domenica 22 giugno 2014

La papessa Boldrini si candida a presidente della repubblica con lo spin doctor Gad Lerner ?




1. ORA CHE IL PARTITINO DEI NICHI SECCHI AFFONDA, LA BOLDRINI SI SMARCA DAI COMPAGNI RICICLANDOSI COME “INDIPENDENTE”, LEI CHE SE E’ IN PARLAMENTO LO DEVE A SEL - 2. “MI SPIACE CHE CI SIA STATO QUESTO STRAPPO, MA NON È CHE QUESTA SITUAZIONE MI RENDE ORFANA”. UN DRIBBLING SECCO A VENDOLA E TANTI SALUTI - 3. SE L’INSUCCESSO LE HA DATO ALLA TESTA, NON E’ DA ESCLUDERE CHE LA BOLDRINOVA, DA TERZA CARICA DELLO STATO, STIA PENSANDO DI PUNTARE AL COLLE - 4. D’ALTRONDE RE GIORGIO HA DETTO CHE AL SUO POSTO VEDREBBE BENE UNA DONNA. E POI SI SPIEGHEREBBE IL MOVIMENTISMO DELLA PRESIDENTA (CHE VOLA OVUNQUE, PURE AL FUNERALE DI MANDELA), LA SUA PODEROSA MACCHINA DELLA COMUNICAZIONE E GAD LERNER NOLEGGIATO SPIN DOCTOR PER L’OPERAZIONE SIMPATIA - 5. MA
I SOGNI RESTANO DESIDERI: SE SARÀ QUESTO PARLAMENTO AD ELEGGERE IL NUOVO CAPO DELLO STATO, LA BOLDRINI NON AVREBBE VOTI NÉ DA FI, NÉ DAI GRILLINI. E ADESSO NEANCHE DA SEL… -

1 - LA BOLDRINI MOLLA VENDOLA E PUNTA AL QUIRINALE
Laura Cesaretti per “il Giornale”

Con fretta sospetta, ieri Laura Boldrini si è precipitata a separare i suoi destini da quelli del partito che non solo la ha portata in Parlamento, ma la ha anche proposta come presiden­te ­della Camera a Pier Luigi Ber­sani (una scelta che il Pd non perdona al suo precedente lea­der).

Si dice molto «dispiaciuta» per la scissione di Sel, la Boldri­ni. Ma fa capire che non sono fat­ti suoi: «Io mi sono presentata al­le elezioni come indipendente­ spiega - e il secondo giorno che ero lì sono stata eletta presiden­te. Non ho partecipato al dibatti­to di Sel e al fatto che si sia arriva­ti a questa decisione».

BOLDRINI VENDOLA
Peraltro, precisa, come presidente della Camera «non devo avere un marchio di appartenenza, tan­to più che sono un’indipenden­te. Mi spiace che in Sel ci sia sta­to questo strappo, ma non è che questa situazione mi rende orfa­na ». Bye bye Nichi, che tempo fa aveva persino pensato a lei co­me futuro leader della sinistra non Pd: la Boldrini non ha alcu­na intenzione di immischiarsi nei guai di Sel. Ci tiene a preser­vare la sua immagine super- par­tes, soprattutto da quando Gior­gio Napolitano ha rotto il tabù e auspicato che il suo futuro suc­cessore sia «una donna».

BOLDRINI E VENDOLA
Lei, che non solo è donna ma (gra­zie a Vendola e Bersani) è anche la terza carica dello Stato, un pensierino ce lo ha fatto. A spin­gerla a giocare questa ardita par­tita, dicono le malelingue di Montecitorio, ci sarebbe anche il segretario generale della Ca­mera Ugo Zampetti, mentore della Boldrini nei meandri del Palazzo, il cui sogno è quello di coronare la propria carriera di grand commis (il suo mandato, dopo 15 anni, scade a fine 2014) al Quirinale. Sogno che già gli è sfuggito un anno fa, quando venne affossato il candidato che lo avrebbe portato con sé al Colle, Franco Marini.


GENNARO MIGLIORE
 Di qui la cura ossessiva della propria im­magine (vedi il brain storming di Titignano cui ha invitato co­me consulenti Gad Lerner e al­tri «esperti») e l’assiduo presen­zialismo politico della presiden­te. Anche se resta un grosso osta­colo sul suo cammino, come spiega un dirigente parlamenta­re del Pd: «Se sarà questo Parla­mento ad eleggere il nuovo ca­po dello Stato, non credo che la Boldrini troverebbe molti voti: né da Fi, né dai grillini che la ve­dono come la peste, e tanto me­no da noi».

