domenica 10 settembre 2017

IMPOSIMATO: che TRISTEZZA che DI MAIO sieda con un esponente della TRILATERALE (bilderberg)

Ferdinando Imposimato, presidente onorario della Corte di Cassazione, magistrato da sempre ben piantato nel pantheon del M5S, non può tollerare che Luigi Di Maio partecipi alla passerella del Forum Ambrosetti e si è preso la briga di farlo sapere: «Che tristezza che il candidato premier del M5S Di Maio sieda a Cernobbio, con un esponente della Trilaterale, che voleva la riforma della Costituzione. Il dialogo con i nemici della democrazia non è tollerabile. È la fine dell’alternanza»



 Il riferimento del giudice è alla commissione Trilateral nata negli Anni Settanta per creare un think tank tra Stati Uniti, Europa e Giappone sui temi dell’economia, della politica e della tecnologia e spesso associata al gruppo Bilderberg e considerata dai grillini un club chiuso dove in pochi decidono le sorti di molti
 

Lo sfogo ha comunque costretto Di Maio a giustificarsi e ha fatto saltare dalla sua sdraio Grillo, obbligandolo a mettersi al telefono per capire cosa stava succedendo. Perché questo davvero suona come il de profundis del Movimento nella sua prima versione, l’anarchica brigata che Grillo guidava inseguendo l’utopia della politica incontaminata dai rapporti con il potere economico e aziendale

 Anche perché è la stessa voce, quella di Imposimato, che nel 2014 aveva benedetto l’ascesa del deputato: «Io mi riconosco in Di Maio - disse l’ex magistrato -. È lui il futuro del M5S». 

Ma le cose cambiano in fretta, anche troppo, con una voracità che semina delusioni tra i patriarchi che avevano creduto nella rivoluzione pentastellata, puntualmente invitati a sostenere la battaglia sul blog di Grillo. Non c’è solo Imposimato, tra questi. Anche Aldo Giannuli, storico, amico di Gianroberto Casaleggio, profilo certo non militarizzato ma comunque firma tra le più autorevoli tra i padri dell’ideologia a 5 Stelle. Il suo giudizio sulle parole di Di Maio, pronto a difendere la polizia dopo gli scontri con i migranti che occupavano un palazzo in centro a Roma, è impietoso: «Una posizione autolesionista che disgusta una fetta di elettori 5 stelle. Il Movimento serve se è anticasta, non se dice le stesse cose degli altri». 

Di Maio, sempre lui. Di Maio l’istituzionale, Di Maio «il democristiano», Di Maio il normalizzatore

A 20 giorni dalla sua incoronazione a candidato premier resta il bersaglio prediletto nelle convulsioni interne prodotte dalla mutazione del M5S. Ma a ben vedere lo scollamento da figure riferibili a una forma embrionale di intellighenzia a 5 Stelle è cominciato da un po’. Senza scomodare Paolo Becchi, il prof genovese con la patente di ideologo che per mesi fu invitato ovunque, basta prendere uno dopo l’altro i nomi finiti nella top ten delle Quirinarie. La giornalista, Milena Gabanelli, ormai arruolata tra i sostenitori del ministro Marco Minniti, dopo essere arrivata prima tra le preferenze degli attivisti, per tutta risposta chiese dove finivano i soldi del blog. Stefano Rodotà, compianto dai grillini dopo la sua morte, aveva osato criticare Grillo e in cambio si era beccato dell’«ottuagenario miracolato dalla Rete». Inutile soffermarsi sull’ex premier e padre del Pd, Romano Prodi, mentre dell’ex toga Gian Carlo Caselli si può ricordare la strigliata al deputato grillino Giorgio Sorial quando definì l’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano «un boia». Tra i dieci candidati del 2013 c’era anche Emma Bonino che appena qualche giorno fa ha annoverato Di Maio tra gli «imprenditori della paura» assieme a Matteo Salvini. Di Maio, ancora lui. Sempre lui



http://www.lastampa.it/2017/09/01/italia/politica/i-padri-nobili-ms-bocciano-di-maio-e-spaventano-grillo-imposimato-triste-vederlo-al-forum-di-cernobbio-IuC5nFx90UiQ9dPTRbZXaJ/pagina.html

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