domenica 24 gennaio 2016
Il melo nella mitologia classica
Il melo
Caratteristiche: albero delle Rosacee (latino "Malus") coltivato, in molte specie e varietà, in tutte le zone temperate e fredde come pianta da frutto: alto da 3 a 10 metri, ha foglie rotondeggianti e seghettate, fiori a corimbo con petali bianchi (all’esterno possono essere anche di colore rosa pallido), frutti commestibili, di lunga conservazione, che maturano da mezza estate a inverno inoltrato.
Il fusto è ricoperto da una corteccia grigiastra, che si stacca a placche. i giovani germogli sono rosso-brunastri, coperti da una leggera peluria, mentre quelli adulti sono più scuri, le gemme pelose.
Storico/Magico: questo è un altro albero sacro ai Druidi. Si dice che tagliando una mela in tre pezzi e strofinando il taglio laterale su una verruca, dicendo: "Fuori dalla verruca, dentro la mela" e seppellendone i pezzi, la verruca sparirà così come la mela si sarà decomposta. Il sidro di mele veniva usato in alcuni vecchi incantesimi, considerandolo sangue o vino. Il melo indica la scelta, ed è utile negli unguenti magici e d’amore.
Nei miti norvegesi, Idunna era la guardiana delle "Mele dell’Immortalità" che manteneva giovani gli Dei.
L’albero della fertilità, riferito da Tacitus nelle sue descrizioni delle rune norvegesi potrebbe essere stato il melo.
L'assonanza dei due termini latini ha fatto sì che nel tempo la tradizione cristiano-popolare abbia confuso il peccato originale “malum” con il melo “malus”.
Da allora, mal gliene incolse, il melo fu identificato con l'albero che spiccava al centro del giardino dell'Eden, il cui frutto era stato proibito ad Adamo ed Eva!
Il melo, però, aveva già una ricca e variegata presenza nel patrimonio mitologico greco-romano. Chi non conosce la sottile astuzia con la quale Eris, dea della discordia, pensò bene di allietare il banchetto di nozze di Teti e Peleo, mettendo in palio un “pomo” d'oro da offrire alla più bella tra le dee presenti, Giunone, Venere e Minerva.
Che dire poi delle Esperidi, nel cui giardino Atlante era a guardia dei pomi immortali! Si dice anche che Alessandro Magno giocasse a battaglia navale con ...le mele.
Nella mitologia scandinava, come in alcuni miti classici, il pomo ha il dono di rigenerare la vita e gli dei che se ne cibavano, rimanevano giovani fino al Ragnarok, ovvero fino alla fine dell'attuale ciclo cosmico. Per i Celti il melo era depositario della scienza, della magia e della rivelazione al punto che chi ne avesse mangiato, non avrebbe più avvertito i morsi della fame, né il dolore. Per ragioni simili, il melo era venerato dai Galli quasi quanto la quercia.
RICETTE
PER LA BELLEZZA
Tonico rassodante per viso, collo, seno: applicare sulle parti interessate il frutto crudo tritato finemente. È adatto a tutti i tipi di pelle.
http://www.stregadellemele.it/main1.asp?pag=melo
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