Venerdì 8 marzo – giornata internazionale della donna – in più di cento paesi del mondo ci sarà uno sciopero delle donne organizzato dai
movimenti femministi
In Italia lo sciopero generale dura ventiquattr’ore, coinvolge il settore pubblico e quello privato, ed è organizzato da Non una di meno, che lo proclama per il terzo anno consecutivo
Non si tratta solo di uno sciopero dal lavoro, ma anche dell’astensione da ogni attività di cura e di consumo
In settanta città italiane si svolgeranno manifestazioni e presidi
Le attiviste di Non una di meno sul loro sito hanno chiarito che lo sciopero è stato indetto per protestare contro tutte le forme di violenza maschile sulle donne: dalla disparità salariale tra uomini e donne, agli ostacoli alla loro libertà riproduttiva, fino al sessismo, all’omofobia e al razzismo
In Italia lo sciopero delle donne ha incluso in particolare anche il tema dell’antirazzismo tra le motivazioni della protesta contro la recente approvazione del decreto sicurezza e immigrazione
“C’è un legame tra le politiche contro le donne come il ddl Pillon su separazione e affido e le politiche repressive contro l’immigrazione come il decreto Salvini, perciò quest’anno ci sarà un’attenzione particolare anche all’antirazzismo”, spiega Tatiana Montella, portavoce di Non una di meno
Nel comunicato con cui lo convocano le femministe spiegano perché è necessario protestare: “Ci ammazzano nelle case e nelle strade; perché ci pagano di meno, perché ci sfruttano e ci discriminano per il colore della pelle o per la nostra origine, ma anche perché molte di noi sono lasciate annegare in mare, dopo essere state torturate in Libia, e ancora, scioperiamo perché ci negano di essere cittadine, perché ci tolgono la protezione umanitaria, perché subiamo il razzismo in tutte le sue forme”
Allo sciopero hanno aderito alcuni sindacati di base e quindi esiste una copertura sindacale per tutte le categorie di lavoratrici
Tra le motivazioni dello sciopero c’è la disuguaglianza di genere: secondo l’ultimo rapporto sul Global gender gap (2016) del World economic forum, l’Italia è al cinquantesimo posto nella lista dei 144 paesi indicizzati
In particolare per la disuguaglianza salariale l’Italia è al 127° posto
Le lavoratrici italiane, infatti, percepiscono mediamente il 30 per cento in meno dei loro colleghi maschi
Come si sciopera
“Nelle 24 ore dell’8 marzo 2019, tutte le lavoratrici sia del pubblico impiego sia del settore privato possono scioperare, perché esiste la copertura sindacale generale”, spiega Montella di Non una di meno
“Il diritto allo sciopero in questi anni ha subìto molte limitazioni, ma dobbiamo ribadire che lo sciopero è un diritto, quindi tutti i lavoratori e le lavoratrici che hanno un contratto di lavoro possono partecipare allo sciopero”, continua Montella.
Sarà possibile aderire anche nei luoghi di lavoro in cui non è presente uno dei sindacati che hanno indetto lo sciopero e indipendentemente dal fatto che la lavoratrice sia iscritta al sindacato
La comunicazione dello sciopero arriverà all’azienda direttamente dalla Commissione di garanzia, dalla regione o dall’associazione alla quale l’azienda fa riferimento
Scuole statali, ospedali e servizi sanitari pubblici territoriali ricevono comunicazione dello sciopero tramite una circolare che il ministero dell’istruzione e la regione sono tenuti a inviare in ogni singola scuola e a ogni direzione di ente ospedaliero o Asl
Nel settore sanità e per molte altre categorie che usano la turnazione, la copertura parte dal primo turno della mattina dell’8 marzo e finisce all’inizio del primo turno della mattina del 9 marzo;
tutte le lavoratrici possono quindi scioperare indipendentemente dal turno cui sono assegnate:
sia la mattina, sia il pomeriggio sia la notte
“Chi non ha la possibilità di partecipare allo sciopero o alle manifestazioni, potrà indossare una spilla fucsia, che è il simbolo della lotta femminista in tutto il mondo”, conclude Montella
Sciopero mondiale, proteste, eventi culturali, appuntamenti politici
