Nel primo Comune sciolto per condizionamento mafioso, in lista Gabriele Panetta, che rivendica la sua vicinanza ai Musitano, protagonisti da decenni di inchieste e processi di 'ndrangheta. La mafia? "Ho letto qualcosa sui giornali". Trent'anni fa si trovava di fianco al boss quando fu ucciso per una faida. Il candidato sindaco Cipriani: "Non giudico vita privata". Ma il senatore grillino: "Si faccia da parte per tutelare il Movimento"
“Non giudico mai la vita privata degli altri né le frequentazioni, che non vogliono dire nulla. Certo se l’avessi saputo prima, avrei messo ai voti la sua candidatura. Però ha consegnato, come tutti, il certificato penale e problemi non ce ne sono. Comunque, io sono il garante della legalità per il mio gruppo”. Tradisce un leggero imbarazzo Angelo Cipriani, militare della Guardia di finanza e candidato sindaco del Movimento 5 Stelle a Sedriano, il primo comune della Lombardia sciolto per mafia. Che il 15 novembre va al voto, con i ‘grillini’ dati per favoriti. Ma nella lista spicca un nome che rischia di diventare ingombrante. E’ quello di Gabriele Panetta, classe 1965, calabrese. Al quale il senatore Luigi Gaetti, vicepresidente ‘grillino’ della Commissione Antimafia al Senato, sentito da ilfattoquotidiano.it, chiede di valutare l’opportunità “di un passo indietro a tutela di tutti”.
IL CANDIDATO INSIEME AL BOSS ASSASSINATO AL BAR. Panetta arriva al nord da ragazzo e, dopo qualche anno a Garbagnate Milanese, si trasferisce a Bareggio, dove conosce Rocco Musitano, capo dell’omonima famiglia mafiosa. Il 23 marzo del 1983 il boss della ‘ndrangheta esce dal bar ‘Jesi’ di via Manzoni, si dirige all’ingresso del vicino Luna Park, saluta Panetta e sale sulla sua A112. Percorre pochi metri, quando un’auto lo affianca e un uomo gli scarica addosso una raffica di mitra, mentre un altro scende e lo finisce con due colpi alla testa, esplosi da una calibro 38. Panetta è giovanissimo, ancora non ha compiuto 18 anni. I carabinieri lo interrogano come testimone e non sarà mai indagato. Il suo nome finisce nelle carte dell’inchiesta Nord-Sud, uno dei primi maxiprocessi degli anni Novanta sulla ‘ndrangheta nel milanese, e la sua deposizione permette di ricostruire la dinamica di un omicidio che avviene in Lombardia, ma viene concepito in Calabria. “Nel contesto della cosiddetta faida Musitano-Marando, che ebbe inizio – si legge nella sentenza della Corte d’Assise di Milano l’11 giugno del 1997 – con l’uccisione di Luigi Marando, avvenuta a Platì il 19 ottobre 1979 a opera di esponenti della famiglia Musitano per una questione di spartizione di illeciti proventi di una rapina. Il cadavere del Marando fu gettato in una discarica: gesto che provocò un maggior risentimento della famiglia, che decise di sterminare i Musitano”.
GAETTI (M5S): “IN CERTE SITUAZIONI MEGLIO FARSI DA PARTE”. Ricorda Panetta: “Ero al bar con Rocco quella sera, come altre volte: giocavamo a carte e andavamo alle ‘giostre’. Venivo dalla Calabria e lo avevo conosciuto proprio perché conterranei, non sapevo fosse mafioso”. L’omicidio è uno choc per un ragazzo di 17 anni, una brutta storia che potrebbe finire quella notte. E invece no, perché Panetta non smetterà di avere rapporti con i Musitano, rapporti che ancora conserva. Secondo alcuni sono di amicizia e frequentazione, secondo lui “solo di conoscenza”. Per il senatore Gaetti “c’è un problema di consapevolezza, al nord, rispetto ai fenomeni mafiosi. Nel Mantovano, la mia zona d’origine, la ‘ndrangheta sponsorizza feste, squadre di calcio e associazioni. Così si conquista la benevolenza sociale e si inserisce nel tessuto di un paese. E nel mio comune, Curtatone, gli amministratori avevano a che fare con costruttori calabresi poi arrestati. Si sono sempre giustificati dicendo di non sapere. Non conosco nei dettagli la questione di Sedriano”, continua il parlamentare M5s in Commissione antimafia, “ma credo che a volte un passo indietro sia la soluzione migliore. Non bastano i certificati penali, c’è una valutazione etica da svolgere, soprattutto per un movimento come il nostro che deve essere più pulito dell’acqua pulita. Un candidato può essere onesto, ma di fronte a certe situazioni gli si può chiedere di farsi da parte per il bene della lista e del suo paese. Non va vissuto come una colpa, ma come una tutela per tutti”.
