di Fabio Duranti
Essere una guida spirituale, un esempio per coloro che incominciano un cammino di
ricerca nell’ambito della spiritualità, è un compito arduo, non certo facile e
sicuramente, oltreché gravoso, pieno anche di insidie per l’anima stessa del
“maestro”, prima tra tutte proprio il ruolo di maestro da inscenare nel
palcoscenico del mondo.
A mio avviso osho ha ottenuto delle profondissime
rivelazioni interiori ha realizzato notevoli sviluppi nell’ambito della
spiritualità, però è incappato prematuramente
nel destino di essere considerato proprio un maestro. Cosa certamente non
simpatica per chi cerca la liberazione totale da ogni schema, dogma e
classificazione. Per tale ragione, in fondo tutto all’esterno di noi ci
istruisce nel mezzo del cammin di nostra
vita, perfino l’umile spazzino che toglie i rifiuti dalle strade, se questo
viene da noi incrociato nello svolgersi delle cose e dei fatti. Osho per tutti
noi ha rappresentato forse il primo imput
nella ricerca delle cose dello spirito,
cosa importantissima, ma la sua semplicità d’esposizione, la sua limpida logica
nell’esporre i suoi discorsi, conducono
certamente ad un limite… poi sì incomincia a cercar altro, ovvero la
sede profonda cioè di quella voce interiore forse anche da lui accesa, che però cerca cose più delineate e precise. Si dice che se si
incontra il budda nel mezzo del sentiero, bisogna ucciderlo, ovviamente inteso
solo a livello simbolico, e così è anche del migliore maestro che il mondo
possa offrire. Un detto di Ermete, il trismegisto, ovvero il tre volte grande,
afferma che “ tutto bisogna ricevere, per tutto abbandonare, per così
tutto rinnovare”. Di maestri quindi il
mondo è pieno, perché l’universo intero
è una grande università in cui le anime umane devono imparare ad ascoltare l’unica cosa essenziale
per il proprio sviluppo interiore, ovvero la voce del silenzio del silenzioso
cuore. Ringraziamo quindi Osho per i suoi limpidi discorsi, ringraziamo anche
Krishnamurti per le sue tenere esortazioni, visto che negli anni ottanta queste
due figure spirituali si contendevano la platea attonita del mondo
della ricerca religiosa…e ringraziando tutti coloro che fungono da maestro nel corso della nostra
corsa verso l’ambita meta della libertà interiore, ringraziamo pure lo spazzino
che pulisce nobilmente le strade sporche del mondo ,ma… perché non osiamo, per
una volta, abbandonare ogni cosa, persino noi stessi, nel completo oblio di
tutto, sciolti sereni sulle sponde dell’esistenza? e perché non osiamo farci trasportare dal flusso del rinnovamento, verso il fulcro
interno che, molto dona alla stessa coscienza, per poi
chiederle però di andare oltre? Così scopriremo che non abbiamo in fondo bisogno di un solo
maestro, poiché ogni cosa veicola
un insegnamento… sicuramente anche le parole dei grandi dello spirito, ma
certamente anche il soffio d’aria che ci investe quando osiamo aprir la porta
sul mistero affascinante del nostro cuore palpitante, sede interna di
ogni somma maestria e vero palazzo sereno della saggezza nascosta.
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