Colau, neosindaco di Barcellona: «Rivoluzione democratica». Iglesias: «È l’inizio della fine del bipartitismo». Il Partito popolare di Rajoy in flessione ma ancora primo partito nazionale con il 26,7%. A Madrid il Pp vince con Aguirre ma non potrà governare
Podemos conquista Barcellona mentre il Pp è ancora primo partito a Madrid ma non è detto che mantenga la guida della città. Sono i risultati delle elezioni amministrative e regionali spagnole che si sono svolte in 13 delle 17 comunità autonome del paese e in più di ottomila comuni. A Barcellona la lista «Barcelona in Comu» - formatasi attorno a Podemos - che appoggia la candidata sindaco Ada Colau (41 anni) conquista la guida della città . «È stata una rivoluzione democratica», è il primo commento della vincitrice con il 25,20% e 11 seggi contro il 22,7% e 10 seggi del sindaco nazionalista catalano uscente Xavier Trias. Anche se il compito di formare una coalizione di governo sarà complicato perché la vincitrice dovrà mettere d’accordo un insieme disarmonico di partiti rivali
. Ai suoi simpatizzati esultanti, Colau ha detto che è stata la «vittoria di Davide contro Golia». «È l’inizio della fine del bipartitismo» è invece il commento del leader di Podemos, Pablo Iglesias. Pp e Psoe «hanno registrato uno dei peggiori risultati della loro storia» e «il cambiamento ora è irreversibile». Alle politiche di novembre Podemos, ha annunciato, «sfiderà il Pp» per il governo del paese.
Per quanto riguarda invece Madrid la lista della candidata sindaco del Pp Esperanza Aguirre arriva prima a Madrid dopo lo spoglio del 99% delle schede con il 34,46% e 21 seggi davanti alla coalizione Ahora Madrid appoggiata da Podemos di Manuela Carmena con il 32% e 20 seggi. La situazione è dunque in bilico. Il Psoe crolla a 9 seggi, subisce l’umiliante sorpasso dei post-indignados, mentre Ciudanos, l’altro partito alternativo guidato da Albert Rivera è a 7 seggi. Non è escluso che alla fine un’alleanza fra Podemos e Psoe consenta a Carmena di diventare comunque il nuovo sindaco. Sarebbe un «disastro» per il Pp e per Rajoy, avvertono diversi analisti, in vista delle politiche. La capitale è la roccaforte dei popolari da 20 anni. Il Pp, per il gioco della coalizioni, rischia anche di perdere Valencia e Saragozza, dove Podemos e Ciudadanos hanno vampirizzato l’elettorato dei due grandi partiti tradizionali
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