domenica 24 marzo 2019

Episkyros: il calcio ha le sue origini nell'antica Grecia 2500 anni fa


Episkuros (in greco antico: ἐπίσκυρος anche chiamato ἐπίκοινος epikoinos) era un gioco con la palla praticato 
nell'antica Grecia
Fortemente orientato sul lavoro di squadra, il gioco veniva praticato tra due squadre (che solitamente contavano da 12 a 14 giocatori ciascuna), calciando una palla, era però permesso utilizzare anche le mani
Nonostante si trattasse di un gioco con la palla, le partite potevano essere piuttosto violente, soprattutto a Sparta


Le squadre dovevano tentare di lanciare la palla sopra la testa degli avversari

 C'era una linea bianca denominata skuros tra i due team, ed un'altra dietro ognuna delle due squadre

 Le squadre si lanciavano la palla finché una di esse era costretta a retrocedere dietro la linea bianca alle loro spalle

A Sparta un tipo di episkyros veniva giocata durante una festa annuale, da cinque squadre di 14 giocatori ognuna
Principalmente era giocato dagli uomini ma anche le donne a volte lo giocavano

 Il gioco dell'episkyros (o uno simile, chiamato phaininda (φαινίνδα), che significa probabilmente "gioco dell'inganno", dal verbo phenakizo (φενακίζω), "imbrogliare, mentire" venne in seguito adottato dai Romani, che lo trasformarono in harpastum, la latinizzazione del greco ἁρπαστόν (harpaston), forma neutra di ἁρπαστός (harpastos), "portare via", dal verbo ἁρπάζω (harpazo), "cogliere, strappare"

Una rappresentazione a bassorilievo su di un vaso del Museo archeologico nazionale di Atene, mostra un atleta che sembra tenere in equilibrio una palla sulla coscia

Quest'immagine è stata riprodotta sul trofeo della Coppa Europea di calcio
Altri antichi sport greci con la palla oltre la phaininda, erano: ἀπόῤῥαξις (aporrhaxis) (gioco del far rimbalzare la palla), οὐρανία (ourania), "lanciare la palla in aria, all'aperto" e, probabilmente la σφαιρομαχία (sphairomachia), letteralmente "battaglia con la palla", da σφαῖρα (sphaira) "palla, sfera" e μάχη (mache), "battaglia"

 Anche se alcuni sostengono che la σφαιρομαχία fosse di fatto una gara di pugilato (le "sfere" sarebbero in realtà un tipo di guanti)

Giulio Polluce, in una lista di giochi con la palla include anche la phaininda e l'harpastum: 
«Phaininda prende il nome da Phaenides, che lo inventò, o da phenakizein (ingannare), perché fingono di lanciare la palla ad un uomo e poi la gettano ad un altro

 È probabile che questo sia lo stesso gioco con una palla più piccola, che prende il nome di harpazein (strappare) e forse potrebbe essere lo stesso che si giocava con una palla morbida, e che aveva lo stesso nome»



Harpastum, noto anche come harpustum (italianizzato in Arpasto) era un tipo di gioco atletico sferistico praticato dagli antichi romani

 Essi vi si riferivano anche con la locuzione "gioco della palletta", in quanto la palla impiegata era di piccole dimensioni, non grande quanto un follis, una paganica o un moderno pallone da calcio, ma probabilmente più simile a quella utilizzata nella pallamano


La parola harpastum è la latinizzazione del termine greco ἁρπαστόν (harpastón), neutro di ἁρπαστός (harpastós) «strappato, portato via», dal verbo ἁρπάζω (harpázō) «strappare, acchiappare, portar via con la forza»

I romani conobbero questo gioco, chiamato (h)arpastòn, nell'antica Grecia durante le campagne di conquista del II secolo a.C. 

Tale gioco presso gli antichi greci era chiamato Episkuros (in greco antico: ἐπίσκυρος anche chiamato ἐπίκοινος epikoinos)

 I romani lo modificarono lievemente diffondendolo poi nel vasto territorio
 dell'impero romano

 Esso era parte integrante dell'allenamento dei gladiatori ed era giocato soprattutto dalle legioni a presidio dei confini

 Erano infatti frequenti partite fra i romani e le popolazioni autoctone, la più famosa fu giocata contro i britannici nel 276 d.C e vide proprio i "barbari" prevalere col punteggio di 1-0

Sono poche le fonti scritte riguardanti l'harpastum:
 nel primo libro del Deipnosophistai Ateneo di Naucrati asserisce che l'harpastum è il suo gioco preferito e lo descrive citando un frammento del commediografo greco Antifane, del IV secolo a.C. riguardante quindi l'(h)arpastòn (da ciò si può ipotizzare l'uguaglianza tra i due sport): …Prese la palla ridendo e la scagliò ad uno 
dei suoi compagni

 Riuscì ad evitare uno dei suoi avversari e ne mandò a gambe all'aria un altro
 Rialzò in piedi uno dei suoi amici, mentre da tutte le parti echeggiavano altissime grida “È fuori gioco!”, “È troppo lunga!”, “È troppo bassa!”, “È troppo alta!”, “ È troppo corta!” “Passala indietro nella mischia!

Attualmente in alcune manifestazioni di rievocazione storica si disputano partite di harpastum con regole variabili a seconda del tipo di atleti

Regolamento

La palla di gioco rappresentata nella tomba di Gaius Laberius, ritrovata a Signo
Harpastum era anche il nome del tipo di palla sferica, piccola, dura e ripiena di lana o stoppa con la quale si praticava l'omonimo gioco che sembra fosse alquanto violento e del quale non è disponibile documentazione attendibile delle precise regole di gioco in quanto non esistevano regole comuni (infatti nel frammento di Antifane sono molte le grida in disaccordo sulla validità di una giocata o meno)

 Probabilmente durante le partite, negli scontri corpo a corpo, diversi atleti subivano gravi ferite

 Il campo di gioco era costituito da spiazzi e piazzali con sabbia sul suolo; il numero dei giocatori era variabile:
 si poteva giocare in 9 atleti contro 9 o 30 contro 30 e questo dipendeva dall'ampiezza del campo; l'importante è che le due squadre fossero di ugual numero

 Per segnare bisognava oltrepassare una linea 
con la palla





https://it.wikipedia.org/wiki/Episkyros

https://it.wikipedia.org/wiki/Harpastum

Nessun commento:

Posta un commento