venerdì 21 agosto 2015

Corea: Kim Jong-un mobilita le truppe al confine: “Preparatevi a una guerra”

Tensione alle stelle tra la Corea del Nord e quella del Sud. Seul: «Risponderemo a ogni provocazione»

Continua a salire la tensione tra le due Coree. Dopo lo scambio di colpi di artiglieria tra Nord e Sud, il dittatore nordcoreano Kim Jong-un ha schierato sul piede di guerra le sue truppe alla frontiera con Seul. Lo riferisce l’agenzia Kcna, specificando che Kim ha ordinato che le truppe entrino in «un semi-stato di guerra» al termine di una riunione di emergenza. Le forze armate nordcoreane devono «essere del tutto pronte al lancio di qualsiasi azione militare a sorpresa» dalle 17 di oggi, ora locale (le 10,30 in Italia).

LA MINACCIA DEI MISSILI
Seul ha replicato intimando a Pyongyang di astenersi da ogni «azione avventata» e avvertendo che come è già successo ieri i soldati sudcoreani sono pronti a rispondere «con forza a qualsiasi provocazione». Secondo i vertici militari di Seul Kim Jong-un è pronto a sparare missili a corto raggio da entrambi i lati del suo territorio.

LE MINACCE DI PYONGYANG
Già ieri Pyongyang ha dato un ultimatum di 48 ore a Seul per porre fine alla “guerra” di propaganda rimuovendo tutti gli altoparlanti che da settimane, lungo la zona demilitarizzata che separa i due Paesi dall’armistizio del 1953, stanno inneggiando contro il Nord. Per questo alle 15,52 locali (le 8,52 in Italia) di ieri un razzo nordcoreano ha tentato di distruggere uno degli altoparlanti. La Corea del Sud ha risposto sparando una decina di colpi di artiglieria e ha respinto «l’ultimatum degli altoparlanti» in scadenza alle 17 ora locale di sabato, annunciando che proseguirà la sua campagna di propagando.




Già nel 2013 Kim aveva dichiarato «uno stato di guerra» con Seul anche se poi non è mai passato alle vie di fatto. Tre anni prima, nel 2010 quando alla guida del Paese c’era il padre dell’attuale dittatore, Kim Jong-il, a sua volta figlio del «fondatore della Patria», Kim Il-sung, i due episodi peggiori. Il 26 marzo un sottomarino di Pyongyang affondò una nave da guerra sudcoreana, la corvetta Cheonan, causando la morte di 46 dei 104 marinai a bordo. Otto mesi dopo, il 23 novembre, l’artiglieria di Pyongyang martellò l’isola sudcoreana di Yeonpyeong uccidendo due civili e due soldati. In quest’ultimo caso Seul rispose al fuoco ma si riuscì a non far partire un nuovo conflitto su larga scala, grazie alle pressioni della Cina, potenza di riferimento per Pyongyang, come gli Stati Uniti lo sono per il Sud.

http://www.lastampa.it/2015/08/21/esteri/kim-jongun-mobilita-le-truppe-al-confine-preparatevi-a-una-guerra-4TTQuuQ8Ea4lJ0Dh0n6u4L/pagina.html

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