversii,
sarebbe il passo finale al contemplamento di un fruttarismo ideale.
Tuttavia , Se si rimane all'interno del range di dosaggio
raccomandato di acido malico che è di 5 grammi al giorno, si dovrebbe essere in
grado di evitare problematiche . Stesso discorso per l'acido tannico e tutti
gli altri acidi appartenenti ai corrispettivi frutti.
Le varietà delle Delicious e consigli per l'acquisto
Segliere le giuste varietà è fondamentale:
Le Delicious infatti
si distinguono da tutte le altre mele per la loro dolcezza particolare,
l'elevato ph, la forma troncoconica allungata con le cinque punte e sono anni
luce distanti dalle mele europee che abbiamo selezionato nei secoli.
A differenza delle Golden, la Red Delicious presenta una
capacità di conservazione inferiore, seppur discreta, ed è presente sul mercato
nazionale da settembre a maggio e nei restanti mesi come prodotto d'oltremare.
La stark , coltivata come si deve e' in assoluto la mela
piu' buona che esista, ma ne esistono di diverse varietà, e' importante che la
scelta ricada sui frutti oblunghi, regolari, e non quelli molto bitorzoluti.
Esistono circa otto varietà di Stark principali, di cui
consiglio la Stark Delicious , rossa striata, derivata da una mutazione delle Golden nel 1921, e la Red
Chief , leggermente farinosa quando matura,
selezionata a partire dal 1860 fino ad ottenere varietà dal suo colore
sempre più intenso, luminoso e cupo.
È necessario comprare sempre le migliori qualità, questo
comporta elevati costi, ma potreste farlo comprando direttamente nei centri
all'ingrosso. assicuratevi di consumare le mele dopo 20 giorni dall'acquisto,
fino al raggiungimento di una maturazione ottimale. bisogna imparare a
distinguere il sapore ancora acido di una mela non matura , o meglio,
riconoscerla ed evitarla quando esternamente il picciolo è ancora verde. Alcuni
sostengono di godere dal sapore aspro di un frutto, ma dal mio punto di vista
non è così.
In realtà, non si gode mai dell'acido di un frutto, in
genere, istintivamente strizziamo leggermente gli occhi nei confronti
dell'aspro, se ne siamo attratti è perchè l'acido si trova dentro il frutto in
una soluzione fisiologica mischiata con gli zuccheri e le sostanze alcaline del
frutto, per questo l'acido può risultare ad alcuni individui meno sensibili una
caratteristica gradevole.
essere attratti dall'aspro è derivato dall'effetto cocktail
aspro-dolce, nelle mele tra acido malico-zuccheri e sostanze alcaline.
La maturazione di
commercio
oggi , non raccogliamo la frutta, consumiamo frutta che è
stata raccolta in un periodo sbagliato, anticipato di circa un mese, questa
viene chiamata raccolta a “maturazione di commercio” che anticipa di oltre un
mese, la maturazione fisiologica del frutto sull'albero, vuoi perchè nelle
nostre latitudini , l'arrivo dell'inverno rischia di rovinarli, vuoi per le
comuni esigenze commerciali e di conservazione.
Questa raccolta anticipata si ripercuote tantissimo sul ph,
e sulle sostanze solido-solubili di un frutto. Un frutto raccolto matura
ugualmente, ma non sarà mai come un frutto maturato su un albero, probabilmente
se ci nutrissimo di frutti maturati fisiologicamente, basterebbero
all'alimentazione umana, mediamente un frutto fornisce 45kcal per 100gr. Di
prodotto, ma un frutto maturato sull'albero ne potrebbe fornire venti di
più, con molte più sostanze alcaline ,
ed un ph ancora più basico. Le difficoltà applicative di una dieta fruttariana
sono tante, questa mancata simbioticità con la natura è sicuramente il fattore
più determinante alla sua non completa riuscita.
Pro-contro della pratica
dell'innesto
Per secoli il malus Sylvetris
europeo è stato utilizzato come portainnesto su cui veniva innesta una delle
varie cultivar.
Piantare un seme può essere
svantaggioso se si tenta di tenere intatta una qualità negli anni e richiede
molto più tempo per l'inizio della fruttificazione.
piantare un seme domestico
vuol dire rischiare che dopo dieci anni (tempo di fruttificazione) , vengano
fuori dei frutti non commestibili .
la pratica dell'innesto
interviene clonando la pianta su un albero che farà da radice compatibile è
permette nel giro di soli 3 anni di poter usufruire degli stessi frutti della
pianta madre, da qui è stato prelevato il pollone.
L'innesto però, comporta una
serie di problematiche, infatti, se la vita di un albero da seme è secolare, la
vita di un albero innestato non supera i trent'anni. Si tratta , come ci si può immaginare , di una vita ,
sopra un altra vita, che per quanto compatibile , non sarà mai come una vita
nata da un seme, del resto, ogni vita è unica.
Due vite vengono incrociate ,
e le difese originali della pianta sono depotenziate, rendendo la pianta ibrida
sensibile ha molte malattie.
Il fallimento dell'innesto si
manifesta intorno ai trent'anni , la pianta in questa età va incontro al cancro
del colletto ed i frutti stagionalmente , devono essere riempiti di fitofarmaci
affinchè crescano bene senza ammalarsi.
