venerdì 28 dicembre 2018

Miracle Fruit: il Frutto Miracoloso


Ormai anche da noi arrivano più facilmente certi frutti esotici  o piante con particolari caratteristiche, perciò credo che sia bene ampliare le nostre conoscenze, in modo da essere preparati quando ci imbattiamo in qualche “novità”
Ecco perchè oggi vorrei parlare di una bacca africana, che viene usata per migliorare il sapore di certi cibi

Ormai è appurato che i danni maggiori alla salute vengono dagli zuccheri complessi (amidi)
Persino il colesterolo è collegato agli amidi e agli zuccheri sintetici, perchè gli zuccheri stressano il fegato e un fegato malato produce più colesterolo
Per evitare questi danni, specialmente l’innalzamento degli zuccheri nel sangue, sono nati i dolcificanti artificiali, che però non risolvono il problema in quanto il nostro cervello li percepisce come zuccheri normali e in più hanno un bel po’ di effetti collaterali
(vedi articoli Falsi amici: gli zuccheri dietetici )

Per questi motivi si cercano rimedi naturali, come questa pianta che cresce in Africa Occidentale e che si chiama Synsepalum dulcificum, più comunemente chiamata frutto miracoloso

Ne ha parlato Adam Gollner, autore del libro The Fruit Hunter: A Story of Nature, Obsession, Commerce and Adventure, al programma televisivo del Dott. Oz

Questa pianta produce bacche rosse della grandezza di un acino d’uva, che all’interno hanno un unico seme

La particolarità di questa bacca è quella di trasformare in bocca il gusto acido o amaro in dolce, cioè di riprogrammare le papille gustative

La bocca contiene una glicoproteina, la miracolina, che si attacca ai ricettori di dolce

Quando l’ambiente è acido, la miracolina attiva il sapore dolce.
Dopo aver mangiato una bacca, cibi dal sapopre aspro come limone o aceto sembrano dolci. Questo è importante non solo perchè soddisfa il desiderio di dolci senza danni alla linea e alla salute

L’effetto dura per un’ora circa dall’assunzione della bacca

Un altra particolarità del frutto miracoloso è che non essendo una proteina metabolizzata con l’azione dell’insulina, può essere una valida alternativa ai dolcificanti per i diabetici

Non si è parlato molto di questo frutto finora perchè ha una vita commerciale breve

Questa pianta ha difficoltà ad ambientarsi al di fuori del terreno acido dell’Africa Occidentale

Sembra, però, che abbiano trovato il sistema per conservarlo e quindi per esportarlo, quindi teniamolo d’occhio!





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