sabato 8 novembre 2014

Dopo 10 anni di viaggio la sonda Rosetta atterra sulla cometa

IL LANDER PHILAE SULLA SUPERFICIE DI 67/P DOPO DIECI ANNI DI VIAGGIO


Sta per arrivare il grande giorno di Rosetta. Dopo dieci anni e mezzo di viaggio, la sonda europea martedì 12 novembre raggiunge il suo obiettivo: lo sbarco del lander Philae sulla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko. Lo scorso 6 agosto Rosetta, dopo che in gennaio era stata «risvegliata» da una lunga ibernazione, aveva concluso le sue manovre per inserirsi in un’orbita intorno al nucleo della cometa. Nei mesi successi aveva scattato fotografie dettagliate della strana forma (divisa in due corpi distinti che all’inizio avevano fatto pensare alla fusione di due nuclei) per consentire agli scienziati dell’Agenzia spaziale europea
(Esa) di stabilire il migliore punto per l’atterraggio, che pochi giorni fa è stato denominato Agilkia (come un’isoletta sul Nilo). Il principale obiettivo scientifico della missione è capire l’origine delle comete e le relazioni tra la loro composizione e la materia interstellare per potere risalire alle origini del Sistema solare, come spiegato nel video (lo vedete qui sotto) fatto realizzare appositamente dall’Esa per diffondere al grande pubblico l’importanza di Rosetta.

La lunga missione
Dopo la partenza avvenuta il 2 marzo 2004 Rosetta (che, come hanno ammesso gli stessi scienziati, in termini tecnologici è una sonda del millennio scorso visto che la progettazione è iniziata oltre 20 anni fa), ha effettuato un sorvolo di Marte nel febbraio 2007 e due passaggi ravvicinati con gli asteroidi Steins e Lutetia, per poi proseguire verso la cometa Churyumov-Gerasimenko. Secondo i piani la missione finirà nel dicembre 2015, quando Rosetta avrà riattraversato l’orbita di Marte e si starà dirigendo di nuovo verso la fascia degli asteroidi.

Rosetta è anche «italiana»
Importante il contributo dell’Italia alla realizzazione di Rosetta. La sonda è stata infatti assemblata e testata negli stabilimenti Thales Alenia Space a Torino. Inoltre molti degli strumenti a bordo sia della sonda che di Philae sono italiani, finanziati e realizzati dall’Agenzia spaziale italiana (Asi) con la responsabilità scientifica di ricercatori del nostro Paese e di aziende nazionali.




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