sabato 19 aprile 2014

Scoperto «il cugino» della Terra Forse c’è l’acqua, l’anno di 130 giorni


L'annuncio della Nasa. Il corpo celeste si chiama Kepler-186f, dista 500 anni luce dalla Terra e presenta acqua liquida in superficie

di Giovanni Caprara


Esplora il significato del termine: «Abbiamo scoperto il cugino della Terra». Annuncia Thomas Barclay, del Bay Area Environmental Research Institute al centro Ames della Nasa, in California. Ed è un passo avanti notevole verso l’ambitissimo gemello la cui esistenza aprirebbe le porte al possibile altro luogo dove la vita forse esiste come da noi. Per sottolineare l’importanza del ritrovamento la Nasa non si è limitata a un comunicato ma ha organizzato una conferenza stampa approfondendo i dettagli. E così i protagonisti hanno raccontato la storia del nuovo mondo battezzato «Kepler-186f» con molti caratteri simili al nostro. 

Intanto ruota attorno ad una stella che è circa la metà del nostro sole, ed è un tipo di astro, noto come nana rossa, molto diffuso e comune nella galassia. Il nuovo corpo celeste non è solo ma ruota assieme ad altri quattro pianeti più grandi (circa una volta e mezza la Terra) ma anche più vicini alla stella-madre a cui girano intorno più veloci in soli 4, 7, 13 e 22 giorni. Sono molto più caldi e le loro condizioni ambientali sono proibitive. 

Invece Kepler-186f compie un giro in 130 giorni e si trova più lontano, nella zona definita «abitabile» perché ricevendo una giusta dose di radiazione in superficie potrebbe consentire lo scorrere dell’acqua liquida. E questo è visto come il primo passo verso la possibile esistenza della vita. Gli astronomi non hanno ancora potuto stabilire la massa esatta e la sua composizione ma varie ricerche compiute negli ultimi mesi fanno ritenere che la sua natura sia rocciosa.«Abbiamo scoperto il cugino della Terra». Annuncia Thomas Barclay, del Bay Area Environmental Research Institute al centro Ames della Nasa, in California. Ed è un passo avanti notevole verso l'ambitissimo gemello la cui esistenza aprirebbe le porte al possibile altro luogo dove la vita forse esiste come da noi. Per sottolineare l'importanza del ritrovamento la Nasa non si è limitata a un comunicato ma ha organizzato una conferenza stampa approfondendo i dettagli. E così i protagonisti hanno raccontato la storia del nuovo mondo battezzato «Kepler-186f» con molti caratteri simili al nostro. 

Intanto ruota attorno ad una stella che è circa la metà del nostro sole, ed è un tipo di astro, noto come nana rossa, molto diffuso e comune nella galassia. Il nuovo corpo celeste non è solo ma ruota assieme ad altri quattro pianeti più grandi (circa una volta e mezza la Terra) ma anche più vicini alla stella-madre a cui girano intorno più veloci in soli 4, 7, 13 e 22 giorni. Sono molto più caldi e le loro condizioni ambientali sono proibitive. 

Invece Kepler-186f compie un giro in 130 giorni e si trova più lontano, nella zona definita «abitabile» perché ricevendo una giusta dose di radiazione in superficie potrebbe consentire lo scorrere dell'acqua liquida. E questo è visto come il primo passo verso la possibile esistenza della vita. Gli astronomi non hanno ancora potuto stabilire la massa esatta e la sua composizione ma varie ricerche compiute negli ultimi mesi fanno ritenere che la sua natura sia rocciosa.



Esplora il significato del termine: È la prima volta che si scopre un pianeta extraterrestre della stessa taglia del nostro, del quale sembra avere diversi elementi in comune. Intanto non è molto lontano da noi in termini astronomici: appena 500 anni luce, nella costellazione del Cigno. E la sua stella-madre, nel mezzogiorno del pianeta, brilla e riscalda come il nostro Sole un’ora prima del tramonto o all’alba in primavera. È la prima volta che si scopre un pianeta extraterrestre della stessa taglia del nostro, del quale sembra avere diversi elementi in comune. Intanto non è molto lontano da noi in termini astronomici: appena 500 anni luce, nella costellazione del Cigno. E la sua stella-madre, nel mezzogiorno del pianeta, brilla e riscalda come il nostro Sole un'ora prima del tramonto o all'alba in primavera.


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