Da ieri, nep­pure da Sel, pe­raltro ormai in via di sbri­ciolamento. Per ora sono quattro i fuo­riusciti alla Ca­mera, a comin­ci­are dal capo­gruppo Gen­naro Migliore. Ma altri ne do­vrebbero arrivare. Soprattutto se la presenza di Ncd nel gover­no, decisamente eccessiva vi­sta la performance elettorale al­le Europee, verrà ridimensiona­ta tramite rimpasto (Maurizio Lupi viene dato in uscita): a quel punto,si spiega,si potrà di­re ch­e l’esecutivo Renzi ha cam­biato segno politico, spostando­si a sinistra, e sarà più semplice per gli ex Sel dar vita ad un rag­gruppamento dentro la maggio­ranza.

LORENZO GUERINI
Non nel Pd, dove una par­te de­i parlamentari fa le barrica­te contro chi ( da sinistra ma an­che da Scelta civica fino a Casi­ni, che al Senato tenta di forma­re un gruppo di ex centrodestra da portare in dote a Renzi) pre­me per entrare: con la riforma del Senato i posti si ridurranno drasticamen­te, e la concor­renza esterna non è ben vi­sta.

Quanto a Migliore, che ne ha discus­so con Loren­zo Guerini e Francesco Bo­nifazi, si po­trebbe aprire per lui la partita napoletana: il sindaco Luigi De Magistris, che pure ha tentato una riconversio­ne renziana ma con scarso suc­cesso, è sempre più in crisi. Ma il Pd non ha candidati forti per la successione: Migliore, che è stato capogruppo del Prc al Co­mune di Napoli per due consi­liature, potrebbe essere la solu­zione.


BOLDRINI CAMPIONESSA DI FACCE SCHIFATE CON NAPOLITANO
2 - BOLDRINI COMUNISTA INGRATA: «NICHI CHI? IO NON C’ENTRO»
P.E.R. per “Libero quotidiano”

Sinistra e libertà affonda, la fuga verso il Pd è appena incominciata e Laura Boldrini, presidente della Camera eletta col partito di Nichi Vendola, prova a cavarsela raccontando una bugia. La giornata di ieri è cominciata con l’ira del governatore della Puglia: «Quello che io non contemplo nella lotta politica è la resa», ha dichiarato combattivo, parlando da Bari.

«Chi pensa che oggi Sel debba squagliarsi e diventare una componente del governo, della maggioranza di governo o del Pd, ha la bandiera della resa in testa », tuona. Chi se ne va è un debole, un conformista. Sarà pure così, fatto sta che i parlamentari intenzionati a voltare le spalle al partito più a sinistra delParlamento sembrano ogni giorno di più.

«Forse uscirà qualcun altro», conferma Gennaro Migliore, ex capogruppo, “guida” dei ribelli. Il dirigente napoletano ribadisce quanto già detto nei giorni scorsi: il problema non è soltanto la linea politica di Sel,ma il divieto imposto ai parlamentari di esprimere le loro opinioni. «Mi hanno detto che ho sequestrato la linea politica del partito, non va bene», accusa. Lui e gli altri quattro dimissionari sono andati nel gruppo Misto, vorrebbero costituire un gruppo sulla falsariga dei vecchi Responsabili,ma il premier ha fatto sapere che «le porte del Pd sono aperte».


Nel caso di un accordo organico il numero di trasfughi potrebbe superare le dieci unità. Il caos nel partito e la risposta (dura) di Vendola hanno costretto anche Laura Boldrini a dire la sua. Eletta con Sel, proposta come presidente della Camera da Vendola, la deputata ha risposto ad alcune domande mentre si trovava sulla nave San Giorgio della Marina militare a Siracusa.

«Mi sono presentata alle elezioni come indipendente di Sel. Il secondo giorno che ero lì sono stata eletta presidente della Camera», ricorda.«Non ho partecipato al dibattito all’interno di Sel,ma è sempre doloroso quando un gruppo si divide. Sono dispiaciuta e so che questo sta causando molta amarezza», aggiunge.

 Poi, però, allo scopo di chiamarsi fuori, la presidente della Camera si lascia scappare una (piccola) bugia: «Io faccio la presidente della Camera e non faccio parte di alcun gruppo», garantisce. «Come presidente non devo avere un marchio di appartenenza tanto più che sono indipendente. Mi spiace per questo strappo, ma non è che questa situazione mi rende orfana, io non mi considero tale», ha concluso. Peccato che sul sito di Montecitorio la «deputata Laura Boldrini» risulti «iscritta al gruppo Sinistra e libertà».

http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/ora-che-partitino-nichi-secchi-affonda-boldrini-si-smarca-79441.htm

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