sabato 11 luglio 2015

Maxi-cyberattacco al governo Usa: oltre 21 milioni di cittadini coinvolti

I dati spiati riguardano particolari privati e sensibili di chiunque abbia fatto richiesta di lavorare per l’amministrazione Usa. Lo spettro dei pirati cinesi

di Guido Olimpo



La breccia aperta dagli hackers nel database federale è sempre più ampia http://www.corriere.it/esteri/15_giugno_12/usa-nuovo-attacco-hacker-cinese-colpiti-funzionari-sicurezza-652df846-109b-11e5-9af2-c0e873d99e21.shtml : giovedì le autorità statunitensi hanno rivelato che l’operazione dei “pirati” ha coinvolto oltre 21 milioni di cittadini Usa. Numeri impressionanti. Secondo le indagini si tratta di 19,7 milioni di persone che hanno riempito i moduli per potere lavorare nelle diverse agenzie legate all’amministrazione statale e a queste si aggiungono 1,8 milioni rappresentati da mariti, spose o compagni. La vicenda, emersa nelle scorse settimane, è particolarmente imbarazzante in quanto potrebbe aver investito anche settori delicati. I cyber ladri si sono infatti intrufolati nel gigantesco archivio Usa che gestisce lo screening dei dipendenti. Ognuno deve riempire un lungo formulario dove svela di fatto aspetti personali, contatti, viaggi, amicizie, situazione economica, eventuali problemi personali e familiari. In base a questi dati poi le autorità concedono il nulla osta a trattare documenti e temi “sensibili”.

Pirati cinesi nel mirino
È evidente che chi è riuscito a impossessarsi delle informazioni è in grado di organizzare ricatti, esercitare pressioni e scoprire anche rapporti riservati. Aspetto ancora più grave se le vittime ricoprono ruoli in dipartimenti della difesa o della sicurezza. Secondo la stampa americana gli hacker hanno anche trafugato i numeri del Social Security - una sorta di codice fiscale indispensabile per chiunque voglia lavorare - e anche le schede con circa un milione di impronte digitali. Non solo. Questo “colpo” è parallelo ad un altro che ha coinvolto ben 4 milioni di dipendenti federali. Sulle responsabilità dell’attacco le fonti USA hanno puntato la loro attenzione sui “cyber guerrieri” cinesi, elementi che spesso agiscono a diretto contatto con i servizi segreti di Pechino o con gli apparati militari. Il sospetto è che l’incursione faccia parte di un’offensiva più ampia che ha coinvolto molti aspetti della società statunitense. 

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