sabato 3 ottobre 2015

Amianto negli elicotteri delle forze armate: DISASTRO COLPOSO

L'ipotesi di reato è disastro colposo

Cinquantacinque indagati, tra cui persone ai vertici di Agusta westland, del gruppo Finmeccanica, Piaggio e forze armate dello Stato italiano. E’ la conclusione di una maxi inchiesta coordinata dal procuratore Raffaele Guariniello sulla presenza di amianto sugli elicotteri di tutte le forze dello Stato italiano: dai vigili del fuoco all’Aereonautica militare, dai carabinieri alla forestale. L’ipotesi di reato è disastro colposo: secondo il magistrato torinese, le persone che furono chiamate a ricoprire ruoli di guida o dirigenziali nelle società indagate dai primi anni ’90 fino al 2014 sarebbero responsabili di avere messo a rischio al salute di tutte le persone che vennero a contatto con i velivoli. Gli accertamenti avevano fatto emergere la presenza dell’amianto crisotilo soprattutto nelle guarnizioni dei mezzi. La procura di Torino quindi, in accordo con l’ente direzionale delle forze armate che si era occupato degli acquisti dei mezzi di volo, aveva avviato una serie di verifiche e di sostituzione delle parti nocive.

Quando è stato chiuso un occhio
Il problema, e questo ultimo aspetto è stato scoperto dalla procura soltanto poche settimane fa, è che dagli ultimi controlli effettuati dall’aereonautica sui velivoli che erano già stati sostituiti e che quindi avrebbero dovuto essere ormai privi delle componenti in amianto, è emerso che anche gli elicotteri «bonificati» continuerebbero ad avere, in alcuni pezzi, la sostanza killer.
Lo sforzo economico fatto dalle forze armate per sostituire tutti gli elicotteri non sarebbe quindi servito a nulla. L’amianto è stato rilevato in particolare in alcuni rotoli di materiale spediti da Agusta. Prima di procedere al taglio e all’applicazione del nuovo materiale «privo di amianto» sui velivoli i tecnici dell’Aereonautica militare, per essere sicuri, avevano fatto effettuare un ulteriore campionamento sui rotoli stessi. E le analisi, completate nel mese di agosto del 2015, hanno confermato la presenza di amianto anche nei materiali spediti per la bonifica. La procura di Torino contesta ai 55 dirigenti e tecnici indagati l’accusa di non avere fornito, malgrado i solleciti ricevuti, «notizie circa l’esatta identificazione dei materiali con amianto negli aereomobili». Non sarebbero state fatte inoltre le prescrizioni tecniche e sarebbero state commercializzate parti di ricambio negli anni ‘90 quando in Italia, dopo la legge del 1992, il commercio era già vietato.

Anche i militari che fanno parte del comitato di acquisto degli elicotteri, nonostante fossero stati a conoscenza del problema, non avrebbero diramato tutte le informazioni a tutte le forze dell’ordine, mettendo a repentaglio la salute di molti

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