Un litigio tra medici per l’utilizzo della sala operatoria avrebbe ritardato di oltre un’ora un intervento urgente di parto cesareo, causando la morte di una neonata per asfissia cardiaca dovuta al cordone ombelicale stretto attorno al collo. È quanto hanno stabilito le indagini della Procura di Bari sul decesso di una neonata avvenuto il 30 aprile 2016 nell’ospedale Di Venere di Bari
Nei mesi scorsi il pm Gaetano De Bari - che ha coordinato gli accertamenti dei Carabinieri del Nas - ha fatto notificare l’avviso di conclusione delle indagini preliminari a otto persone, tutti i sanitari - medici e infermieri - dell’equipe del reparto di ostetricia e ginecologia che avevano avuto in cura la madre nei giorni precedenti il parto. Nei loro confronti la Procura ipotizza il reato di omicidio colposo per aver ritardato l’intervento cesareo. Soltanto dopo la chiusura delle indagini, però, è giunta sulla scrivania del pm l’informativa dei militari dalla quale sarebbe emersa la vera ragione di quel ritardo fatale: un litigio fra tre medici (altri rispetto agli otto indagati) per l’utilizzo della sala operatoria
Quel giorno le sale del reparto di ostetricia erano tutte occupate e quando i sanitari si sono accorti della sofferenza fetale e hanno disposto un cesareo d’urgenza, hanno deciso di rivolgersi al vicino reparto di chirurgia generale. A quel punto il primario, un altro chirurgo che aveva predisposto la sala per un intervento di appendicectomia e l’anestesista che avrebbe dovuto effettuare il cesareo, hanno avuto un diverbio sull’utilizzo della stessa sala, di fatto ritardando l’intervento di circa un’ora e mezza. Nell’attesa la donna, pronta per il parto, sarebbe rimasta senza monitoraggio e quando la bambina è stata finalmente fatta nascere era in grave sofferenza
I sanitari hanno tentato di rianimarla per 45 minuti ma per la piccola non c’è stato nulla da fare
Da allora la famiglia, assistita dall’avvocato Felice Petruzzella, ha iniziato una battaglia legale per avere giustizia. Dal punto di vista penale la vicenda è tutt’altro che conclusa. Agli otto sanitari finora indagati, infatti, potrebbero aggiungersi i tre medici protagonisti del litigio e del successivo ritardo. Dopo l’assenza della Asl di Bari nell’udienza di mediazione dello scorso 8 aprile, il legale ha anche inviato una lettera al Ministero della Salute, al presidente della Regione Puglia e a tutte le autorità sanitarie locali chiedendo il risarcimento dei danni
http://www.lastampa.it/2017/04/18/italia/cronache/lite-tra-medici-per-la-sala-operatoria-due-indagati-il-ritardo-caus-la-morte-di-una-bimba-5pGr3j7hvw0YJLbvkts3hN/pagina.html
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