PALERMO PROVVEDIMENTO A FAVORE DEI PARENTI DI SEI VITTIME DELLA STRAGE
Ustica, 5 milioni e mezzo a familiari vittime
Sentenza condanna ministeri dei Trasporti e Difesa
Il giudice monocratico di Palermo, Sebastiana Ciardo, ha condannato i ministeri della Difesa e dei Trasporti a risarcire con 5 mln 637.199 euro i 14 familiari - o eredi di essi - di Annino Molteni, Erica Dora Mazzel, Rita Giovanna Mazzel, Maria Vincenza Calderone, Alessandra Parisi e Elvira De Lisi morti nella tragedia aerea di Ustica.
I ministeri sono stati condannati anche a rimborsare 30.417 euro per spese di giudizio. Il giudice ha già calcolato nelle somme gli interessi e ha disposto che dai risarcimenti vadano detratte le somme ottenute dai familiari delle vittime già corrisposte nel ‘90, nel 2004 e nel 2005 dallo Stato come indennizzo. I 14 eredi delle vittime della tragedia sono stati rappresentati dagli avvocati Vincenzo, Vanessa e Fabrizio Fallica che già avevano ottenuto risarcimenti per altri familiari. Alcuni procedimenti si sono conclusi in Cassazione con la condanna definitiva dei ministeri.
«Condotte illecite» sono relative anche «alla dimostrata attività di ostacolo e di depistaggio posta in essere,
nel corso degli anni, allo scopo di impedire una rapida e veritiera individuazione delle effettive cause del disastro, con occultamento di prove significative e di indizi essenziali alla scoperta della verità’’’. Lo scrive il giudice di Palermo, Sebastiana Ciardo, nella sentenza con cui ha condannato i ministeri della Difesa e dei Trasporti a risarcire i familiari di sei vittime della tragedia aerea di Ustica.
Il 28 gennaio 2013 la Corte di Cassazione, riconoscendo un risarcimento di 1,2 milioni di euro ai familiari di 4 vittime della strage di Ustica, sia per ragioni giuridiche che «di ordine etico, per il dovuto rispetto alle vittime e ai loro familiari», ha stabilito un definitivo orientamento sulla questione, dopo anni di controversie giudiziarie. L’aereo, secondo quanto ricostruito nel provvedimento dei giudici supremi, per i quali «è abbondantemente e congruamente motivata la tesi del missile accolta dalla Corte d’Appello di Palermo», non sarebbe stato abbattuto da un’esplosione interna.
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