Il mondo celebra la Giornata internazionale della donna dell’8 marzo, guardando ai passi già compiuti sulla via dell’uguaglianza di genere e alle tante battaglie in corso
Mentre le manifestazioni del 2018 furono segnate dalla campagna contro gli abusi sessuali #MeToo, la parola chiave del 2019 è #BalanceforBetter, un hashtag per dire:
“Agisci a favore dell’uguaglianza” “con un’azione collettiva”, perché “non è una questione femminile” ma “essenziale perché le economie e le aziende prosperino”
Un invito all’azione per velocizzare l’uguaglianza di genere in politica, affari, media e in ogni ambito sociale
La Giornata internazionale fu celebrata per la prima volta nel 1911 negli Usa, ma da allora è diventata un
appuntamento globale
Segnato sia da iniziative ufficiali, come le campagne istituzionali, sia da eventi promossi dai cittadini
Lo sciopero, in Italia organizzato dal movimento femminista Non una di meno, riguarda sia il lavoro pagato sia quello non retribuito:
cioè il lavoro di cura e domestico, storicamente fardello sulle spalle delle donne
Nel manifesto di Non una di meno si legge che uno degli obiettivi è opporsi a “tutte le forme di violenza di genere”
L’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo) dell’Onu ha diffuso un rapporto sul tema, sottolineando che la parità di genere sul lavoro non potrà essere raggiunta sino a quando quel peso non sarà suddiviso equamente tra uomini e donne
Ora i primi lo svolgono in media per un’ora e 23 minuti, le donne per quattro ore e 25 minuti
In Francia i movimenti si sono concentrati sulla disparità salariale di genere:
“Le donne sono il 52% della popolazione, il loro salario è del 26% più basso che per gli uomini
Quindi dalle 15.40 di ogni giorno lavorano gratis”
Il presidente Emmanuel Macron conferirà anche il primo Premio Simone Veil, creato per premiare “azioni nel mondo in favore dei diritti delle donne”. A Londra tra gli appuntamenti c’è il Women of the World festival, con ospiti internazionali come la politica e attivista afroamericana Angela Davis. Anche la Spagna sciopera, con l’adesione dei maggiori sindacati, dopo che nel 2018 alla prima edizione parteciparono 6 milioni di persone
Varie manifestazioni si terranno poi contro “la giustizia patriarcale”:
rimando alle lievi sentenze inflitte agli autori dello stupro di gruppo di Pamplona, che causò un’ondata d’indignazione
Gli occhi sono puntati poi sull’Argentina, dove avviene un femminicidio ogni 29 ore e dove i movimenti per i diritti delle donne hanno riacceso la lotta per il diritto all’aborto
A restituire loro spinta, il caso di una bambina di 11 anni cui è stata negata l’interruzione volontaria di gravidanza, sottoposta a cesareo
per salvarle la vita:
era stata stuprata dal marito della nonna
Nel 2018, i movimenti avevano perso la battaglia parlamentare per la legalizzazione delle ivg
E in Brasile la giornata sarà segnata dal ricordo di Marielle Franco, consigliera comunale di Rio de Janeiro assassinata il 14 marzo 2018, e da proteste contro il governo Bolsonaro, per le sue recenti misure accusate di colpire in primis le donne
Tra le tante, il più facile accesso alle armi da fuoco: nel Paese viene uccisa una donna ogni due ore e nel 2017 i femminicidi sono stati 4.473, il 6,5% in più dal 2016
In Italia sarà un 8 marzo di lotta per reclamare diritti, «uno sciopero generale femminista» per quello che vedrà le tante piazze italiane, ma anche in altri 60 paesi, colorarsi di rosa. Una vigilia che ha visto consumarsi due femminicidi nell’arco di poche ore e data l’emergenza in continua ascesa, anche per gli stupri, il vice-premier Luigi Di Maio ha annunciato un inasprimento delle pene «per ogni forma di violenza contro le donne» spiegando che ci sta già lavorando con il ministro Bonafede, mentre in Commissione Giustizia della Camera è stato approvato un testo base contro la violenza alle donne che ricalca il cosiddetto «codice rosso»
https://www.internazionale.it/bloc-notes/2019/03/05/sciopero-8-marzo
https://www.lastampa.it/2019/03/07/italia/marzo-sciopero-globale-e-cortei-contro-diritti-negati-e-violenza-SKRhakvqXDE2wcMgj3wUhI/pagina.html
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