Chiunque si sia mai pubblicamente dichiarato 'flexitariano' sarà ormai abituato agli scettici pronti a marchiarti come vegetariano incerto, o solo come uno che vuole le capre e pure i cavoli.
E tuttavia ora che il flexitarianismo (cioè l'alimentazione semivegetariana di chi, di tanto in tanto, mangia anche carne e pesce) sta diventando di moda — Quorn Foods attribuisce il 19% della propria crescita nella prima metà del 2017 a questa dieta — sembra il momento giusto per prenderla più seriamente
Allora ecco sei cose da dire al bastian contrario di turno per spiegargli l'approccio part time al consumo di carne
1. Il Flexitarianismo è fluido.
Ai critici del flexitarianismo potrebbe sembrare un approccio un po' timido, per diventare vegetariani (o vegani) scegliendo come e quando seguire i propri principi. Eppure di possibili motivazioni per diventare flexitariani ce ne sono di molto diverse, e non tutte di natura etica.
E siccome di regole ferree per questa dieta non ce ne sono, ci dice 'The Flexitarian' — "c'è chi si fa una cena priva di carne ogni settimana, e ci saranno quelli che la carne la mangiano solo di rado" — dipende tutto solo da ciò che va bene a te, non dal fatto di stare attenti a non farsi beccare allo scaffale del bacon.
2. C'è chi flexitariano lo è per ragioni economiche.
Chiunque stia attento al centesimo quando va a fare la spesa si rende conto di quanto spesso la carne finisca per incidere pesantemente sullo scontrino, cosa che si riflette sempre più sulle abitudini di spesa in Gran Bretagna, dove sempre più persone diventano flexitariane proprio per non alleggerire il portafoglio
Secondo un sondaggio YouGov il 29% dei cittadini britannici oggi mangia meno carne perché costa più dell'anno scorso, mentre il 25% dice semplicemente che non può permettersi di comprarne quanta l'anno scorso.
3. C'è chi è flexitariano in nome della propria salute.
Man mano che sempre più persone abbracciano una dieta flexitariana le ricerche cominciano a mostrare il modo in cui un consumo ridotto di carne o una dieta semivegetariana si stanno riflettendo sulla salute del paese, e si tratta di buone notizie.
S'è scoperto che una dieta che riduce o esclude carne e prodotti d'origine animale, prediligendo frutta, verdura e grani, può ridurre il rischio obesità fino a quasi il 50%. Perciò una scelta flexitariana è un buon modo per provare a migliorare la propria salute senza rinunciare del tutto alla carne
4. C'è chi è flexitariano in quanto ambientalista.
Dato che un terzo dell'intera superficie terrestre viene sfruttato per coltivare mangime per bestiame, non c'è dubbio sul fatto che l'industria della carne abbia un impatto enorme sull'ambiente, ed ecco perché i flexitariani cominciano a preoccuparsene.
La ricerca di YouGov ha mostrato come l'ambiente sia a tutti gli effetti una delle ragioni per cui alcuni scelgono di ridurre il consumo di carne, e la proporzione di coloro che ritengono che tutti dovrebbero mangiarne di meno per proteggere l'ambiente è in crescita, dal 28% del 2015 al 34% nel 2017.
Mark Driscoll, responsabile alimentazione al "Forum for the Future": "Dal punto di vista della sostenibilità, è un buon segno. Le ricerche dimostrano che un'ampia diffusione delle diete vegetariane o vegane sarebbe in grado di ridurre le emissioni rispettivamente del 63 e del 70%".
5. La comunità flexitariana fa la differenza.
Anche se spesso si pensa al vegetarianismo come a una questione in bianco e nero, anche i piccoli cambiamenti fanno la differenza. Specie se risultano più sostenibili quando non prendi più impegni di quanti riesca a mantenerne.
In un blog per l'HuffPost UK Amanda Sourry, presidente della sezione alimenti all'Unilever ha dichiarato: "[I flexitariani] sono la prova che si può fare la differenza — sono quelli che mangiano un hamburger di meno ogni settimana, risparmiando una quantità d'acqua equivalente al non fare la doccia per due mesi"
6. Non più una cosa per pochi.
Se siete ancora convinti che i flexitariani in realtà abbiano soltanto paura d'impegnarsi — mettendosi pure in cattedra! — allora dovreste quanto meno riconoscere che questo non è più un piccolo gruppo.
In realtà più di un terzo degli abitanti della Gran Bretagna oggi si definisce "veggie" part-time, ci dice una ricerca del Forum for the Future, secondo la quale il loro numero crescerà del 10% solo nel 2017 http://www.huffingtonpost.co.uk/entry/flexitarians-on-rise-in-uk_uk_57fcbeace4b01fa2b9052e9b
Il punto di vista sta mutando anche per una metà abbondante dei cittadini britannici (il 56%) che non son più convinti che la carne sia elemento essenziale di un pasto soddisfacente
Questo articolo è stato pubblicato per la prima volta su HuffPost United Kingdom ed è stato tradotto daStefano Pitrelli
http://www.huffingtonpost.it/huffingtonpost/6-spiegazioni-da-dare-a-chi-ancora-non-e-flexitariano-ovvero-v_a_23057910/
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