venerdì 28 dicembre 2012

SULLA INDUBBIAMENTE INTERESSANTE FIGURA DI OSHO


                                              

di Fabio Duranti

Essere una guida spirituale, un esempio  per coloro che incominciano un cammino di ricerca nell’ambito della spiritualità, è un compito arduo, non certo facile e sicuramente, oltreché gravoso, pieno anche di insidie per l’anima stessa del “maestro”, prima tra tutte proprio il ruolo di maestro da inscenare nel palcoscenico del mondo.
A mio avviso osho ha ottenuto delle profondissime rivelazioni interiori ha realizzato notevoli sviluppi nell’ambito della spiritualità, però è incappato prematuramente  nel destino di essere considerato proprio un maestro. Cosa certamente non simpatica per chi cerca la liberazione totale da ogni schema, dogma e classificazione. Per tale ragione, in fondo tutto all’esterno di noi ci istruisce  nel mezzo del cammin di nostra vita, perfino l’umile spazzino che toglie i rifiuti dalle strade, se questo viene da noi incrociato nello svolgersi delle cose e dei fatti. Osho per tutti noi  ha rappresentato forse il primo imput nella ricerca  delle cose dello spirito, cosa importantissima, ma la sua semplicità d’esposizione, la sua limpida logica nell’esporre i suoi discorsi, conducono  certamente ad un limite… poi sì incomincia a cercar altro, ovvero la sede profonda cioè di quella voce interiore forse anche da lui  accesa, che però cerca cose più  delineate e precise. Si dice che se si incontra il budda nel mezzo del sentiero, bisogna ucciderlo, ovviamente inteso solo a livello simbolico, e così è anche del migliore maestro che il mondo possa offrire. Un detto di Ermete, il trismegisto, ovvero il tre volte grande, afferma che “ tutto bisogna ricevere, per tutto abbandonare, per così tutto  rinnovare”. Di maestri quindi il mondo è pieno, perché  l’universo intero è una grande università in cui le anime umane devono  imparare ad ascoltare l’unica cosa essenziale per il proprio sviluppo interiore, ovvero la voce del silenzio del silenzioso cuore. Ringraziamo quindi Osho per i suoi limpidi discorsi, ringraziamo anche Krishnamurti per le sue tenere esortazioni, visto che negli anni ottanta queste due figure  spirituali si  contendevano la platea attonita del mondo della ricerca religiosa…e ringraziando tutti coloro che  fungono da maestro nel corso della nostra corsa verso l’ambita meta della libertà interiore, ringraziamo pure lo spazzino che pulisce nobilmente le strade sporche del mondo ,ma… perché non osiamo, per una volta, abbandonare ogni cosa, persino noi stessi, nel completo oblio di tutto, sciolti sereni sulle sponde dell’esistenza? e perché  non osiamo farci trasportare  dal flusso del rinnovamento, verso il fulcro interno che,   molto dona alla stessa coscienza, per poi chiederle però di andare oltre? Così scopriremo che  non abbiamo in fondo bisogno di un solo maestro, poiché ogni cosa veicola un insegnamento… sicuramente anche le parole dei grandi dello spirito, ma certamente anche il soffio d’aria che ci investe quando osiamo aprir la porta sul mistero  affascinante  del nostro cuore palpitante, sede interna di ogni somma maestria e vero palazzo  sereno della saggezza nascosta.  

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