domenica 30 dicembre 2018

Hotel Rigopiano: prefettura di Pescara ostacolò le indagini, nascosta la telefonata d’allarme..


Nuovo fascicolo di indagine sulla tragedia dell’Hotel Rigopiano:
 la Procura di Pescara ha notificato 7 avvisi di garanzia per il reato di frode in processo penale e depistaggio a carico del personale della Prefettura di Pescara, compreso l’ex prefetto. Le accuse che vengono mosse sono quelle di aver occultato il brogliaccio delle segnalazioni del giorno 18 gennaio 2017 alla Squadra Mobile di Pescara per nascondere la chiamata di soccorso fatta alle 11.38 dal cameriere Gabriele D’Angelo al centro coordinamento soccorsi
La ricostruzione 
A mettere gli investigatori sulla traccia giusta c’è, agli atti della prima indagine, quella che ha portato ai 25 indagati, una telefonata tra i carabinieri e la Prefettura delle ore 18.09 del 18 gennaio 2017, quindi almeno un’ora e venti dopo la valanga

Il carabiniere di servizio riferisce di aver ricevuto una telefonata di Quintino Marcella:
 Quintino è il proprietario del ristorante di Silvi dove lavorava Giampiero Parete, scampato alla tragedia con la famiglia:
 il ristoratore dichiarava ai carabinieri che il Parete gli aveva riferito della valanga

«Ho preso una telefonata adesso da un signore - dice il carabiniere - di un certo Marcella Quintino. Questo qua mi ha detto che un cuoco di sua conoscenza che sta all’Hotel Rigopiano...»,
 al che la dirigente Acquaviva lo ferma per dirgli che «l’Hotel Rigopiano è già stato fatto questa mattina. C’erano dei problemi. Sono stati raggiunti e sta tutto apposto»

L’operatore del 112 di Pescara a quel punto chiede cosa sia stato fatto, perché a lui Marcella avrebbe detto che «è crollato l’Hotel»

«Eh, si questa mattina», è la risposta della Acquaviva, e il carabiniere all’oscuro di tutto ribatte «Ah, ma sto deficiente mi ha fatto spaventare
 Mi ha detto guardi mi ha detto è crollato l’Hotel Rigopiano e che ci sono delle persone dentro»

 La funzionaria della Prefettura lo tranquillizza chiarendogli che: «Ma no l’intervento sull’Hotel Rigopiano l’hanno fatto questa mattina»

 Ma di che intervento si tratta?
 Si tratta di un controllo evidentemente
 Lo scambio di battute tra Prefettura e Carabinieri di fatto termina con un ambientale registrato nella telefonata nella quale la Acquaviva si rivolge ad una terza persona che si trova con lei e le chiede:
 «...scusa l’Hotel Rigopiano è stato fatto questa mattina l’intervento no?
 ...ai Carabinieri ha telefonato uno dicendo è crollato l’Hotel Rigopiano con dentro la gente ma...
 una voce maschile in ambientale dice:
 ma che stiamo scherzando

 Donna:
 ma non è vero
 Una voce maschile in ambientale dice:
 è uscito fuori che era uno scherzo...»

L’operatore del 112 a quel punto tira un sospiro di sollievo :
 «Ah addirittura è uscito fuori che era uno scherzo», si sente sempre nell’ambientale della telefonata

 Altre voci di sottofondo della sala operativa della Prefettura dicono «Ho parlato pure io con un uno di Rigopiano... dice che siccome ci sono problemi con le linee telefoniche... scusa contattate là
 Eh no io credo sia tutta una montatura»

L’indagine parte proprio da qui: di questa telefonata di D’Angelo, che risulta aver chiamato la Prefettura,
 non c’è traccia in nessun brogliaccio, eppure è stata ricevuta


Quella telefonata del mattino, ricevuta dall’hotel di Rigopiano che al pomeriggio sarebbe stato travolto da una valanga, era troppo imbarazzante

