Il senatore punta alla rielezione. Come capolista di Forza Italia. Per portare alto il nome dell'Abruzzo nel mondo. Con le sue "missioni internazionali", per promuovere l'imprenditoria regionale. In Corea, ma non solo. E in polemica con i colleghi parlamentari del suo partito: "Essendo laureati pensano di essere più intelligenti di me. Ma per fare quello che io ho fatto in cinquant'anni di lavoro ne devono mangiare di sale"
Ormai è fatta. Antonio Razzi ha deciso: “Nel 2018 mi ricandido”. Proprio così. Il senatore di Forza Italia lo annuncia a ilfattoquotidiano.it. Una decisione maturata nonostante alle prossime elezioni manchino ancora tre anni. Motivo? “Nessuno, nel mio partito, si occupa di promuovere l’immagine dell’Abruzzo all’estero – afferma –. Ma se si vuole fare qualcosa di serio per questa Regione, specialmente da un punto di vista commerciale, servono un impegno concreto e tante capacità”. Il parlamentare di FI, reso celebre dall’imitazione di Maurizio Crozza, punta in alto. Addirittura ad un posto da capolista. “Mi sembra logico”, dice tranchant: “Visto tutto il lavoro che sto facendo ho diritto a un premio”.
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Ma con l’Italicum, per tornare sicuramente in Parlamento, dovrà essere inserito fra i capilista. Crede di meritare un posto del genere?
Mi sembra logico, che c’è di male: visto tutto il lavoro che sto facendo ho diritto a un premio.
Questo però lo deve decidere Berlusconi…
Ma io e lui siamo molto amici. Così come lo sono con Francesca.
Si riferisce a Francesca Pascale, la fidanzata dell’ex premier?
Certamente. Siamo legati da un rapporto di stima e rispetto reciproco. Ci vogliamo bene.
Addirittura.
Certo. Pensi che ogni volta che ci vediamo mi chiede di fare un selfie con lei. Ma è normale, visto il legame che si è instaurato fra noi.
E con Berlusconi? Lo ha sentito ultimamente?
Ci siamo parlati e l’ho trovato in grande forma. È molto attaccato all’Italia e agli italiani e vuole tornare in campo per vincere e riportare in alto il Paese. Soprattutto in politica estera, la mia specialità. E poi quando ci vediamo mi saluta sempre dicendomi: “Antò, fatti li cazzi tua”.
la buffonata continua qui
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