L’innalzamento del livello del mare, causato dai cambiamenti climatici, minaccia anche le comunicazioni via Internet. Migliaia di chilometri di cavi sotterranei in fibra ottica negli Usa sono a rischio perché potrebbero essere sommersi dall’acqua entro solo 15 anni
Sono le conclusioni di uno studio condotto da ricercatori della University of Wisconsin–Madison e della University of Oregon, i cui risultati sono stati svelati durante un incontro organizzato nella città di Montreal da Association for Computing Machinery, Internet Society e Institute of Electrical and Electronics Engineers
INTERNET VULNERABILE
Oltre 6000 chilometri di cavi in fibra ottica sotterranei, che non hanno lo stesso grado di protezione e resistenza all’acqua di quelli sottomarini, e 1100 hub di traffico Internet sono a rischio per il fenomeno dell’aumento del livello del mare
Il danneggiamento di questa infrastruttura, che non è stata progettata per tenere conto degli effetti dei cambiamenti climatici, si verificherà, entro il 2033, prima di quanto si potesse preventivare in base alle stime di durata
Sono previsioni che i ricercatori hanno potuto elaborare grazie ai dati combinati ottenuti da Internet Atlas, mappa della struttura della Rete su scala globale, e dal Noaa, agenzia federale Usa specializzata nello studio del clima
Secondo Paul Barford, docente di informatica della University of Wisconsin–Madison e uno degli autori del documento
Lights Out: Climate Change Risk to Internet Infrastructure,
i maggiori rischi per le infrastrutture di Internet sono legati ai centri abitati della costa
Spesso coincidenti con i punti di approdo dei cavi sottomarini transatlantici, spina dorsale delle reti di comunicazione globale
Le aree più vulnerabili identificate sono le città di Miami, Seattle e soprattutto New York, zona su cui tende a concentrarsi un più grande flusso di dati
IMPATTO DI DISASTRI NATURALI E CAMBIAMENTI CLIMATICI
La vicinanza alle coste è una sfortunata coincidenza che mette a repentaglio la tecnologia fisica di Internet
Quella di Ramakrishnan Durairajan, Carol Barford, Paul Barford è una ricerca che per la prima volta mette a fuoco in modo specifico le conseguenze dell’aumento del livello dei mari sulle strutture della Rete
Negli anni passati si è già potuto constatare come eventi estremi, quali ondate di calore o tempeste, abbiano potuto produrre gravi danni
Nel 2012, ad esempio, l’uragano Sandy ha messo in ginocchio il sistema di comunicazione online a New York per via delle alluvioni, tanto da spingere Christopher D. Levendos, manager di Verizon, a parlare di fallimento catastrofico
Mentre nel 2015, un’ondata di calore in Australia ha messo in crisi i sistemi di raffreddamento di data center nevralgici provocando un blocco prolungato di Internet
Stesso risultato determinato con effetti potenziati dall’uragano Irma, scatenatosi in Florida nel 2017
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