Fabio Fucci, sindaco eletto con il Movimento 5 Stelle al comune di Pomezia, torna a far parlare di sé. Dopo i menù differenziati alle mense scolastiche (niente dolcetto se mamma e papà non pagano di più), eccolo esibirsi in una singolare crociata contro la prostituzione.
Sia chiaro. Già in diversi comuni del territorio nazionale i clienti delle prostitute possono essere multati se colti in fragranza, ovvero se la pattuglia dei vigili urbani si trova sul posto nel momento in cui la prostituta viene fatta salire in auto, ma l’ordinanza diramata dal sindaco del comune laziale si spinge ben oltre, multando con 166 euro chi si limita a rivolgere la parola a donne che “per l’atteggiamento, ovvero per l’abbigliamento, manifestano l’intenzione di vendere il proprio corpo
”.
Lui difende così l’iniziativa: «I sindaci e le forze dell’ordine – spiega – sono lasciati soli a combattere senza armi, ma è evidente che questo problema si debba risolvere a Roma con una legge, ma c’è sempre stato lassismo e menefreghismo da parte di chi è deputato a legiferare. Basterebbe affrontare il problema in maniera seria come si fa in tanti altri Stati d’Europa dove si è deciso di intraprendere la via della legalizzazione o comunque della regolamentazione».
Che il problema vada risolto mettendo mano alla normativa vigente è fuori discussione. Ciò che stride è un’iniziativa che punisce una presunta intenzione, una regola di difficile interpretazione che rischia di complicare ulteriormente il lavoro di chi ha il compito di vigilare sui comportamenti.
Cosa accadrà ora a Pomezia? Difficile dirlo, ma il rischio di dover assistere a scene “fantozziane” è davvero alto. Immaginate file di auto ferme con potenziali clienti che contrattano con il solo linguaggio dei gesti con le prostitute di turno, mimando il tipo di prestazione richiesta e pattuendo la cifra indicandola con le dita della mano. Immaginate gli agenti della Polizia Municipale – in piedi davanti ai finestrini dei conducenti delle auto – accertarsi che nessuno fiati comunicando con signorine.
Ma immaginate anche una classica giovane coppia dai discutibili gusti, appartata in un parco pubblico in una tiepida giornata primaverile. Lei vestita in mini shorts, top fuxia con ombelico, tatuaggi e piercing in bella vista, scarpe in tono tacco 12, lui in bermuda mimetico e canottiera nera, enorme aquila imperiale tatuata sul polpaccio destro, capello biondo ossigenato, entrambi – paradosso – hanno votato Movimento 5 Stelle alle ultime elezioni perché “li politici fanno tutti schifo e quinni io mo’ voto Grillo”. Immaginate ora l’incauto agente avvicinarsi ai due con il blocchetto delle contravvenzioni, chiedere i documenti al biondo ossigenato. Immaginate infine i giorni di prognosi dell’incauto agente.
Morale della favola. La lotta allo sfruttamento della prostituzione è una cosa seria. La politica deve sicuramente fare di più, in primo luogo per fermare quella che ormai da molto tempo è diventata una vera e propria tratta delle schiave. Ma le soluzioni proposte dai fantasiosi esponenti del partito delle scie chimiche sono utili per farsi una risata, non certo per risolvere il problema.
http://roma.ilquotidianoitaliano.it/delirio-grillino-pomezia-vietato-parlare-prostitute-presunte-tali/
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