E così la prefettura di Pescara ha fatto in modo di non farla mai comparire nei documenti ufficiali
Ma alla fine è saltata fuori
E ora l’ex prefetto Francesco Provolo, i due vice, e quattro funzionari, sono indagati anche di depistaggio e frode processuale

 Un reato gravissimo, occultare una telefonata di chi chiedeva aiuto

E se fosse stato ascoltata a dovere, la strage si sarebbe evitata

A chiamare la prefettura fu il cameriere Gabriele D’Angelo, deceduto nella disgrazia con altre 28 persone

 Erano le 11.38 di quel fatidico 18 gennaio 2017
Non sappiamo che cosa disse e con chi parlò
Sappiamo solo, grazie al certosino lavoro dei carabinieri pescaresi sui tabulati telefonici, che la telefonata durò 230 secondi

 «Probabilmente chiese aiuto, chiese di portare tutti via perché scendeva troppa neve», ipotizza ora il fratello di Gabriele, il signor Francesco

È alla sua disperazione di famigliare che si deve questo nuovo troncone d’indagine

 Dopo che ricevette il cellulare di Gabriele, lo ha conservato nella cassaforte del suo avvocato

Sapeva però da amici che il fratello quel mattino aveva telefonato alla Croce Rossa del comune di Penne, lì vicino

 Aveva chiesto di mandare i soccorsi
E naturalmente sapeva che pochi minuti prima della valanga aveva parlato con la mamma
 «Si erano dati appuntamento al giorno dopo
Sarebbero venute le turbine a ripulire la strada, mi ha detto mia madre, che gli aveva promesso gli gnocchi a tavola»

Siccome però si è sostenuto che nessuno aveva mai chiamato la prefettura da Rigopiano dato che «non era possibile telefonare»,
 Francesco D’Angelo qualche tempo fa ha fatto un esposto perché si esaminasse il traffico telefonico

E così i carabinieri hanno scoperto che c’era stata una terza telefonata
Quella «scomparsa» dai brogliacci

Riascoltando le registrazioni di tutte le telefonate alla centrale operativa della prefettura, peraltro, è saltata fuori una clamorosa controprova

 Verso sera, quando la valanga c’era già stata, i carabinieri chiamano la prefettura per capire

 Sono stati mobilitati da un ristoratore pescarese, Quintino Marcella, che ha ricevuto i messaggi disperati dal suo cuoco, Giampiero Parete, uno che si salverà

 Il Parete gli chiede di attivare gli aiuti perchè a lui non credono

 Il carabiniere fa il suo dovere di informare la prefettura
 La funzionaria Daniela Acquaviva (quella che in un’altra telefonata disse: «La mamma degli imbecilli è sempre incinta») però lo blocca subito: «Guardi, l’hotel Rigopiano è già stato fatto questa mattina. C’erano dei problemi. Sono stati raggiunti e sta tutto a posto»

Non è affatto cosìanzi,
 ma come ormai è chiaro alla prefettura vivono un gigantesco corto circuito:
 ogni segnalazione viene cestinata e addirittura respinta con irritazione perchè si sono convinti che il problema sia solo la paura degli ospiti e loro devono provvedere a ben altre emergenze da neve

Il carabiniere al telefono, tranquillizzato, si sfoga: «Ah, ’sto deficiente mi ha fatto spaventare. Mi ha detto, guardi, mi ha detto: è crollato l’hotel Rigopiano e ci sono delle persone dentro»

Lo scambio di battute di fatto termina con la voce di un terzo nella stanza della prefettura che dice alla funzionaria:
 «È uscito fuori che era uno scherzo»

L’operatore del 112 sente e tira un sospiro di sollievo:
 «Ah, addirittura è uscito fuori che era uno scherzo»

E allora si sentono altre voci di sottofondo:
 «Ho parlato pure io con uno di Rigopiano... dice che siccome ci sono problemi con le linee telefoniche... scusa, contattate là. Eh no, io credo sia tutta una montatura»

Tabulati alla mano, ora la magistratura ritiene che la voce si riferisse alla telefonata di D’Angelo del mattino

 Chiamata di cui non c’è traccia in nessun brogliaccio, 
eppure c’è stata..







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