venerdì 29 marzo 2013

Il segreto della mela sta negli antiossidanti



Elena Accati* 

RICERCATORI CANADESI HANNO INDIVIDUATO CINQUE SOSTANZE CHE COMBATTONO I RADICALI LIBERI E QUINDI ANCHE L'INVECCHIAMENTO ED I TUMORI SONO ABBONDANTI SPECIALMENTE NELLA BUCCIA


UNA mela al giorno toglie il medico di torno, recita un vecchio detto popolare. Potrebbe essere stato proprio questo modo di dire a indurre un gruppo di ricercatori canadesi (caor@agr.gc.ca) a cercare i componenti della mela che ne determinano l'utilità alimentare. Studi epidemiologici svolti alla Cornell University di Ithaca (NY) hanno ripetutamente dimostrato che il consumo regolare di frutta e di ortaggi è correlato con la riduzione di rischio di malattie vascolari e del tumore. Secondo la Health Organisation americana, il consumo giornaliero di frutta e di ortaggi dovrebbe essere pari a 400 grammi complessivi. Le mele in particolare agiscono positivamente nel caso del tumore della prostata, del fegato, del colon e del polmone. Queste patologie sono causate da processi ossidativi, specie quelli dovuti a un ecceso di radicali liberi. Si tratta di molecole instabili (alle quali,cioè, manca "qualche cosa") pronte a reagire con altre mole¬cole, in quanto dotate di un elettrone disponibile.

I radicali liberi reagiscono con qualsiasi struttura molecolare che incontrino. Veri killer delle strutture cellulari, innescando la morte delle cellule, sono coinvolti in tutte le malattie degenerative, nell'invecchiamento e nel cancro. Gli agenti antiossidanti riportano l'equilibrio chimico nei radicali liberi grazie alla possibilità di fornire loro gli elettroni di cui sono privi. L'organismo umano si difende naturalmente dai radicali liberi producendo degli antiossidanti, ma superata una certa soglia, e necessario un apporto esterno. La fonte principale di antiossidanti è l'alimentazione a base di frutta e di ortaggi.

La mela possiede cinque gruppi di antiossidanti di cui i polifenoli sono i principali. Finora era stata studiata solo la quercitina, con i suoi derivati, in vari esperimenti in vivo. Tuttavia si è compreso che questo non era sufficiente e che poteva portare ad un quadro non completo falsando i risultati e generando conclusioni non corrette. Quindi estratti di epidermide e di polpa di otto diverse varietà di mele (Red Delicious, Mclntosh, Cortland, Northern Spy, Ida Red, Golden Delicious, Mutsu ed Empire) sono stati analizzati usando differenti metodologie al fine di comprendere la correlazione tra l'attività antiossidante e la concentrazione totale e individuale di fenoli. Si è scoperto che i polifenoli sono presenti nella buccia del frutto in quantità 5 volte superiore rispetto alla polpa e che i polifenoli sono soprattutto l'epicatechina, la cianidina e la procianidina B2. La varietà Red Delicious, molto popolare in Italia, ha la più alta attività antiossidante nella buccia rispetto alla polpa, mentre la più bassa si è osservata nella varietà Empire. Questi risultati sono stati confermati da altri ricercatori.

In Nuova Zelanda un gruppo di studiosi ha cercato di valutare quali fattori determinino una maggiore concentrazione di antiossidanti nelle mele. E' risultato che le antocianine aumentano nell'epidermide per effetto delle basse temperature notturne e di elevati livelli di ore di insolazione durante la fase di maturazione. Quindi, oltre naturalmente alla varietà, i parametri ambientali vanno tenuti in attenta considerazione. In questo paese si prevede che il consumo di mele aumenti nel caso di alcune varietà fino a raddoppiare, che ci possa essere un cambiamento nella scelta delle varietà e si ritiene soprattutto che il prodotto proveniente da alcune zone possa essere privilegiato proprio alla luce di questi risultati.

In Italia questa tematica è stata affrontata da un gruppo di ricerca di Padova (adelio.ngo@ unipd.it) che ritiene che la forte capacità antiossidante della mela sia legata alla quantità di proantocianidine capaci di proteggere direttamente l'apparato digerente. Considerando la presenza di questi composti nelle mele e l'impatto forse importante di questi frutti sulla salute umana, i ricercatori padovani ritengono che sarebbe assai interessante conoscere il meccanismo di protezione mediato dalle proantocianidine delle mele. Queste ricerche orienteranno anche i miglioratori genetici nel loro lavoro.

(*) Università di Torino

«Una mela
al giorno toglie
il medico
di torno»: forse
il detto popolare
ha un buon
fondamento

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