mercoledì 26 novembre 2014

Studenti stranieri in Italia: un’opportunità da cogliere

di Orsola Riva

L’Italia è la seconda meta preferita, dopo la Gran Bretagna, dagli americani che studiano all’estero. Un ragazzo su dieci sceglie una nostra università. Il mito della Dolce Vita ieri e della Grande Bellezza oggi continua a mietere vittime. Lo dice «Open Doors», annuale rapporto sulla mobilità degli studenti in entrata e uscita dagli Stati Uniti.

 Oggi che la migrazione di studenti da un Paese all’altro è un fenomeno globale da 4 milioni e mezzo di persone, non sorprende che l’America
sia non solo il principale polo d’attrazione ma a sua volta anche un «esportatore» di giovani talenti (290 mila l’anno scorso). E per i ragazzi americani la meta naturale è e resta l’Europa: Inghilterra, Italia, Spagna, Francia, Germania e Irlanda insieme accolgono poco meno della metà degli studenti Usa all’estero. Ma se si guarda al flusso di stranieri in generale, mentre l’Inghilterra ne attrae 427 mila l’anno, la Francia 270 mila e la Germania 210 mila, l’Italia è ferma a 77 mila (dati Unesco).

E l’Italia? L’Italia ha ottime università ma fatica ad attrarre talenti. Anche quegli atenei che promuovono corsi in inglese, scontano gli infiniti ostacoli burocratici e logistici (dai documenti di soggiorno agli affitti in nero) che frenano l’afflusso di studenti e prof. Per cambiare le cose, bisognerebbe che il governo mettesse finalmente in campo una politica attiva sull’immigrazione dei talenti. Iniziando, dopo anni di tagli, a mettere mano al portafoglio.

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