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Oggi, quando riflettiamo sul fatto di mangiare o meno gli animali, non è in gioco solo la nostra capacità elementare di rispondere alla vita senziente, ma la capacità di rispondere al nostro stesso essere (animale). C'è una guerra non solo tra noi e loro, ma tra noi e noi. E' una guerra che esiste da sempre ed è più squilibrata che mai. Come afferma Jacques Derrida, è
[una] lotta senza pari, [...] la cui ineguaglianza potrebbe un giorno
capovolgersi, tra coloro che violano non solo la vita animale, ma
perfino il sentimento della compassione da una parte e quelli che
si affidano alla testimonianza irrecusabile di questa pietà dall'altra.
E' una guerra sulla pietà. Certo questa guerra non ha età, ma [...]
attraversa una fase critica. Noi l'attraversiamo e ne siamo attraversati.
Pensare la guerra in cui siamo non è solo un dovere, una
responsabilità, un obbligo, è anche una necessita, una costrizione a
cui, volente o nolente, direttamente o indirettamente, nessuno
potrebbe sottrarsi. [...] L' animale ci guarda e
noi siamo nudi davanti
a lui.
In silenzio l'animale incrocia il nostro sguardo. L'animale ci guarda e, che distogliamo gli occhi (dall'animale, dal piatto, dal nostro preoccuparcene, da noi stessi) o meno, siamo esposti. Che CAMBIAMO LA NOSTRA VITA O CHE NON FACCIAMO NULLA, abbiamo risposto. Non fare niente è fare qualcosa.
Da "Se niente importa"
J S Foer.
Se un giorno fossimo noi al loro posto?
Quali scuse potremmo addurre per non essere macellati, scuoiati, torturati?
Al...iena
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