venerdì 4 settembre 2015

Maxi-parata militare: la Cina mostra i muscoli

Sfilata a Pechino per celebrare i 70 anni trascorsi dalla vittoria nella Seconda guerra mondiale. C’è anche Putin

La Cina mostra i muscoli ma cerca di rassicurare i vicini. Inaugurando la parata che ha visto sfilare per le strade di Pechino armamenti di ultima generazione, il presidente Xi Jinping ha promesso che la Cina «non cercherà mai l’egemonia», né «infliggera’ sofferenze» ad altri popoli. Il numero uno cinese, che è anche il segretario del Partito Comunista e il capo dell’esercito, ha colto l’occasione per annunciare un nuovo taglio di 300mila soldati dell’Esercito di Liberazione Popolare.

Il presidente ha sottolineato che lo scopo della parata, indetta per celebrare i 70 anni trascorsi dalla vittoria nella Seconda guerra mondiale, è stato quello di «ricordare la storia, onorare coloro che hanno sacrificato le loro vite, amare la pace e aprirsi al futuro». Decine di elicotteri hanno tracciato nel cielo di Pechino - di un azzurro intenso dopo la pioggia dei giorni scorsi, che potrebbe essere stata provocata artificialmente - il numero 70, mentre 1200 soldati delle tre armi sfilavano sulla Changan Jie, la Via della Lunga Pace che porta a piazza Tiananmen, centro delle celebrazioni. Con loro sono sfilate le nuovi armi della potenza cinese, tra cui il missile balistico DF-21D, capace di distruggere qualsiasi portaerei, e i carri armati 99A2, oltre a pezzi di artiglieria semoventi e missili a lunga gittata. La parata si è svolta in una Pechino semideserta dove uffici, scuole e negozi sono rimasti chiusi e l’attività economica sospesa, compresa quella dei mercati finanziari, pericolosamente instabili dal mese scorso.

La giornata è iniziata con la sfilata degli ospiti stranieri - per l’Italia il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni - che dopo una passeggiata su un tappeto rosso steso all’ingresso della Città Proibita, sono stati accolti e salutati uno ad uno dal presidente Xi e dalla First lady Peng Liyuan, in uno scintillate completo rosso. Tra gli altri sono sfilati il segretario dell’Onu Ban Ki-moon, il presidente russo Vladimir Putin e la sudcoreana Park Geun-hye. Ma nessun Paese occidentale ha inviato un capo di Stato o di governo, probabilmente a causa del tono fortemente anti-giapponese delle celebrazioni a partire dall’espressione - Guerra di Resistenza del Popolo Cinese Contro l’Aggressione Giapponese - con la quale viene indicata in Cina la Seconda guerra mondiale. «In termini interni, Xi ha certamente segnato un punto a proprio vantaggio», ha commentato Joseph Cheng, un analista politico di Hong Kong. «Ma certo non aiuta l’immagine della Cina come una forza di pace, stabilità e sviluppo». Secondo Rana Mitter, un professore dell’Università di Oxford autore di numerosi libri sulla Seconda guerra mondiale in Asia, «il partito comunista ha da tempo abbandonato l’idea della lotta di classe e sta cercando di sviluppare un forte senso di identità basato sul nazionalismo».

L’esibizione di forza militare, secondo altri commentatori, è stata anche un messaggio agli Stati Uniti,
dove Xi Jinping si recherà tra poche settimane per la sua prima visita da presidente. Gli Usa mantengono una loro potente flotta nel Pacifico e sono alleati del Giappone, delle Filippine e del Vietnam, Paesi che hanno dispute territoriali con Pechino. Inoltre, sono impegnati per legge a difendere Taiwan, l’isola di fatto indipendente che Pechino rivendica, nel caso di un attacco cinese. Potrebbe non essere casuale il fatto che oggi, per la prima volta, cinque navi della rinnovata marina militare cinese si siano affacciate nello stretto di Bering, proprio mentre il presidente Barack Obama era in visita in Alaska.

http://www.lastampa.it/2015/09/03/esteri/la-cina-celebra-la-fine-della-seconda-guerra-mondiale-taglieremo-mila-soldati-gOs6YBZmP7enWP3q5vJgjL/pagina.html

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