Un italiano su dieci ha seguito una dieta vegetariana o vegana nel 2016, con un giro d’affari di 357 milioni.
Intanto schizzano alle stelle i prezzi di frutta e verdura: +20,1% in dodici mesi, anche a causa del maltempo
Non è solo una diceria, una sensazione o un’esagerazione dei media e dell’opinione pubblica: in Italia vegetariani e vegani sono davvero in notevole aumento. Quasi un italiano su dieci infatti, per una percentuale del 7,6%, ha seguito una dieta vegetariana o vegana con un trend in aumento dovuto ai vegani che sono praticamente triplicati nell’ultimo anno per un totale di 1,8 milioni di persone.
A rilevarlo i dati Eurispes relativi al 2017 con l’Istat che riconosce i cambiamenti intervenuti nei comportamenti di spesa degli italiani anche per effetto di allarmismi, provocazioni e campagne diffamatorie che colpiscono un alimento antisalutare come la carne che non fa parte della Dieta mediterranea. Una tendenza spinta anche dal business stando a dati Nielsen-Coop dalla quale si evidenzia che nel 2016 il giro d'affari dei prodotti vegani e vegetariani ha toccato i 357 milioni di euro di fatturato nella sola grande distribuzione, con un incremento del 18% negli ultimi 12 mesi
Serve educazione e buon senso e soprattutto rispetto per tutti i diversi stili alimentari ai quali l’agricoltura italiana può offrire grandi opportunità di scelta grazie ai primati conquistati nella qualità e nella biodiversità senza cadere nella tentazione dei cibi di gran moda in Italia come ad esempio la curcuma o le bacche di goji, i fagioli azuchi e lo zenzero che sono in gran parte provenienti da Paesi come India e Cina che si trovano ai vertici mondiali per l’insicurezza alimentare. Accanto ai prodotti vegetariani entra nel paniere anche la birra artigianale per la quale si assiste in Italia al boom dei microbirrifici che dieci anni fa erano poco più di una trentina ed ora sono circa un migliaio per una produzione stimata in 45 milioni di litri.
L’incremento di consumatori vegetariani e vegani, insieme alla prolungata e intensa ondata di maltempo hanno fatto sì che il costo dei vegetali freschi sia schizzato alle stelle. L’aumento, da record, si è attestato sul +20,1% per i vegetali freschi e del 7,6% per la frutta rispetto all’anno scorso. Dati che hanno contribuito a spingere l’inflazione che a gennaio ha toccato il valore tendenziale dello 0,9%: dato più alto dal 2013.
L’aumento dei prezzi dei vegetali freschi a gennaio è consistente anche rispetto a dicembre con un rincaro del 14,3%. L’ondata di maltempo ha provocato a gennaio danni nelle campagne superiori ai 400 milioni di euro ma insieme agli agricoltori a pagare il conto dei cambiamenti climatici rischiano di essere anche i consumatori che subiscono gli effetti delle speculazioni in una situazione in cui i prezzi degli ortaggi aumentano in media del 200% dal campo alla tavola
Nel mese di gennaio dalla Puglia alla Basilicata, dalle Marche al Lazio, dall’Abruzzo al Molise, dalla Sicilia alla Calabria, dalla Campania alla Sardegna sono decine di migliaia le aziende agricole che hanno perso le produzioni di ortaggi invernali prossimi alla raccolta, dai carciofi alle rape, dai cavolfiori alle cicorie, dai finocchi alle scarole, per effetto del gelo che ha bruciato le piantine, ma sono saltate molte consegne di verdure salvate e di latte per i problemi di viabilità soprattutto nelle aree interne. Gravi sono anche i danni che si sono verificati sugli agrumeti così come per i vigneti di uva da tavola che hanno ceduto sotto il peso della neve le cui conseguenze sul mercato potranno essere verificate solo nei prossimi mesi. Alcuni prodotti però sono già raccolti da tempo come mele e pere e non sono dunque giustificabili eventuali rincari
http://www.italiaatavola.net/alimenti/tendenze-e-mercato/2017/2/3/italia-alimentazione-green-vegani-triplicati/48557
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