venerdì 22 maggio 2015

Chi decide i 'capi' della comunicazione nel M5S ?

di JACOPO IACOBONI

È forse venuto il momento - dopo le dimissioni di altri tre parlamentari del M5S, e grazie a qualche informazione riservata di primissimo piano - di provare a rispondere alla domanda più ambiziosa: cosa succede davvero nel Movimento? Spaccature, posizione dei meet up, votazioni

Loquenzi quasi sfiduciata
Lunedì 8 dicembre è avvenuta nel gruppo alla Camera una votazione che moltissimo fa capire. I deputati erano chiamati a decidere, formalmente, solo se prorogare o meno il contratto della «capa» della comunicazione, Ilaria Loquenzi, ex collaboratrice di Roberta Lombardi, assai vicina al direttorio. Un voto di cui - nonostante gli spifferi in questa fase dilaghino - nulla si è saputo. Bene: hanno votato 44 deputati (non c’era nessun dissidente, ma tutti, chi più chi meno, ortodossi fedeli a Milano) e è andata così, 22 voti a favore della Loquenzi, 11 contrari, 11 astenuti. Se gli astenuti avessero spinto le loro perplessità fino a votarle contro, la Loquenzi sarebbe stata fatta fuori. E, con lei, una pedina legatissima al gruppo-direttorio, ma considerata da molti - nel gruppo parlamentare - inadeguata.

I meet up critici
Questo conduce al secondo punto: la spaccatura su cui riflettere non è solo tra ortodossi e dissidenti (o futuri dissidenti), ma è una spaccatura dentro gli ortodossi, dentro i militanti «storici», diciamo così. Lo si vede anche dai meet up
. Partendo da Latina, se Iannuzzi era un militante con problemi fin dall’inizio, non così gli altri due. Anzi. Vacciano ha avuto una trovata che può far male alla linea di Milano, si è inventato una procedura, ha creato un precedente: ha chiesto al meet up (di Latina) che cosa ne pensasse del direttorio. Ecco, che succederebbe se altri deputati facessero ai loro territori analoga domanda? Non ai livelli di Latina, ma perplessità molto forti esistono anche: a Roma, dove molti attivisti storici sono presi male su questa cosa, anche se non si spingono alle estreme conseguenze. A Milano, dove questo gruppo intermedio tra Casaleggio e i parlamentari dà un po’ fastidio. Malumori, leggibili peraltro sulle bacheche facebook dei principali meetup, si registrano nei meet up più grossi, in Toscana, naturalmente nei meet up dell’Emilia, in Calabria all’interno degli stessi talebani. O nel Friuli (ma lì i deputati Rizzetto e Prodani sono storicamente su posizioni molto critiche). Insomma, magari non voteranno per far uscire i loro rappresentanti dal M5s, ma sono in sofferenza. E i loro eletti potrebbero ritagliarsi spazi di autonomia. Su cosa? Quali sono le prossime partite cruciali?

http://www.lastampa.it/2014/12/24/italia/politica/ms-la-spaccatura-tra-gli-ortodossi-e-la-tentazione-sul-colle-ultimo-treno-n21TXkce6D085a9PLbP2VL/pagina.html

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