Tanti ricercatori ,
continuano a ricercare soluzioni genetiche, pensando di isolare quelli più resistenti
alle malattie è di creare varietà più resistenti dalla manipolazione genetica,
ma finché verrà praticata la pratica dell'innesto la soluzione non sarà mai
efficiente come quella di avere un albero originale da seme.
L'innesto , serve per
mantenere inalterata la varietà del frutto , ma possiamo immaginare cosa
comporti interrompere l'evoluzione di un frutto , clonandolo continuamente.
La clonazione indebolisce il
DNA che in natura ha bisogno di incrociarsi e rimescolarsi, il rapporto riproduttivo è essenziale anche
nelle piante.
Sarebbe ora di smettere di
usare l'innesto, questi, dovrebbero essere pian piano rimpiazzati con alberi
Sieversii, alberi secolari che non necessitano fitofarmarmaci, e ci donano
sementi utili per future coltivazioni. Sarebbe anche un bel gesto, rimpiazzare
le false aree verdi, costituiti prevalentemente da pineti, con alberi da
frutto, con il fine di ripopolare la terra dei suoi frutti migliori . Se si
vuole continuare con l'innesto, che almeno si usi il Sieversii, così , se la
gente vuole piantarsi un seme di mela in giardino, ha buone probabilità di
ottenere frutti commestibili.
I pesticidi della frutta
Chi non consuma frutta per via dei
pesticidi ignora semplicemente che si tratta del carburante fisiologico e che
tutti gli altri cibi , anche se colti nel luogo più incontaminato che esista,
contengono al loro interno veleni molto più pericolosi di quelli usati per
proteggerli da parassiti e bestioline varie come i pesticidi. Gli stessi semi delle mele, ad esempio, contengono
cianuro, anche se in quantità del tutto innocue.
Che questa sia una fonte di pericoli, non
c'è dubbio e andrebbe preventivamente lavata o sbucciata, ma una certa tutela,
oggi, deriva dai controlli a cui le mele sono sottoposte ancor prima della raccolta,
tanto che, in teoria, al momento del consumo il frutto dovrebbe aver ormai
perso ogni residuo pericoloso. In secondo luogo, i pesticidi utilizzati in
agricoltura nei Paesi industrializzati come il nostro, non sono poi quei veleni
pesanti di una volta che si è portati a credere, soprattutto quando vengono
ingeriti in quantità limitate.
Chi fugge da questi veleni favorendo
cereali e piante, deve sapere che questi
non avendo gambe o ali, non possono scappare dai "predatori";
di conseguenza hanno elaborando sostanze tossiche per gli animali che se ne
nutrono. Perciò, dal momento che tutto è veleno e che l'uomo non dispone dei
mezzi fisiologici necessari come gli erbivori e i granivori per eliminarli
correttamente, l'alimentazione fruttariana è una scelta indispensabile, commisurata ai primati , ed essere
fisiologicamente fruttariani e una fortuna inestimabile, il frutto è un
contenitore di nutrienti che la natura a previsto per i primati per favorire la
dispersione dei semi, infatti diventa dolce solo quando il seme è maturo .
L'alimentazione di ogni animale prevede la sopraffazione su altre specie, i
carnivori verso altri animali, gli erbivori verso le piante, i granivori verso
i semi, ma essere primati fruttariani è la più etica ed equa alimentazione nei
confronti di tutte le specie viventi. Ritengo personalmente che l'etica sia un
costrutto sociale, ma è da riconoscere che il nostro corpo fisiologicamente ha
le potenzialità di una alimentazione etica per eccellenza, un obbligo , che può anche non essere rispettato, ma che
viene registrato e scontato sul nostro patrimonio fisico , per bilaciare ogni
minima variazione dell'equilibrio acido-base, che approfondiremo su altre
tesine. Nascere fruttariani equivale all'evitare di metabolizzare sostanze tossiche
che gli altri animali sono costretti a metabolizzare , ma fisiologicamente
attrezzati per farlo.
l'uomo ne è sprovvisto, e anziché attenersi
al suo cibo, ricorre alla cottura per renderli commestibili, per poi avere anche il coraggio di
dichiararsi onnivoro .
Cottura alquanto deleteria ed inutile per
chi ha avuto modo e volontà di documentarsi .
di SALVATORE SINDONE
NOTE
* il ph segue una scala logaritmica , per fare un esempio
tra un ph 4 ed un ph 5, l'acido è dieci volte inferiore.
Grazie, l'articolo è mooolto interessante. In questo periodo a Milano riesco a trovare solo mele Gala da Carrefour. Sai se vanno bene in regime fruttariano? Io sospetto di no, che siano asprette ...
RispondiEliminale mele gialle e verdi sono leggermente acidificanti....hanno piu ACIDO malico e meno FRUTTOSIO.....in ambito fruttariano la base del fruttarismo SOSTENIBILE sono le mele rosse.. cerca le stark o le red deliciuos.... in questo periodo le trovi al billa e forse alla coop
EliminaGrazie! Fantastico
RispondiEliminaIl dire "sono leggermente acidificanti" mette in luce l'abissale ignoranza di chi scrive.
RispondiEliminaso arrivati i professoroni astemi...è arrivato rege e pure gianas.... i medici de noandrj.....che non sanno che infinitesime variasioni del ph sono pericolose... questi stanno addirittura sotto il livello del professor cannella...aridatece giorgio calabrolese e bruno vespa... questi pisciano costantemente ph 4 e so pure contenti... contenti loro... salutace a diaco e pure alle iene...
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