Due abitanti di Claviere raccontano i loro incontri con i militari:
“Ci hanno intimato di stare zitti” La procura ha aperto un fascicolo
«Stavo passeggiando con il mio cane nella frazione di Gimont, sopra Claviere
Si è allontanato un po’, inoltrandosi in una zona impervia, fiutando qualcosa
Non vedendolo tornare, sono andato a cercarlo, preoccupato
Di colpo, dalla boscaglia, sono sbucati quattro militari francesi in mimetica scura e sulla faccia dei passamontagna neri da corpi speciali
Avevano fucili mitragliatori in mano
Ho detto loro di abbassarli, perché continuavano a puntarmeli contro
Mi hanno restituito il cane
Uno ha cercato di dire qualcosa in italiano stentato, mentre mi prendeva la carta d’identità
Io ho risposto in francese
A quel punto mi hanno invitato ad andare via e far finta di niente
Mi hanno detto di stare zitto e di stare attento,
perché dal mio documento avevano visto dove abito
Mi sono spaventato
Da quel giorno non vado più a passeggiare lassù
E dire che quei boschi sono territorio italiano, non francese»
È il racconto del signor F. commerciante di Claviere
È ancora così turbato da quell’episodio che ha chiesto di non svelare il suo nome
«La prego, non lo scriva
Non mi sento al sicuro»
Lui è uno dei due cittadini italiani che nei primi giorni dell’agosto scorso hanno denunciato ai carabinieri di Susa «gli incontri ravvicinati» con una pattuglia di militari francesi in territorio italiano
Due episodi in momenti differenti
L’altro denunciante è uno studente quindicenne, anche lui di Claviere
Stava percorrendo i sentieri in moto per raggiungere una località boschiva sopra Claviere
A più di due chilometri dal confine con la Francia
«Quattro militari armati mi hanno sbarrato la strada
Erano francesi perché avevano i fucili d’assalto Famas
Li conosco bene perché sono appassionato di armi»
Stesso tipo di racconto, il suo
Quattro militari in mimetica
I volti dipinti con i colori da «camouflage», per mimetizzarsi nella boscaglia
Anche in questo caso i militari hanno «minacciato» il giovane con frasi d’effetto
Per invitare al silenzio e non fare menzione di quell’incontro
«Mi hanno detto di stare zitto, perché avevano preso il numero di targa della moto»
I due episodi sono stati resi noti ieri dal procuratore Spataro
C’è un fascicolo d’indagine
Al momenti senza indagati e senza ipotesi di reato
Il due racconti sono netti, precisi
«Erano militari francesi»
Non avevano mostrine né identificativi
«Ma erano armati e i fucili erano veri»
E soprattutto entrambi sono concordi nell’affermare che si trovassero ben lontani dal confine francese
Chi conosce bene quelle zone dice che è facile perdere i punti di riferimento, confondendo le linee di confine
Dove un tempo c’era il filo spinato, oggi si incontra qualche pietra di demarcazione
A volte distano centinaia di metri l’una dall’altra
I villeggianti che si avventurano tra i boschi e i prati che in inverno diventano piste da sci a volte non si accorgono di passare oltre il confine
Ma per militari esperti no
Sapersi orientare è uno dei principali requisiti
E l’estate scorsa c’erano molti militari francesi sulle vette d’Oltrape a presidiare i confini per respingere i migranti
http://www.lastampa.it/2018/10/17/cronaca/fermati-da-soldati-francesi-in-mimetica-e-fucili-dassalto-nei-boschi-italiani-556QT6tUchxsSWrcWCIxaO/pagina.html
Non esiste la vera EU è solo una grande presa per i fondelli ancora non l’aver Capitoe! Guardate cosa accade in famiglie normali in tutto il mondo si scannano tra fratelli. Per le proprietà! Ma vala’!
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