“MAFIOSI? MI SEMBRANO PERSONE NORMALI”. La famiglia Musitano, nel corso dei decenni, cambia più volte assetti. Oggi il ‘vecchio’ Bruno sembra essersi ritirato, lasciando campo libero ai figli Francesco detto ‘Ciccio’ (arrestato lo scorso luglio per traffico internazionale di droga) e Rocco. Panetta, che dice di non sapere allora chi fossero i Musitano, adesso lo sa? “Mi sembrano persone normali, che lavorano. La mafia? Sì, ho letto qualcosa sui giornali. Ma mica vado a dire a uno ‘Tu sei mafioso’, perché quello potrebbe pure rispondermi: ‘Fatti i cazzi tuoi’, no? I Musitano li conosco, perché Rocco è quello delle ‘macchinette’ e poi andavo al Garden a comprare le piante”.
NEL COMUNE SCIOLTO EX SINDACO IMPUTATO PER CORRUZIONE. Per ‘macchinette’ il candidato grillino intende la ‘Game Room’, piccola Las Vegas dell’Altomilanese, passata dai Musitano ai cinesi. Qui Panetta, che di mestiere è un piccolo imprenditore, non va a giocare, bensì a lavorare. E’ lui a realizzare il restyling del locale fra stucchi e tinteggiature colorate, con tanto di foto pubblicate su Facebook: “Beh, mi hanno pagato, ho anche rilasciato la fattura”, chiarisce. Per ‘Garden’, invece, si intende il vivaio di Aldo De Lorenzis, imparentato coi Musitano e considerato un prestanome dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Milano. Il suo nome (non è comunque indagato) compare nell’ordinanza che l’11 ottobre del 2012 porta agli arresti dell’ex sindaco di Sedriano, Alfredo Celeste (Pdl). De Lorenzis, infatti, riceve senza gara dall’amministrazione di centrodestra l’appalto per la manutenzione del verde cittadino, pur avendo un grosso debito nei confronti del comune. Per il Pubblico ministero Giuseppe D’Amico (che ha chiesto la condanna dell’ex sindaco a 3 anni e 6 mesi per corruzione) quell’appalto viene assegnato perché “Celeste non poteva dire di no ai Musitano”.
QUANDO M5S DIFENDEVA LA GIUNTA “SCIOLTA”: “NON E’ COLLUSA”. Il Garden è anche altro: qui, in un vivaio con annesso chiosco, il neonato Movimento 5 Stelle di Sedriano tiene le sue prime riunioni. Per il candidato sindaco Cipriani “ci si sedeva a discutere, si beveva una birra, si pagava il conto e si andava a casa”. Quando scoppia l’inchiesta sul voto di scambio politico-mafioso in Lombardia e i riflettori si accendono anche sul Garden, i grillini cambiano location. Ma sul tema delle infiltrazioni della ‘ndrangheta in comune saranno sempre timidi. Anzi, il candidato sindaco e uno dei fondatori locali del movimento, Davide Rossi (ex Pdl), manifestano a più riprese la loro solidarietà all’allora sindaco indagato e poi imputato: “Il Movimento 5 Stelle intende affermare che la giunta non è collusa con le mafie e non ha infangato il paese (…) Il riferimento a personaggi collusi è da orientare verso altre figure note alla cronaca per avere legami diretti con alcuni esponenti di dubbia moralità, che in maniera più che accertata nulla hanno a che vedere con la giunta comunale eletta”.
Questi “esponenti di dubbia moralità” che non avrebbero “nulla a che fare” con gli eletti in Consiglio sono Eugenio Costantino (ritenuto un boss della ‘ndrangheta, condannato in primo grado a 16 anni per sequestro di persona a fini di estorsione, padre di Teresa, giovane ex consigliere comunale Pdl) e Marco Scalambra (imputato al processo politica-mafia, con richiesta di condanna a 6 anni e 6 mesi, marito di Silvia Fagnani, ex capogruppo Pdl).
LA SOLIDARIETA’ AL SINDACO CELESTE DOPO L’ARRESTO. E ancora: “Alla giunta di Sedriano, qualora fosse necessario (crediamo non ce ne sia bisogno), intendiamo esprimere la nostra solidarietà e cogliamo l’occasione per augurare buon lavoro”. Il sindaco indagato ringrazia. E quando scadono gli arresti domiciliari, Celeste si sente al telefono con l’attuale candidato sindaco Cipriani, il quale non manca di commentare il colloquio davanti ai cittadini: “Pochi giorni fa ho sentito Celeste dopo la sua liberazione dai domiciliari. Ci ha fatto gli auguri per questa nostra prima uscita importante”. E’ il 10 febbraio del 2013. Otto mesi dopo il comune di Sedriano viene sciolto per mafia. Alla manifestazione sulla legalità, in piazza, ci sono tutti i partiti politici. Tranne Forza Italia e il Movimento 5 Stelle.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/11/11/m5s-a-sedriano-candidato-amico-di-famiglia-mafiosa-gaetti-commissione-antimafia-faccia-passo-indietro/2210575/
Nessun commento:
Posta un commento