domenica 17 marzo 2019

Tutti i delusi dal M5S in piazza: No Tav, No Ilva, No Tap, No Triv, No Muos sabato 23 marzo a Roma

Il paradosso del No è che c’è sempre qualcuno pronto a dire un No ancora più forte
Ma in questa storia i 
paradossi sono tanti
 Il 23 marzo in piazza, a Roma, ci saranno i No Tav, No Ilva, No Tap, No Triv, No Grandi Navi, No Muos, No Ttip (il Trattato di libero scambio), No Centrale del Mercure, No 106 Jonica megalotto e così via, di conflitto in conflitto, un atlante che comprende piccole grandi lotte ambientaliste che i 5 Stelle hanno corteggiato
 e sposato per anni
 Fino a quando non sono
 arrivati al governo

Ebbene, il popolo del No andrà a chiedere conto al Movimento che è arrivato al potere cavalcando quei No, a volte con una carica ancora più radicale

La parabola è ben descritta da Tommaso Cacciari, portavoce del comitato contro le navi da crociera a Venezia:
 «I 5 Stelle ci accusavano addirittura di essere
 troppo moderati
 La nostra proposta prevede un avamporto all’ingresso della città dove far attraccare le navi per evitare di farle arrivare fin dentro la Laguna
 Per loro invece le navi non dovevano proprio avvicinarsi a Venezia»

 E ora?
 «Tutti muti: 
dai parlamentari veneziani al ministro Danilo ToniNelli
 C’è un progetto fermo da 4 anni E ToniNelli si sta
 comportando come i suoi predecessori»

E così Luigi Di Maio si trova stretto tra chi, complice il caso Tav, dice che il M5S sa dire solo No, e chi lo accusa di non dirlo abbastanza forte, di annacquare le battaglie o di averle tradite

Non che Di Maio non ci stia provando a cancellare l’immagine del Movimento che sabota opere e infrastrutture

 Al punto che i grillini al governo, accusati di essere i cultori della decrescita felice, sono quelli che parlano di più di pompare la crescita, in nome del dio Pil che Di Maio diceva di voler superare, forte delle teorie economiche a sostegno di altri indici più flessibili nel calcolare il benessere di una nazione

 Appunto: i paradossi

La stella dell’ambiente, una delle cinque del M5S, 
è rimasta appannata

 Scomparsa dal dibattito sulla Tav, a esclusivo vantaggio di analitiche disamine finanziarie

Da Beppe Grillo a Di Maio il M5S ha perso la sua anima green, contaminata da rivendicazioni locali, che sognava una democrazia dal basso, dei cittadini

L’ultima emblematica giravolta è sul Muos, il sistema americano di mega satelliti a Niscemi, Caltanissetta

 Un tema caldo in queste ore in cui si ridiscutono i rapporti del governo con Washington
 Come confermano fonti di governo, tutto 
proseguirà come deve

Solo pochi mesi fa Grillo chiedeva agli Usa:
 «Portate università 
non basi militari»

 I militanti No Muos ancora credevano in una presa di posizione di Di Maio a favore dello smantellamento, annunciata dal consigliere M5S
 Giampiero Trizzino

«Dopo l’incontro di Conte con Trump abbiamo capito che sarebbe finita come su Tap,
 Ilva e F35»,
 spiega il portavoce 
Fabio D’Alessandro:

 «La ministra Trenta del M5S si è comportata come il Pd»

 Niente più lotta contro cementificazione e inquinamento elettromagnetico, a protezione della riserva naturale

«Come in Val Susa molti No Muos hanno votato M5S, preferendolo a partiti come Potere al Popolo perché le chance di andare al governo erano serie»

Ma sono proprio le ragioni di governo ad aver prevalso
 Solo che questa volta fa più rumore, perché nessuno era mai arrivato a Palazzi Chigi con proposte così radicali, nate sui territori, facendole evaporare in pochi mesi

Il rosario di delusioni è stampato nel comunicato della marcia:

 «Il governo ha fatto un’imbarazzante retromarcia su tutte le altre grandi opere devastanti: Tav, Terzo Valico, Tap e la rete Snam, Grandi Navi e Mose a Venezia, Ilva, Muos, Pedemontana Veneta, oltre al tira e molla sul petrolio e le trivellazioni»

Gli ultimi a sperare nel M5S rimasti sono gli attivisti per l’acqua pubblica e della 
Terra dei Fuochi

 Idealmente, la grande manifestazione nazionale contro le «grandi opere inutili» è associata alla mobilitazione internazionale per il clima della giovane Greta Thunberg

 «E’ stato rischioso mettere assieme lotte contro opere così diverse tra di loro 
- spiega D’Alessandro -
 Ma lo spirito che ci accomuna va al di là dei No e dell’ideologia Nimby
 (Not in my back yard)

 È a favore di un processo decisionale che coinvolga di più le popolazioni dei territori, contro la contrapposizione lavoro-ambiente, a favore di grandi opere ma utili a proteggere le fragilità dell’Italia»

Era quello che prometteva 
anche il M5S

 «Il tradimento presuppone una storia d’amore
La delusione di chi li ha votati è tanta – dice Cacciari – L’imbroglio del M5S non è nelle singole battaglie ma è strutturale: raccontare che bastava cambiare i giocatori e non le regole, che bastava mandare tutti a casa quelli che c’erano prima»




https://www.lastampa.it/2019/03/17/italia/i-no-ditalia-in-piazza-protesta-contro-i-grillini-ci-avete-tradito-xbQaaQaMUvkIwRAWsIEayL/pagina.html

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