martedì 23 giugno 2015

AMORE,MEMORIA e MELARISMO: vittoria della natura umana sul nuovo ordine mondiale

Questo impianto sociale è strutturalmente peggio di quello descritto nel distopico
romanzo orwelliano 1984. All'attuale sistema non frega assolutamente nulla se tu sei
cosciente o meno di certi abomini, se pubblichi libri al riguardo o se commetti
“psicoreati”.   Tanto   dovrai   passare   sempre   per   dove   dicono   loro   se   vorrai
minimamente assicurarti sopravvivenza, visto che ormai hanno plasmato proprio un
tipo di “cultura” a cui tutti aderiscono fin dalla nascita. È molto più potente e subdolo
di qualsiasi altra forma totalitaria precedente.



Tra l'altro potrai dire quello che ti pare,
ma nessuno comunque coglierà veramente  il significato o le intenzioni, dato che è
stato programmato per notare­/interpretare solo in un certo modo ed è costantemente
distratto  (vedere   in   proposito:   David   Icke   sul   controllo   mentale   ­
https://www.youtube.com/watch?v=SLvMYUNhT-Q ; George Orwell, 1984, pag. 85
tutta.)

Eppure la via d'uscita c'è, anche se è molto faticosa, e richiede una fermezza d'animo
ai limiti del sovrannaturale. Bisogna imparare a conservarsi,  a serbare le proprie
preziose consapevolezze fino a “percorso terminato”, senza lasciarsi corrompere mai
del   tutto   sia   fisicamente   sia   mentalmente   sia   spiritualmente   da   questa   gabbia
d'acciaio,   lasciando   sempre   funzionante   la   modalità   “ripristino”   di   cui   il   nostro
evolutissimo organismo è dotato. In tal modo si arriverebbe al punto di ottenere ruoli
di prestigio (col massimo potere decisionale, che è quello di cui abbiamo bisogno). A
quel livello infatti, secondo gli standard del NWO, ormai dovresti aver perso la tua
forza vitale, la tua personalità, le tue idee e le tue convinzioni di poter aspirare a
qualcosa di alternativo all'imperativo “ora et labora” dello schiavistico sistema tecno­
capitalista attuale. Una volta lì (o anche prima), iniziare a organizzare una serie di
azioni strategiche da cui far partire focolari (che decidano in organizzazioni segrete,
ad esempio) virtuosi che pian piano, proprio come la massoneria fa oggi ma con scopi
pervertiti, comincino a poter giocare la propria partita in questo mondo. Ma prima
bisogna ottenere il posto a sedere di fronte a chi già può giocare e però gioca a favore
delle lobby, data la programmazione predetta, per poter minimamente presumere di
poterlo affrontare. Infondo è così che funziona questa struttura sociale. Questa giostra
infernale   funziona   proprio   grazie   ai   programmati  puppets  che   ormai   sono   stati
“premiati” dal papi con ruoli di potere.

 Bisognerebbe ottenere tali ruoli, mantenendo
però   (cosa   che   mi   sono   accorto   essere   davvero   complessa)   il   ricordo   dell'input
originario,   la  memoria  del   perché   si   aveva   cominciato   e   del   perché   si   è   voluto
giungere fin lì, senza mai lasciarsi sviare, distrarre, ipnotizzare da nessuno (chiunque
egli sia). Cosa darebbe forza e renderebbe possibile una simile impresa? È qualcosa
che non si può spiegare tramite questo foglio virtuale, ma che ognuno di noi ha
dentro di sé: l'amore (pag. 115, 1984, Orwell: “La vista delle parole Ti amo aveva
fatto rinascere in lui il desiderio di vivere e perciò correre rischi su faccende di poca
importanza gli era subito parso futile.”), e, aggiungerei, il melarismo.

Tutti   i   “premiati”   finiscono   per  dimenticare.  Anche   noi   “agiati”   viviamo   nella
costante dimenticanza di tutti quelli che oggi soffrono la fame, e facciamo spesso o
sempre finta di niente. Tanto c'è la tv ( il nostro teleschermo) che ci distrae, insieme a
infiniti altri  jest  (vedere a proposito l'opera letteraria moderna  Infinite Jest,  D.F.
Wallace), e la nostra intera routine quotidiana a tenerci all'oscuro da noi medesimi.
“Ricordati chi sei” sia dunque il nostro imperativo categorico.

­Osserviamo   infine   sempre   con   cura   i   nostri   genitori,   senza   essere   affettati   nei
giudizi,   perché   probabilmente   potrebbero   aver   fatto   lo   stesso   nostro   identico
ragionamento in passato anche se ora non lo ricordano più e quindi, in quanto esseri
umani, hanno fallito. Accostiamoci a loro, e facciamogli tornare la memoria.
­Bisogna imparare a saper gestire la dicotomia “homo laboriosus”/ “homo sapiens
sapiens”, sapendosi esorcizzare via via lungo il percorso. Se si acquisisce (col tempo)
tale competenza, allora si può sperare di avere qualche possibilità di successo, che
viceversa non c'è mai, perché vuoi o non vuoi questo ambiente tossico e malsano ti
condiziona fino al midollo, tutti i giorni (o quasi). 

Il rischio, relativamente a quanto detto, c'è, ed è evidente: quello di incattivirsi. Può
succedere a periodi, ma col tempo (specialmente se si è disintossicati e con la dieta
ideale alla nostra specie, come minimo  il fruttarismo) non deve più succedere e non
succederà più, perché inevitabilmente si ritornerà sui nostri originari passi, visto che
la natura ci ricorda sempre cos'è la felicità e cosa è veramente importante, e Babilonia
invece   tende   a   farcelo   dimenticare.   Basta,   dunque,   quando   ci   si   sente   perduti,
allontanarsi dall'oscura “selva”, e impugnare lo strumento più potente in assoluto per
ristabilire la connessione con l'intero universo (e quindi con noi stessi, spiegando
anche meglio così cosa intendevo per esorcismo): la mela rossa Stark.

Oggi, scrivendo questo, mi sono ricordato perché voglio bene a mio padre. E della
sua saggezza nascosta. E della nostra simiglianza almeno in una cosa.
L'errore che si può commettere è quello di soffocare la vita, invece si può benissimo
vivere   in   modo   appassionato   la   prigionia,   proprio  come   fa   il   personaggio
immaginario Winston Smith di 1984, o come fa (o ha fatto) la persona esistente sotto
lo pseudonimo di John Smith nel caso del P3M http://specieumanaprogetto3m-nuovaedizione.blogspot.it/ , grazie all'amore.
Si può essere furbi senza essere cattivi. È complicato, ma è fondamentale.

Gianluca Aprile

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