L'ex sostituto procuratore di Trani, Antonio Savasta, attualmente giudice del Tribunale di Roma, e l'ex Gip di Trani Michele Nardi, attuale pm nella Capitale (è stato anche magistrato dell'ispettorato del Ministero della giustizia), sono stati arrestati oggi dai carabinieri nell'ambito di un'inchiesta della Procura di Lecce per una serie di reati tra cui associazione a delinquere, corruzione in atti giudiziari e falso ideologico
In manette anche un ispettore di polizia Vincenzo Di Chiaro, in servizio al commissariato di Corato (Bari)
I provvedimenti sono stati emessi dal gip del Tribunale di Lecce, Giovanni Gallo Msu richiesta del Procuratore Leonardo Leone De Castris
Misure cautelari anche per due avvocati, Simona Cuomo, di Bari, e Ruggero Sfrecola, di Trani, entrambi interdetti dalla professione per un anno mentre è in corso di notifica il divieto temporaneo all'esercizio di attività di impresa per un imprenditore di Firenze
Complessivamente sono indagate 18 persone
Nardi, Savasta, Di Chiaro e Cuomo rispondono di associazione per delinquere finalizzata ad una serie di delitti contro la pubblica amministrazione, corruzione in atti giudiziari, falso ideologico e materiale
Gli altri indagati sono accusati, a vario titolo, di millantato credito, calunnia e corruzione in atti giudiziari
PROCESSI IN CAMBIO DI SOLDI E PREZIOSI
Secondo l'accusa i due magistrati avrebbero assicurato il buon esito di alcune inchieste per vicende giudiziarie e tributarie degli imprenditori coinvolti in cambio di soldi e oggetti preziosi, mentre gli avvocati avrebbero prestato la loro opera a titolo di intermediari e facilitatori
Un ruolo di particolare rilievo avrebbe rivestito l'ispettore di polizia che, secondo i magistrati di Lecce, sarebbe stato al servizio dell'imprenditore coratino Flavio D'Introno "quale momento indispensabile di collegamento con il magistrato Savasta per il complessivo inquinamento dell'attività investigativa e processuale da quest'ultimo posta in essere"
GLI ATTI DA FIRENZE
Un ulteriore filone di indagini è emerso dopo la trasmissione di alcuni atti d'indagine da parte della Procura di Firenze in cui sarebbero venuti fuori altri episodi corruttivi:
in particolare l'ex pm Savasta, titolare di un fascicolo su una serie di false fatturazioni, avrebbe omesso di svolgere i dovuti approfondimenti investigativi nei confronti di un imprenditore fiorentino, ottenendo in cambio denaro e altre utilità
I provvedimenti cautelari - secondo i pm salentini motivati da un "documentato e attuale rischio di inquinamento probatorio" - sono il terminale di un'attività investigativa che si è avvalsa di intercettazioni telefoniche, confessioni, dichiarazioni di testimoni, analisi di numerosi procedimenti penali trattati negli uffici giudiziari tranesi, oltre a riscontri patrimoniali
Il Gip di Lecce, su richiesta della Procura, ha risposto il sequestro di immobili, conti correnti, oggetti preziosi per un valore di circa 2 milioni di euro:
in particolare a Savasta sono stati sequestrati 489mila euro, a Nardi 672mila (tra i quali un orologio in oro Daytona Rolex e un quantitativo di diamanti), a Di Chiaro e Cuomo beni per 436mila euro, mentre per l'imprenditore fiorentino e Sfrecola 53mila euro
LA CONFESSIONE DI D'INTRONO
Determinante si sarebbe rivelata la collaborazione dell'imprenditore Flavio d'Introno che a ottobre del 2018 ha deciso di collaborare e vuotare il sacco, dopo che è passata in giudicata una condanna a 5 mesi per usura
L'imprenditore ha ricostruito la tela dei rapporti con i due magistrati, Saasta e nardi, dicendo testualmente:
Ho consegnato circa 300mila euro in contanti a Savasta, circa un milione e mnezzo di euro, comprensivo di regali materiali, a Nardi
Ma non è tutto
D'Introno, microfonato, avrebbe successivamente incontrato Savasta il quale, a sua volta, avrebbe fornito dichiarazioni "confessorie" chiamando in correità anche Nardi
Insomma, da quanto è emerso per alcuni anni tra il sostituto procuratore e il gip sarebbe creato una sorta di "ponte" per un mercimonio dei processi
Due magistrati che erano in servizio negli uffici giudiziari di Trani e oggi lavorano a Roma sono stati condotti in carcere, al termine di un'inchiesta della Procura di Lecce su presunti casi di corruzione. Tangenti sarebbero state versate per aggiustare indagini e processi. La custodia cautelare in carcere è stata disposta per Antonio Savasta (ex sostituto procuratore oggi giudice del Tribunale di Roma) e Michele Nardi (in passato gip a Trani, poi distaccato presso l'ispettorato del ministero della Giustizia e attualmente sostituto procuratore a Roma). In carcere è finito anche Vincenzo Di Chiaro, ispettore di polizia in servizio al commissariato di Corato.
LE ACCUSE - Tutti e tre sono accusati di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione in atti giudiziari, falso ideologico e materiale. Delle stesse ipotesi di reato risponde anche l'avvocatessa barese, Simona Cuomo, mentre per l'avvocato di Trani, Ruggiero Sfrecola, si ipotizza il concorso in corruzione. Stessa accusa anche per l'immobiliarista di Barletta Luigi D'Agostino, destinatario di un divieto di esercizio dell'attività imprenditoriale e degli uffici direttivi delle imprese per un anno. Ai due avvocati, Cuomo e Sfrecola, è stata notificata l'interdizione dall'esercizio della professione per un anno
Insieme alle ordinanze sono stati eseguiti decreti di sequestro nei confronti degli indagati che hanno riguardato denaro, conti corrente e beni, tra cui un orologio Daytona d'oro e diamanti, trovati nella disponibilità di Nardi
"RISCHIO INQUINAMENTO DELLE PROVE"
"Il ricorso alla misura cautelare si è reso indispensabile tenuto conto del concreto pericolo di reiterazione di condotte criminose e del gravissimo, documentato e attuale rischio di inquinamento probatorio", evidenzia in una nota il procuratore della Repubblica di Lecce, Leonardo Leone de Castris
Secondo la Procura di Lecce l'imprenditore fiorentino D'Agostino avrebbe procurato a Savasta un incontro a Palazzo Chigi con l'allora sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Luca Lotti nel giugno 2015
All'epoca Savasta indagava su D'Agostino per un giro di presunte fatture false
D'Agostino - come emerso da un'inchiesta della procura di Firenze - era in rapporti d'affari con Tiziano Renzi, padre dell'ex premier Matteo
Nessun commento:
Posta un commento