Luigi Di Maio lascia cadere l’ultimo velo e annuncia la sua «candidatura a premier per il Movimento 5 stelle». Il momento è stato preparato per anni. È lui il grande favorito. Anche perché quello che manca ancora a Di Maio è uno sfidante
La ricerca di un’antagonista all’interno del M5S è convulsa. Fra meno di una settimana, in occasione della convention annuale a Rimini, Beppe Grillo e Davide Casaleggio incoroneranno il vincitore della corsa interna ai Cinque Stelle
La corrente ortodossa è in pressing da giorni per convincere Roberto Fico a sfidare il delfino Di Maio. È l’avversario per le visioni divergenti del Movimento, per «la rabbia - confida chi gli è vicino - che in questi mesi ha trattenuto a stento» guardando l’evoluzione del mondo pentastellato
Fico, però, nutre dei dubbi. E non gli piace la nuova regola secondo la quale il candidato premier diventerà automaticamente anche il «capo della forza politica»
Ma è troppo tardi per protestare, gli hanno fatto notare i tanti che lo hanno chiamato nelle ultime ore: «Semmai, potresti cambiarla dopo aver vinto contro Luigi»
Poi ci sono le sirene di Napoli. C’è il tarlo di una seconda chance da giocarsi per diventare sindaco della sua città.
Se Fico si dovesse sfilare, intorno a lui sono in molti a essere pronti a lanciarsi nella sfida
Chi per erodere il consenso di Di Maio, chi per ottenere visibilità sul proprio territorio in vista delle prossime parlamentarie. Dalla corrente ortodossa si starebbero muovendo decisi i deputati Carlo Sibilia e Giuseppe Brescia, mentre dal Senato Nicola Morra smentisce pubblicamente, ma dietro le quinte raccontano che, senza il leader ortodosso in campo, la candidatura sarebbe più di un’idea
Da outsider sembra pronta a giocare la propria partita anche la senatrice Barbara Lezzi, pronta a una eventuale sfida a tre
Gli altri big, invece, per ora restano a guardare. L’ortodossa Carla Ruocco, membro dell’ex Direttorio, ha già detto di no a chi ha provato a convincerla nelle ultime settimane
E Alessandro Di Battista ha già rassicurato Di Maio: non ha intenzione di candidarsi premier
Non solo. Anche il suo secondo mandato a Montecitorio sarebbe «in dubbio», confida chi gli ha parlato negli ultimi tempi. Di Battista nega pubblicamente di voler saltare un giro e ripete di essere «sempre a disposizione del Movimento». A telecamere spente, però, non nasconde il desiderio di dedicare più tempo al suo primo figlio, che nascerà a fine settembre. Quel suo mettersi «a disposizione» potrebbe così tradursi in un lavoro da attivista «esterno», con i tour nelle piazze, le presenze in tv, la costruzione di una futura leadership nel dopo Di Maio
Gli ortodossi, intanto, iniziano a tirare picconate contro la candidatura del vicepresidente della Camera
«Dal M5S di Beppe Grillo al M5S di Luigi Di Maio. A voi i commenti!», scrive su Facebook il deputato Luigi Gallo, preoccupato per i poteri che finiranno nelle mani del vincitore delle primarie grilline: dall’indizione delle votazioni in Rete alle regole per le candidature, dalla voce in capitolo su sospensioni ed espulsioni alla cancellazione delle decisioni dei probiviri
Proprio sulle sospensioni interviene Riccardo Nuti, sospeso per il caso «firme false» di Palermo: «Di Maio indagato? Non sospeso e candidato premier». Critiche che non piacciono a Di Maio che precisa che deve stare fuori chi è indagato per «fatti gravi», mentre lui ha in corso solo un indagine per diffamazione
Non è dello stesso avviso Paolo Becchi, filosofo ed ex ideologo del M5S: «Di Maio è incandidabile, avendo procedimenti penali in corso. È vero che nel blog hanno scritto che le regole sono cambiate ma non è che le regole si possano fare ad personam»
http://www.lastampa.it/2017/09/17/italia/politica/di-maio-accetta-di-correre-da-premier-ma-tra-gli-ortodossi-monta-la-protesta-AJDP0hdABvwH6yKUC0WKnI/pagina.html
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