lunedì 4 maggio 2015

Corte dei conti: consulenze CNEL provocano danni allo Stato per 1,2 milioni

La procura calcola un danno alle casse pubbliche pari a 1,2 milioni di euro, più gli interessi, per gli incarichi affidati a persone o società tra il 2008 e i primi mesi del 2012

di Lorenzo Salvia

«Il Cnel ha perseguito il soddisfacimento delle proprie esigenze istituzionali attraverso un sistematico ricorso ad affidamenti e incarichi a soggetti esterni con procedure illegittime non conformi a legge». Per questo i suoi vertici, «con comportamento gravemente colposo, hanno arrecato un notevolissimo danno all’erario pubblico». La procura della Corte dei Conti del Lazio ha chiuso l’inchiesta sulle consulenze del Cnel, il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro, l’organo destinato ad essere abolito dalla riforma costituzionale tuttora all’esame del Parlamento.
Danno
La procura calcola un danno alle casse pubbliche pari a 1,2 milioni di euro, più gli interessi, per gli incarichi affidati a persone o società esterne tra il 2008 e i primi mesi del 2012. La cifra va divisa tra i 21 componenti del Cnel che hanno proposto le consulenze, e cioè l’ufficio di presidenza del Consiglio e i vertici delle singole commissioni. La somma più alta riguarda il presidente Antonio Marzano, per il quale viene calcolata una «quota di danno» pari a 244 mila euro, seguito dal direttore generale Michele Dau, con 238 mila euro. Ma ci sono anche contestazioni minori, come i 1.250 euro a carico del consigliere Stefano Sepe. Gli incarichi assegnati con procedure illegittime, secondo la procura, sono 39. Una decina i tipi di irregolarità contestate. Prima di tutto il Cnel non ha verificato se i lavori affidati all’esterno potevano essere svolti da personale interno. Poi non c’erano criteri per una «valutazione comparativa», cioè una sorta di gara per scegliere l’offerta migliore. In molti casi ci sono dubbi sulla «proporzione fra il compenso corrisposto all’incaricato e l’utilità conseguita dall’amministrazione», spesso viene contestata «l’omessa verifica che l’incarico sia stato effettivamente e concretamente svolto secondo le modalità e i criteri fissati». Insomma, un disastro
.

Accuse
Con accuse che coinvolgono i componenti nominati dai sindacati, dalle imprese e anche gli esperti indicati dal presidente della Repubblica. Lasciando fuori, tra i quattro «mondi» rappresentanti al Cnel, solo il terzo settore. Nulla viene contestato alle persone e agli enti di ricerca che hanno ottenuto le consulenze illegittime. E questo perché, per definizione, il procedimento della Corte dei conti riguarda solo le persone che hanno deciso come usare denaro pubblico, ma non chi ha poi svolto gli incarichi.

informazione completa qui

Nessun commento:

Posta un commento